Il mondo della telefonia mobile è caratterizzato da una dicotomia di fondo. Da un lato troviamo un sistema "chiuso" e proprietario, sviluppato da un'unica software house e ottimizzato per funzionare con una sola tipologia di smartphone. Dall'altro, invece, c'è un sistema "aperto" e open source, realizzato anche in questo caso da una sola software house, ma che chiunque può "prendere" e modificare (o adattare) per farlo funzionare sul proprio smartphone o dispositivo mobile in genere. Se ancora non si fosse capito, ci si si sta rispettivamente riferendo a iOS e Android, le due piattaforme operative che praticamente da sempre dominano la scena della telefonia mobile mondiale.
Il sistema operativo del robottino verde, in particolare, può contare su una fetta di mercato ampissima, oscillante tra l'85% e il 90% del totale. Un monopolio di fatto "giustificato" dalla natura open di Android: ogni produttore, infatti, può utilizzare il codice sorgente del SO mobile di Google e sfruttarne funzioni e potenzialità per immettere sul mercato un proprio smartphone. Un mercato sul quale, negli ultimi anni, si è affacciato anche Google.
Nei primissimi anni, infatti, il gigante di Mountain View ha preferito concentrarsi sullo sviluppo e il perfezionamento di Android. Una mossa rivelatasi decisiva per conquistare il mercato e consolidare la propria posizione di monopolio di fatto del settore. La società di Larry Page e Sergej Brin, però, non si è lasciata sfuggire l'opportunità di poter dire la sua anche sul fronte dei dispositivi e, pur non essendo un produttore nel senso stretto del termine, dal 2007 a oggi ha sfornato diversi device capaci di competere con i top di gamma dei maggiori player sul mercato. E, grazie alla serie Pixel, spera che i suoi smartphone Google riescano a rosicchiare una fetta di mercato ai vari iPhone, Galaxy S e Galaxy Note e agli ultimi smartphone cinesi arrivati sul mercato.
Sooner
Pur non essendo mai arrivato sul mercato, è il capostipite (forse meglio definirlo progenitore) di tutti gli smartphone Google. Il Sooner è un prototipo di smartphone nato dalla collaborazione tra il gigante di Mountain View e i taiwanesi di HTC (sì, proprio loro) e terminato nel 2007 – l'anno in cui Steve Jobs presenta il primo iPhone della storia. Se guardandolo vi sembra di avere davanti agli occhi qualcosa di già visto, non preoccupatevi, non è colpa vostra: il Sooner ricorda effettivamente molto da vicino un dispositivo Blackberry (in quegli anni, assoluto dominatore della scena degli smartphone). Dotato di uno schermo (non touch) con risoluzione 320x240 pixel, aveva ben 64 megabyte di RAM e una fotocamera da 1,3 megapixel. Non mancava, poi, la tastiera fisica bella in vista, un autentico must have in quegli anni.
HTC Dream
L'uscita dell'iPhone, però, cambia le carte in tavola. Quanto meno per quel che riguarda il design degli smartphone: addio a tastiera fisica, benvenuto schermo touchscreen a coprire gran parte della superficie del dispositivo. Un diktat estetico cui si conforma anche Google che, nel 2008, lancia sul mercato statunitense il suo primo, vero, smartphone: l'HTC Dream. Dotato di schermo da 3,2 pollici, ha ben cinque tasti fisici e un trackball per navigare tra le icone e le impostazioni del sistema operativo. Sotto lo schermo, invece, si nasconde una tastiera fisica QWERTY completa "rimodulata" su cinque righe. A muovere tutto troviamo Android 1.0, prima release ufficiale del sistema operativo ideato da Andy Rubin da qualche tempo di proprietà proprio di Google, supportato da uno store (conosciuto allora con il nome di Android Market) comprendente poche decine di applicazioni.
HTC Magic
La collaborazione tra Google e HTC continua a dare frutti e nel 2009 fa sbocciare il Magic. Presentato nel 2009, si tratta di un'evoluzione del dispositivo dell'anno prima: questo smartphone Google dice finalmente addio alla tastiera fisica, permettendo così di ridurre le dimensioni sia in altezza sia in spessore. L'HTC Magic aveva un display touchscreen da 3,2 pollici (risoluzione 480x320 pixel), supportato 512 megabyte di memoria interna e una fotocamera da 3,2 megapixel, in grado effettuare riprese con risoluzione 320p. L'aspetto più interessante, però, è rappresentato dall'esordio di Android 1.5 Cupcake, la prima release del sistema operativo del robottino verde connotata da un nome di un dolce.
Motorola Droid
Sempre nel 2009 Big G dà vita a una nuova partnership per la produzione dei suoi smartphone Google: sul palcoscenico arriva anche Motorola. Una collaborazione che fa il suo esordio in occasione della presentazione di Android 2.0 Eclair e che sembra far muovere 2 passi in avanti (e 1 indietro) al gigante di Mountain View. I designer statunitensi decidono di mettere da parte le linee che caratterizzavano i primi due smartphone Google realizzati in collaborazione con HTC per linee più essenziali e squadrate. Allo stesso tempo, però, Con il Motorola Droid viene reintrodotta la tastiera fisica, sempre nascosta al di sotto dello schermo touch (un 3,7 pollici con risoluzione da 854x480 pixel). A "incorniciare" il display troviamo una riga composta da 4 tasti capacitivi, necessari per navigare tra le funzionalità del sistema operativo. E anche in questo caso, è proprio la nuova versione di Android a rappresentare la maggiore novità del terzo smartphone Google: nuova app per gestire la posta elettronica, l'integrazione di Facebook e un nuovo browser sono solo alcune delle migliorie apportate dai programmatori Android.
