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Streaming video, perché è necessaria la banda larga

Lo streaming video è una delle attività sul web più 'esose'. Per questo motivo è necessaria una connessione a banda larga

Streaming video

Tra le principali ragioni dell'esplosione della richiesta di larghezza di banda, la più citata è l'incremento del traffico dati legati allo streaming video. In particolare, a far lievitare numeri e bit, sono i video in alta definizione: una recente ricerca condotta da Sandvine, società che fornisce servizi Internet, mostra come servizi di streaming video siano tra i maggiori responsabili del consumo di banda sia nel Nordamerica sia in Europa. Negli Stati Uniti e in Canada, YouTube e Netflix sono responsabili del consumo del 50% circa della banda in downstream, mentre nel Vecchio Continente il dato aggregato dei due siti supera agevolmente il 30% (Netflix non è disponibile in gran parte dei Paesi europei).

In quest'ottica assume un'importanza fondamentale la tipologia di connessione di cui gli utenti sono dotati: maggiore la larghezza di banda a loro disposizione, migliore sarà la qualità video e audio dei filmati visualizzati.

Google Video Quality Report

Nelle ultime settimane YouTube – ovvero Google – ha lanciato un servizio per valutare la qualità della connessione in relazione allo streaming dei video. Con Video Quality Report (al momento disponibile solo in Canada), la piattaforma di condivisione video più famosa e utilizzata del web vuole fornire uno strumento per verificare se il proprio ISP (Internet Service Provider, fornitore di servizi Internet) è in grado di assicurare un servizio adatto alla visione di video in alta definizione sul web.

 

Google Video Quality Report

 

Gli ISP vengono valutati in base al rapporto della velocità con cui i dati video vengono scaricati nell'unità di tempo: maggiore il quoziente derivante da questo rapporto, migliore il servizio offerto dal proprio fornitore Internet. A seconda della valutazione, il fornitore dei servizi web sarà quindi inserito in una delle tre fasce individuate dal gigante di Mountain View: YouTube HD Verified, Standard Definition, Lower Definition.

Primi della classe

Per rientrare nella prima delle tre categorie, si legge tra le specifiche di YouTube, gli ISP dovranno essere in grado di garantire una connessione uguale o superiore ai 2,5 megabit al secondo. Il perché è presto detto: il peso (in megabyte) di un video è data dal prodotto algebrico di tre fattori: la risoluzione del video, dalla profondità di colore e dal frame rate. Il primo fattore serve a determinare il numero di pixel di cui è composta l'immagine e quindi la sua definizione (più alto il numero di pixel migliore sarà la risoluzione); il secondo il numero di colori di cui si compone l'immagine (più colori equivalgono ad un’immagine più vivida dai colori più realistici); il terzo la frequenza di riproduzione dei fotogrammi nell'unità di tempo (solitamente un secondo, un maggiore frame rate implica la visualizzazione di un video più fluido e senza scatti anche in presenza di scene molto “movimentate”).

 

Formati video

 

 

In un video ad alta definizione non compresso, i tre parametri assumono rispettivamente i valori di 1920x1080 pixel, 24 bit e 24 fps (frame per second). Svolgendo l'operazione (1920*1080*24*24) si scopre che un video HD della durata di un secondo in formato non compresso sarà pesante più o meno 150 megabyte. Questa cifra si riferisce, però, a un filmato senza audio: se si volesse aggiungere anche l'audio si dovrebbe moltiplicare il risultato appena ottenuto per il numero di bit utilizzati per codificare la traccia audio.

Compressione

Affinché il video possa essere visualizzato in Rete è quindi necessaria un'operazione di codifica che comprima (ovvero riduca) la qualità video e audio e lo renda “digeribile” alle connessioni commerciali casalinghe. Nella gran parte dei casi – e YouTube non fa eccezione in questo caso – il codec video maggiormente utilizzato è lo H.264, che permette di ridurre il peso del file senza che la qualità video e audio ne risenta troppo. YouTube, a sua volta, applica una seconda compressione, in modo che i video siano ancora più snelli e possano essere caricati più in fretta.

In questo modo si riesce a ridurre il peso di un file multimediale di diversi ordini di grandezza ed un video in alta definizione della durata di un minuto circa non sarà più pesante di qualche decina di megabyte.

Larghezza di banda

Ciò non vuole dire, naturalmente, che i video in alta definizione possano essere visualizzati con qualsiasi tipo di connessione. Anche un filmato di poche decine di megabyte avrà bisogno di una larghezza di banda di diversi megabit per secondo (spesso abbreviato in Mbps) per essere visualizzato senza intoppi.

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Streaming video

 

Riprendendo l'esempio precedente e ipotizzando che il filmato sia pesante circa 25 megabyte, sarà necessario che l'ISP fornisca almeno 4 megabit di banda. Per capire il perché si deve nuovamente far ricorso alla matematica: la banda necessaria si ottiene trasformando i megabyte in megabit e dividendo la cifra così ottenuta per la durata del filmato. Nel nostro caso i 25 megabyte diventano 200 megabit (1 byte equivale ad 8 bit); dividendo il tutto per 60 (i secondi di durata del video) si ottiene 3.333.333,33 bit al secondo. Ovvero 3,33 megabit al secondo.

Naturalmente, al crescere della qualità video (o al diminuire del fattore di compressione), cresce anche la quantità di banda necessaria. Nel caso in cui si voglia fare ampio utilizzo dei servizi di streaming video online - YouTube, Vimeo, ecc. - è quindi consigliabile dotarsi una connessione a banda sufficientemente larga daconsentire di riprodurre filmati di qualità e, nel contempo, conservare risorse di connetiività sufficienti per, ad esempio, navigare su altri siti web oppure consultare online la propria posta elettronica.

A cura di Cultur-e
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