Meglio un pc con Windows o un dispositivo con il sistema operativo di Microsoft in ciascuna abitazione, senza dare troppo peso all'hardware sul quale installarlo? È una domanda che si saranno posti negli ultimi anni al quartier generale di Redmond, vista la virata nella strategia adottata da quello che è a tutti gli effetti uno dei principali attori del settore tech a livello mondiale.
Il passaggio dalla versione fisica a una introduzione capillare di soluzioni basate sul cloud è stato alla base dell’operato dell’attuale CEO dell’azienda, Satya Nadella
Si è trattato di un cambiamento dettato dal background nell’area, poiché Nadella ha in passato ricoperto il ruolo di vice presidente esecutivo del cloud di Microsoft, ma anche di una scelta obbligata. Chiunque, con una visione più ampia sull’evoluzione della tecnologia, ha notato alcuni dettagli fondamentali in due prodotti cardine realizzati da Microsoft, ovvero Microsoft 365 e Xbox.
Non è più il device a dettare legge, ma l’opportunità di portare su di esso l'OS. Che si tratti di uno smartphone Android, un Macbook o una console al di fuori dell’ecosistema aziendale, è il cloud a renderlo possibile, tagliando i tempi e offrendo la medesima esperienza su ciascun dispositivo.
Xbox sul cloud, come ha trasformato il gioco
A concretizzare il concetto è stata Xbox, o meglio una delle sottoscrizioni dedicate al mondo del gioco su Microsoft: Xbox Game Pass Ultimate. Con un abbonamento, i giocatori possono accedere a centinaia di titoli dell’azienda e molte altre case produttrici da giocare dalla Xbox stessa o da PC.
Ma se queste due opzioni non fossero presenti in casa? Niente paura, con tale soluzione ci si può tuffare nel gameplay e cogliere i benefici offerti in una modalità completamente alternativa. In che modo? Grazie al Cloud Gaming.
Così, ogni dispositivo si trasforma nello strumento adatto all'operazione: si installa un'applicazione ed è fatta. Da Windows all’iPhone, fino ai tablet: è sufficiente caricare il browser (e non necessariamente Edge, ma pure Chrome o Safari) e collegarsi al sito web Xbox Cloud Gaming. E c'è di più: per il movimento all'interno dei giochi non è indispensabile l’uso della tastiera; sono tanti i controller resi compatibili da Microsoft.
Altra caratteristica da valutare? Un device poco potente o con specifiche non prettamente all'ultimo grido si trasformano in piattaforme valide e funzionali, ovviamente senza eguagliare i fasti della console “madre” ma, allo stesso tempo, regalando la possibilità di godere di ore spensierate con i titoli preferiti. Velocità di connessione permettendo, però.
Streaming Microsoft, in che consiste
Il procedimento che c’è dietro a questa nuova frontiera è semplice: l'oggetto posseduto, come può esserlo un telefonino, si collega a una Xbox Series X tramite la rete, ed è proprio lei a farsi carico della parte più pesante. In pratica, si interagisce con una piattaforma non presente fisicamente, al pari di ciò che accade con un film visto su di un qualsiasi sito di streaming: ci si connette a un computer remoto e si procede con la visione, senza materialmente scaricare il file e avviarlo caricando le capacità dell'OS.
A fare la differenza è ciò che è di contorno, similmente a ciò che può rappresentare la velocità di connessione alla rete, un pad ricco di pulsanti o uno monitor più o meno grande o con frequenza di aggiornamento qualitativamente superiore.
Si tratta di “accessori” che migliorano la game experience ma che, di fatto, non precludono l'interazione. Se tale tipologia di approccio è già ben integrata sul mobile - smartphone e tablet integrano già comandi touch virtuali - fattore su cui i produttori spingono in modo particolare, presto pure i desktop potranno sfruttare le medesime tecnologie.
Dallo streaming per il gaming al cloud per il lavoro
Dove finisce il gaming in streaming inizia il lavoro in cloud. Per questo Microsoft ha pensato di abbracciare quest’altra branca di fondamentale importanza, mirando stavolta a un aspetto differente. Se per il gioco l’innovazione si trova nel separare il videogame dalla piattaforma, per il lavoro la chiave di volta è nella realizzazione di pc nel cloud.
Con Windows 365, servizio a sottoscrizione, Redmond fornisce gli strumenti per creare veri e propri computer in formato remoto a cui connettersi da qualunque angolo del globo, semplicemente utilizzando un browser e connettendosi con le proprie credenziali a un cloud desktop comprensivo di tutte le comuni feature.
In tal modo, non sarà più necessario preoccuparsi del mantenimento dei componenti o dell’aggiornamento del software: il sistema è costantemente a punto. I primi prezzi emersi per la funzionalità parlano di 31 dollari al mese; ciò comprende un pc in Cloud con due CPU virtuali e una combinazione di RAM e spazio di archiviazione di 4GB e 128GB.
Tutto ciò che sarebbe disponibile su un terminale di fascia media al prezzo di un economico, senza contare l’assenza di spese per la manutenzione e la sicurezza oltre alle difficoltà di operare un OS al pari di Windows su uno strumento scarsamente performante.
Streaming Microsoft, cosa prevede il futuro?
Con queste basi, il futuro di Microsoft potrebbe regalare piacevoli sorprese. Fare affidamento su di un solo dispositivo è il principio: perché dover per forza acquistarne molteplici quando l’accesso al cloud, da ciascuno di essi, consente di effettuare le stesse operazioni?
E poi, finito l’orario lavorativo, basta fare lo switch tra i due mondi e godersi sempre dal medesimo sistema le ore di svago da dedicare al gaming. Il tutto sottoscrivendo un abbonamento unico al servizio, mese per mese, liberi da vincoli contrattuali continuativi o dalle eventuali rate per l’acquisto dei dispositivi.
La perfezione, per molti, può concretizzarsi con la creazione di un unico contenitore per Cloud PC e Cloud Xbox. Davanti alla tv, si potrebbe connettere lo smartphone allo schermo per giocare sul cloud come con una normale Xbox; finita la partita, si torna sulle attività lavorative passando a Microsoft 365.
Pochissimo spazio occupato in casa, un esclusivo supporto: tanta libertà in pochi grammi contenuti nel palmo della propria mano. Un sogno? Forse potrebbe essere una realtà più vicina di quanto possiamo immaginare.