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Una nuova vita per i QrCode: gli scenari futuri

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I QrCode vanno verso una nuova vita e sono al giorno d'oggi molto usati: quali sono gli scenari futuri per questa tecnologia

qr code

Il nome, per esteso, significa “Quick Response” (ovvero “Risposta rapida”) perché è così che funzionano: per accedere alle informazioni custodite nei QR Code basta inquadrarli per alcuni istanti che ciò che serve è a portata di smartphone. Dopo un po’ di tempo relegati a un uso sporadico, perlopiù da parte di coloro avvezzi alla tecnologia, sono tornati alla riscossa in piena pandemia per la semplicità dimostrata: ecco come li stiamo usando e cosa prevede il futuro.

QR Code: un po’ di storia

qr codeSviluppato nel 1994, questo codice di forma quadrata deve la sua nascita alla società giapponese Denso Wave. In prima battuta, furono utilizzati da Toyota per il tracciamento delle componenti delle auto prodotte. Nel 1999, invece, iniziò la diffusione vera e propria, con la distribuzione dei codici con licenza libera. Un numero crescente di aziende iniziò a sfruttarli per le proprie necessità. Lo stesso anno NTT, compagnia telefonica di rilievo del Sol Levante, diffuse i-mode, un tool che permetteva di connettersi a internet via telefonino.

In pochi mesi, e grazie alle potenzialità racchiuse, il QR Code riuscì a ritagliarsi un posto d'onore nel marketing, sulle pubblicità e tra le pagine giornali nazionali facendo da veicolo per le URL dei siti web.

Di lì a breve anche i biglietti da visita vennero stampati con tanto di QR Code in bella vista. Se quello per i cartoncini è un amore ben radicato in Giappone, il sentimento per le versioni dotate di codice non tardò ad arrivare, poiché consentiva di tenere traccia dei recapiti forniti in un baleno.

Con l'arrivo dei sistemi di trasmissione via infrarossi il progetto QR Code subì una brusca frenata, resa più evidente dalla comparsa dei chip RFID, maggiormente performanti e utili per una quantità superiore di operazioni. Inoltre, l'opportunità di diffondere virus e attivare procedimenti potenzialmente dannosi per i dispositivi hanno provveduto a dare loro il colpo di grazia, almeno fino al 2021 quando sono tornati in forze in seguito ad alcune integrazioni nella quotidianità di tantissime persone.

QR Code: non solo green pass

qr codePensando al QR Code, il primo riferimento che viene in mente - in particolare se legata al Covid - è quella del green pass. La certificazione verde, realizzata in tale modalità, è necessaria per accedere ad alcuni luoghi al chiuso e alle attività in esse svolte, vedi un volo in aereo o una cena nella sala di un ristorante. Disponibile in un quadratino di un paio di centimetri di lato, fornisce dati importanti sul nostro stato di salute. In esso, chi è chiamato a verificare la nostra idoneità può trovare le date della somministrazione del vaccino e la tipologia, l’eventuale positività pregressa alla malattia e la conferma della conseguente guarigione, similmente agli esiti dei tamponi effettuati. Insomma, una collezione di pixel neri e bianchi ricorda e racconta i trascorsi medici recenti.

Non mancano, però, altri utilizzi prettamente di business che stanno riportando in auge l’utilità del QR Code. Sono molti i ristoranti che, per scongiurare contatti pericolosi, hanno scelto di trasformare menu e carte dei vini fisiche in contenuti digitali facilmente recuperabili tramite apposito codice presente sul tavolo, posizionato sotto il naso dei commensali. Al di là di evitare rischi, si dice addio pure alle scaramucce di chi è solito impiegare minuti nella selezione dei piatti.

Ognuno, dotato di telefono, può contare sulla lista personale per il tempo necessario (o, se non altro, fino all’arrivo del cameriere).

Ma non è tutto: ci sono i contenuti extra che quotidiani quali La Repubblica e La Stampa, o magazine tipo Forbes, offrono ai propri lettori sfruttando lo scan del crittogramma apposto negli articoli. Una scelta che potrebbe diventare una consuetudine negli anni a venire. Ci sono poi quelli che decidono di mostrare le chiavi di accesso al network di rete casalingo con il codice. Niente ripetizioni di password (sicure ma, al contempo, lunghe e difficili da memorizzare) a ogni ospite in casa: è sufficiente far inquadrare l'immagine sul router per navigare da mobile via Wi-Fi, tenendo al sicuro la combinazione alfanumerica ed evitando che possa finire in mani poco affidabili (e, per farlo, non serve neanche internet).

QR Code: cosa ci aspetta?

qrcodeSe soltanto in Italia il periodo luglio-settembre 2020 ha visto il 48,1% degli italiani sfruttare lo strumento per usi disparati, un’impennata netta rispetto al 6% del 2013, è il futuro a far ben sperare. Secondo Scanova, generatore e gestore di codici QR, il 2022 sarà l’anno di questi contenitori di dati, con oltre 5,3 miliardi di coupon sconto riscossi nel mondo in tale formato. Di certo, la facilità con cui si può usarli tramite smartphone, compresi i modelli meno prezzolati, sta dando una grande spinta nei confronti del loro uso. Ora che è possibile decodificarli direttamente con il lettore nativo o la fotocamera sul dispositivo, che sia iPhone o Android, i quadratini magici hanno il potenziale per imporsi definitivamente nel quotidiano.

Sappiamo cosa sono, a cosa servono e in che modo si usano: la possibilità di vederli ancora a lungo in giro si fa sempre più forte.

Ciò non fa che aprire le porte a nuove frontiere in cui potremo trovarceli intorno di sovente, dal lavoro al personale, passando per contesti leggeri come tempo libero, shopping alla salute. È indubbia, infatti, la comodità di simili sistemi. Con un contatto nullo con le superfici comuni - se ben pensato e realizzato - e solamente attraverso il display del nostro device, possiamo scansionare, leggere informazioni ed effettuare operazioni esclusivamente inquadrando un’immagine dalle dimensioni ridotte.

A risultare determinanti, in aggiunta all’integrazione con le app native, saranno le scelte in termini di user experience che verranno effettuate prossimamente. È indispensabile creare dei percorsi completi, in grado di integrare perfettamente le azioni da compiere in serie senza mai incontrare il bisogno di staccare il dito dallo schermo del dispositivo per interagire con ulteriori elementi circostanti. E, soprattutto, dovranno essere circuiti semplici, all’altezza di tutti, capaci di invogliare l’utente verso tali transizioni e non spaventandoli con inutili complicazioni. Non si tratta quindi di una strada semplice ad attendere i QR Code ma, certamente, un entusiasmante cammino che vede all'orizzonte una nuova vita e un ritrovato apprezzamento del pubblico.

A cura di Cultur-e
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