Porn for Women. Porno per donne. Sarah Gidick, giornalista e blogger con in tasca una laurea in marketing a Stanford, non poteva scegliere nome più esplicito – e probabilmente più azzeccato – per il suo sito web. Nato quasi per caso diversi mesi fa, PFW (acronimo del nome) è divenuto con il tempo una sorta di Bibbia del porno al femminile: con un account Instagram da oltre 90mila fan e un sito internet che conta migliaia di accessi unici al giorno, la Gidick sembra aver fatto breccia nel cuore delle internaute.
Bisogna fare bene attenzione, però, a non lasciarsi ingannare dal nome: di osceno c'è ben poco.
Lo sbarco sulla blogosfera
Dal marzo di quest'anno, la blogger ha deciso di dare una svolta alla sua vita professionale. Visto il successo ottenuto con Instagram, avrà pensato la Gidick, perché non tentare di fare altrettanto con un sito web dove le donne possano in qualche modo riconciliarsi con la parola “porno”? Nasce così thepfw.com, un sito “che deve tradurre – afferma la Gidick – il concetto di 'o mio Dio, quanto è bello' in un portale web”.
Al centro foto di uomini nudi (o quasi, come già detto), ma non fini a sé stesse. L'obiettivo è quello di attirare donne in discussioni più ampie, che vanno dalla violenza sulle donne alla moda, dalla cucina alla politica. Una piattaforma, confessa la Gidick, dove ognuna di esse possa sentirsi a proprio agio e che le faccia sentire bene.
Contenuti (quasi) per tutte
A sfogliare le gallerie del sito web (o scorrere la pagina di Instagram) ci si accorge ben presto che di uomini nudi nemmeno l'ombra. Al massimo qualche addominale scolpito, qualche pettorale ben strutturato e bicipiti allenati. Di pornografico, insomma, poco o nulla.
Per capirlo, basta vedere la prima foto dell'account Instagram. Ritrae l'attore statunitense John Hamm (protagonista di Mad Men) in versione piuttosto casalinga. Sigaretta penzolante in bocca, camicia a quadri ben abbottonata e pantalone lungo: più che una foto hard, un quadretto familiare da tenere sul camino. Da quel gennaio 2013 le cose sono cambiate poco; anzi, non sono cambiate affatto. Il tenore delle foto è sempre lo stesso: uomini belli e affascinantima ritratti in posegarbate.
C'è porno e porno
Perché questo nome, quindi, se c'è così poco di pornografico? La spiegazione la fornisce la stessa ideatrice del sito web (e dell'account Instagram prima) in una delle tante interviste rilasciate ai media statunitensi.
“Tutto ciò che può dare piacere deve essere considerato come pornografico. Anche se oggi la parola porno viene utilizzata esclusivamente per indicare film a basso budget prodotti quasi esclusivamente per uomini, c'è bisogno di ampliarne il significato. Non è possibile che abbia un significato così ristretto, quando sul web hashtag come #foodporn e #shoeporn sono onnipresenti. Il mio obiettivo non era e non è tanto quello di effettuare un ribaltamento semantico, quanto reclamare una porzione del campo semantico della parola a favore delle donne”.
Belli, talentuosi e simpatici
I protagonisti di Porn for women, a differenza di quanto ci si potrebbe attendere, non sono star di film a luci rosse. Sono, piuttosto, attori, sportivi e modelli che la stessa Gidick definisce “belli, talentuosi e simpatici”. Insomma, i principi della kalokagathia (bello e buono in greco antico) applicati al web 2.0.
Perché, ci tiene a sottolineare la giovane blogger statunitense, non è la pornografia in sé per sé a “far accendere” una donna. Anche le donne, specifica la creatrice di PFW, sono attratte come gli uomini dal porno ma in una maniera differente. “Non sono le foto a luci rosse a provocare l'eccitazione in una donna. Ad 'accenderle' sono immagini di uomini belli inseriti in un pacchetto che comprenda fascino ed eleganza. Uomini che possono essere sì considerati come oggetti sessuali ma con qualità non necessariamente da film vietato ai minori di 18 anni”.
30 maggio 2014