L’ondata di caldo che sta attraversando l’Italia e l’Europa non accenna a fermarsi. Da una parte gli esperti del settore analizzano il fenomeno, provando a rispondere alle questioni più urgenti.
Una su tutte individuare delle variabili che aiutino a definire quando arriva il caldo e quando finisce il caldo, con il maggior livello possibile di accuratezza.
A ciò si aggiunge un prezioso lavoro di analisi e confronto, che permette di stabilire le caratteristiche di quest’ultimo caldo africano in relazione alle temperature medie registrate negli anni passati.
La scienza sta provando a dare un suo contributo forte anche dal punto di vista dei rimedi contro il caldo. In questo senso una delle novità più interessanti del momento è ANDI: un manichino termico sviluppato dall’azienda Thermetrics, che imita il funzionamento del corpo umano nel momento in cui viene esposto al calore.
Un robot per studiare gli effetti del caldo africano
Nei suoi primi utilizzi, ANDI ha dato riscontri sull’efficacia di determinate tipologie di abbigliamento sportivo. In questo momento però il manichino termico è protagonista di un esperimento sovvenzionato dall’Arizona State University (ASU).
L’ASU sta utilizzando ANDI per trarre informazioni sulla risposta dell’essere umano di fronte a fenomeni climatici estremi come l’ondata di caldo tuttora in corso.
Il manichino termico ha un valore di circa mezzo milione di dollari e può venire settato e personalizzato per “imitare” il comportamento di esseri umani con caratteristiche specifiche.
Ad esempio è possibile impostare l’età dell’essere umano da replicare. Così come è possibile tenere conto delle sue condizioni di salute e del suo stato di forma fisica.
ANDI riceve tutti gli input di cui sopra e poi viene esposto al calore. La sua capacità di tollerare le condizioni climatiche più o meno a lungo viene direttamente influenzata dai parametri stabiliti in precedenza.
In questo modo i ricercatori possono raccogliere dati preziosi sui limiti di sopportazione dell’essere umano di fronte al caldo africano, senza mettere a rischio cavie in carne e ossa.
Come funziona il robot termico ANDI
Andi è dotato di ben 35 diversi sensori di temperatura. È inoltre in grado di simulare la respirazione dell’essere umano. Quest’ultimo aspetto è importantissimo per gli scienziati, considerato che permette di monitorare lo scambio di aria calda con l’esterno.
I sensori possono emettere sudore e fanno parte di un sistema di raffreddamento avanzato. All’interno del manichino scorrono dei canali che trasportano acqua fredda, grazie a cui ANDI è in grado di resistere a temperature davvero estreme. Il primo limite comunicato è di 140 gradi Fahrenheit, corrispondenti a circa 60 gradi centigradi.
Da un punto di vista fattuale ANDI non può probabilmente rientrare nella categoria dei rimedi contro il caldo. Allo stesso tempo la sua attività è oltremodo utile, per comprendere al meglio il funzionamento dello stress da calore.
Il suo utilizzo potrebbe ad esempio portare allo sviluppo di capi di abbigliamento o di altri dispositivi in grado di migliorare la protezione individuale.