La utilizziamo tutti i giorni per inviare i messaggi di posta elettronica, ma in realtà non conosciamo le sue origini. E nemmeno il perché viene chiamata chiocciola. Il segno grafico rappresentato da una a con la coda allungata a formare un cerchio (@) è uno dei simboli più iconici degli ultimi anni. Non ha il fascino di un quadro di Andy Warhol, ma è conosciuta in tutto il mondo e viene utilizzata ogni giorno.
La storia della chiocciola è legata indissolubilmente a quella della e-mail. La chiocciola è diventata famosa perché presente all'interno dei primi indirizzi di posta elettronica e serviva a "indirizzare" i messaggi inviati all'interno della rete ARPANET. Quando Ray Tomlinson (il papà della e-mail) dovette scegliere con quale simbolo indicare il computer al quale inviare il messaggio scelse proprio la @. I primi indirizzi di posta elettronica avevano più o meno questa forma nomemittente@computerdestinatario. In inglese il segno grafico "@" può essere letto come "at", che in italiano ha il significato di "presso" che equivale alla preposizione "a". Se la chiocciola deve il suo "successo" alla e-mail, la sua storia ha radici molto più antiche, tanto da farle risalire all'epoca degli amanuensi. Dopo tante peripezie e cambiamenti, la chiocciola ha assunto il significato attuale.
Ma le curiosità attorno alla chiocciola non sono legate solamente alla sua storia. Ce ne sono anche delle altre. Ad esempio il segno grafico "@" viene definito chiocciola solamente in Italia, in altre Nazioni assume significati completamente diversi. In Olanda è chiamata "apestaart" (coda di scimmia), mentre in Germania "klameraffe" (scimmia-ragno).
La storia della chiocciola
Può suonare strano, ma la storia della chiocciola è tutt'altro che banale. Stiamo parlando di un segno grafico che secondo gli esperti affonda le sue radici nel primo Medioevo quando gli amanuensi per velocizzare la copia dei manoscritti utilizzarono il simbolo "@" al posto di "ad". Secondo altri studiosi, invece, la chiocciola fu utilizzata soprattutto nel tardo Medioevo dai mercanti italiani per indicare un'unità di misura (1@=1 anfora). Il simbolo veniva utilizzato come unità di misura già nell'antica Grecia e dai romani, ma le testimonianze disponibili non sono molte.
Il legame con l'unità di misura è rimasto anche nel mondo anglosassone, dove la chiocciola è stata usata nel linguaggio contabile come "commercial at" (at a price of) che in italiano può essere tradotto con "al prezzo di". Solitamente il segno grafico era seguito da un valore numerico indicante la quantità di moneta.
Il significato moderno di "at" è legato alla nascita della e-mail e di Internet. È stato Ray Tomlinson, lo sviluppatore del primo programma per inviare messaggi di posta elettronica, a utilizzare la chiocciola per indicare il nome del computer a cui inviare il messaggio. In questo caso la chiocciola viene chiamata anche "a commerciale" e assume il significato di "presso" o della preposizione "a".
Una chiocciola, una scimmia o una scimmia-ragno?
In italiano chiamiamo il simbolo grafico "@" con il nome di "chiocciola". Il motivo è abbastanza semplice: questa a con la coda allungata e attorcigliata somiglia a una chiocciolina. Ma non è così in tutto il mondo. In ogni Nazione assume un significato differente. In Austria viene chiamata apestaart" (coda di scimmia), mentre in Germania "klameraffe" (scimmia-ragno). Sempre per restare nel mondo animale, in Corea viene definita "lumaca", mentre in Norvegia e Danimarca viene scambiata per una "coda di maiale o d'elefante". In Cina è un topolino e in Repubblica Ceca un'aringa. In ebraico viene scambiata per un dolce arrotolato, in Turchia per una rosa, mentre in Finlandia viene chiamata "segno del miao".
Una forma d'arte
La chiocciola ha travalicato i confini dell'informatica ed è arrivata fino al mondo dell'arte. Nel 2010 Paola Antonelli, curatrice del dipartimento di architettura del MoMA (Museum of Modern Art) ha inserito la chiocciola tra gli oggetti che possono far parte di una collezione. Quindi se avete creato una scultura a forma di chiocciola, è un'opera d'arte.
9 novembre 2017