Nel corso degli ultimi anni il web è evoluto dall'essere un mezzo di comunicazione esclusivamente testuale a una sorta di nuova televisione. Tra portali di TV on demand, portali di streaming e social network vari, i video hanno assunto un'importanza sempre maggiore, tanto che il 74% del traffico Internet è ormai generato da utenti che guardano film e video vari online (dati KPCB riferiti al 2017). Dati destinati a crescere ulteriormente una volta che tecnologie di comunicazione come il 5G saranno pienamente sviluppate e accessibili a chiunque.
Una tale crescita, però, porta con sé anche un livello di complessità superiore all'attuale. Il settore dei video è destinato a mutare nuovamente per adattarsi a stili di vita sempre più "mobile" e che permetta ai content creator di massimizzare i loro profitti. Il che si traduce in pubblicità e modalità di monetizzazione dei contenuti (per alcuni versi) meno invasivi rispetto a quanto visto sinora.
Non più di sei secondi
Se 30 secondi sono il "formato standard" per la pubblicità televisiva, i livelli di attenzione più risicati del pubblico del web (e la presenza di software come adblock e simili) hanno forzato marketeer e pubblicitari a comprimere la durata degli spot dedicati a portali di riproduzione video. Oggi la durata media delle pubblicità sul web non supera i dieci secondi e, solitamente, si attesta attorno ai 6 secondi: in questo lasso di tempo (davvero risicato) si deve essere in grado di far arrivare il messaggio a destinazione (nella speranza di passare indenni la tagliola degli adblocker).
A questo va ad aggiungersi la tendenza a "spostare" sempre un po' più in avanti gli annunci pubblicitari. Nei prossimi mesi, infatti, i sei secondi di pubblicità non troveranno più spazio a inizio video o film, ma saranno posizionati nel mezzo, così come accade agli spot pubblicitari televisivi. Il perché di questa scelta è abbastanza ovvio: se un utente arriva a visualizzare un'interruzione posta nella prima o nella seconda metà del video, è molto probabile che sia interessato al contenuto e meno portato a ignorare lo spot.
Pubblicità su Netflix
Al crescere del peso di Netflix come piattaforma di "consumo" di film e serie, crescerà anche l'incidenza che la pubblicità avrà sulla piattaforma di Reed Hastings. Già testati in alcuni mercati, gli annunci pubblicitari dovrebbero ben presto sbarcare in tutto il mondo, con i vertici di Netflix già pronti a sottoscrivere contratti per legare i loro prodotti di punta con specifici brand o prodotti. Con un bacino di oltre 50 milioni di utenti (destinati ad arrivare a 100 entro il 2020 secondo le stime societarie), difficile resistere al richiamo degli spot, i cui proventi andranno (presumibilmente) ad arricchire il già ampio budget per le produzioni originali Netflix.
Dati più certi
I contatori di visualizzazioni sono divenuti ormai la normalità per la stragrande maggioranza dei portali di condivisione e visualizzazione video. Non sempre, però, i dati riportati sono accurati al 100% e spesso più di qualche provider è stato costretto a rivedere al ribasso le visualizzazioni e rimborsare gli inserzionisti. Per evitare il ripetersi di situazioni di questo genere, già a partire dai primi mesi del 2018 moltissime piattaforme di streaming affideranno a enti esterni il conteggio e la certificazione di visite e visualizzazioni. Ciò aiuterà a calcolare in maniera esatta il numero di utenti che si sono collegati al portale e avere dati più certi.
Il ruolo di Amazon
Se Netflix è da tempo considerato il dominus del settore dello streaming di film e serie, Amazon sta rapidamente diventando il suo più serio concorrente. La società di Jeff Bezos ha recentemente vinto i suoi primi premi per le produzioni originali (incluso un Oscar 2017) e sta via via ampliando il catalogo di film e serie TV al quale i sottoscrittori di Amazon Prime Video possono accedere da web, smartphone e Fire TV. Così come Netflix, anche Amazon sta pensando di far crescere l'importanza della pubblicità per quel che riguarda gli introiti della sua piattaforma di streaming video. Non è un caso, infatti, se gran parte dei nuovi assunti per il secondo quartier generale degli Stati Uniti saranno figure legate al mondo dell'advertising.
L'introduzione del 5G
La maggior banda e la maggior velocità che il 5G porta con sé si tradurranno in video di miglior qualità anche su smartphone, tablet e altri dispositivi mobili. Ma il 5G sarà importante anche per la diffusione di contenuti VR e AR, due dei mercati più interessanti per marketeer e pubblicitari vari. Insomma, grazie al 5G si apriranno nuove praterie per la pubblicità online, in particolare quella video.
24 dicembre 2017