La situazione in Russia per le applicazioni che fanno parte dell’universo Meta non è delle migliori in questo momento. La guerra della Russia con l’Ucraina ha richiamato l’attenzione del mondo intero su questo conflitto e sono state molte le aziende che hanno espresso il loro dissenso senza tirarsi indietro.
Anzi, hanno intrapreso delle vere e proprie guerriglie economiche ai danni della Russia.
Non solo aziende tecnologiche, ma anche del mondo del fashion e dell’alimentare hanno chiuso i propri punti vendita in Russia o, come Amazon, non permettono più le consegne nei luoghi russi.
L’azienda di Mark Zuckerberg, dal canto suo, non si è ritirata dal mercato russo, ma ha messo in atto una serie di cambiamenti nella sua policy di moderazione che hanno fatto infuriare il Cremlino. Il risultato è stato il divieto di operare nel Paese per Facebook e Instagram.
Questo ha portato ad un aumento dei nuovi account sulla piattaforma concorrente Telegram. A causa della propaganda anti Meta creata dalla propaganda ufficiale russa, infatti, sono state moltissime le persone che hanno abbandonato anche WhatsApp per passare a Telegram.
Bisogna ricordare però che WhatsApp, in quanto app di messaggistica di proprietà di Meta, non è formalmente vietata dal governo russo.
Nonostante questo, gran parte della popolazione russa ha deciso di optare per Telegram. Megafon, operatore di rete locale, ha comunicato che Telegram è passata dal 48% di traffico nelle prime due settimane di febbraio al 63% di traffico nelle prime due settimane di marzo. WhatsApp, invece, nello stesso periodo è scesa dal 48% al 32%.
Numeri importanti se si pensa alla popolazione russa, indice di una tolleranza sempre minore da parte del governo russo, che riesce con la sua propaganda a condizionare anche la popolazione.
Facebook e Instagram dichiarate estremiste in Russia
Il servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa, noto con il nome di Roskomnadzor, ha inserito Facebook e Instagram nella black-list delle società non gradite al governo. Hanno quindi il divieto di operare all’interno del Paese.
Questa drastica decisione, che ha avuto effetto immediato, è stata messa in atto dopo che Zuckerberg ha deciso di modificare le policy di moderazione di Facebook, permettendo di fatto l’esistenza di contenuti che incitano all’odio verso il presidente Putin e di Lukashenko.
Poco ha importato che Facebook abbia rivisto le sue politiche dopo pochi giorni, di fatto vietando gli appelli alla violenza contro i cittadini russi o qualsiasi capo di stato.
Putin aveva ormai deciso di bloccare eventuali altre attività dei due social network.
Le difficoltà in Russia non riguardano solo le app del gruppo Meta. Anche Google ha subito delle limitazioni a causa di alcuni video pubblicati su YouTube che il governo russo considera di falsa propaganda anti russa.
Anche Twitter ha subito delle restrizioni, che sta cercando di aggirare attraverso una nuova versione Tor per evitare controlli e censure.