Nexus One
Con l'avvento del nuovo decennio, fa il suo esordio anche quella che può essere considerata la prima, vera, serie di smartphone Google. Nel 2010 dalla collaborazione con HTC nasce il Nexus One, risposta diretta sia ai tanti smartphone Android usciti a cavallo tra i due decenni, sia al sempre più celebre iPhone di Apple. I designer taiwanesi e statunitensi cambiano nuovamente stile e optano per delle linee più morbide e tondeggianti, mettendo da parte (per l'ennesima volta) la tastiera fisica. Al di sotto del display AMOLED da 3,7 pollici trovano spazio 4 tasti capacitivi e un piccolo trackball per la navigazione tra le app e le impostazioni. Al suo interno troviamo il primo SoC Snapdragon e ben 512 megabyte di RAM. Completano le specifiche tecniche del Nexus One una fotocamera da 5 megapixel e la nuova release Android 2.1.
Nexus S
Nonostante le buone recensioni e l'ottima accoglienza da parte della critica di settore, il Nexus One vende molto al di sotto delle aspettative di Google. Per correre ai ripari – e contravvenendo all'appena inaugurata politica di uno smartphone Google ogni anno – il gigante di Mountain View presenta a fine 2010 il Nexus S, primo nato dalla collaborazione con Samsung. Caratterizzato da linee sinuose, corpo in plastica e display da 4 pollici Super AMOLED, il Nexus S somiglia molto da vicino ai top di gamma realizzati in quegli anni dal produttore sudcoreano. Le novità più rilevanti rispetto al modello precedente sono la memoria interna da 16 gigabyte e l'introduzione della fotocamera frontale.
Galaxy Nexus
La collaborazione tra i due giganti della telefonia mobile continua e nel 2011 fa il suo esordio il Galaxy Nexus. Rispetto al suo diretto antenato, il Galaxy di Google presenta una lunga lista di novità e nuove funzionalità. Le prime sono immediatamente evidenti (e toccabili): Samsung abbandona la plastica per introdurre materiali di maggior pregio, mentre il display da 4,65 pollici SuperAMOLED (risoluzione 1280x720 pixel) garantisce una maggior definizione e uno spettro di colori molto più ampio. Con il nuovo smartphone Google arriva anche una nuova release Android: insieme al Galaxy Nexus esordisce anche Android 4.0 Ice Cream Sandwich, che introduce (e fa diventare standard di fatto) il trio di pulsanti "Home", "Applicazioni recenti" e "Indietro".
Nexus 4
Si arriva al 2012 e si allunga la lista delle collaborazioni per la realizzazione di smartphone Google. Questa volta è il turno di LG, altro produttore sudcoreano che va a rimpiazzare gli storici rivali di Samsung. La scelta è dettata, primariamente, da fattori economici: Big G vuole mettere sul mercato un dispositivo top di gamma, a un prezzo notevolmente inferiore sotto la media. Nasce così il Nexus 4, flagship con display IPS LCD da 4,7 pollici (risoluzione 1280x768) e corpo unibody in metallo ricoperto, su entrambi i lati, da vetro antigraffio. Al suo interno trovano spazio SoC Snapdragon S4 Pro, 2 gigabyte di RAM, fino a 16 gigabyte di spazio d'archiviazione e una fotocamera da 8 megapixel con supporto HDR. Con il nuovo smartphone Google arriva anche la nuova versione del sistema operativo: esordisce così Android 4.2 Jelly Bean. Il tutto a un prezzo di circa 400 euro, inferiore di qualche centinaio di euro rispetto ai top di gamma dei diretti concorrenti, sia iOS si Android.
Nexus 5
Nonostante l'acquisizione di Motorola da parte di Google fosse ormai cosa fatta, Big G preferisce continuare a realizzare i suoi dispositivi con altri produttori. Nel 2013, ad esempio, continua la "storia d'amore" con LG, dalla quale nasce il Nexus 5, degno erede del top di gamma dell'anno precedente. Caratterizzato anch'esso da un prezzo di listino di gran lunga inferiore alla media di mercato, è realizzato in policarbonato e dotato di alcune delle migliori componenti hardware del suo tempo. Sotto il display LCD da 5 pollici trovano spazio lo Snapdragon 800, 2 gigabyte di RAM, fino a 32 gigabyte di spazio d'archiviazione e una batteria da 2330 mAh. Il pacchetto include anche Android 4.4 KitKat, ultima release del sistema operativo del robottino verde.
Nexus 6
L'acquisto di Motorola si concretizza nel 2014, quando Google presenta sul mercato il Nexus 6. Il cambio di collaboratore segna anche un cambio nella strategia di Big G: i nuovi flagship saranno comparabili con quelli degli altri maggiori produttori smartphone non solo sul fronte della scheda tecnica, ma anche su quello del prezzo di listino. Fortemente ispirato al Moto X, l'ultimo nato nella dinastia degli smartphone Google ha uno schermo AMOLED da 6 pollici e risoluzione QHD (2560x1440 pixel), SoC Snapdragon 805, 3 gigabyte di RAM e fino a 64 gigabyte di spazio d'archiviazione. I miglioramenti della scheda tecnica del Nexus 6 riguardano anche la grandezza della batteria (che cresce sino a toccare i 3220 mAh) e le fotocamere (la posteriore si "gonfia" fino ai 13 megapixel, mentre la frontale arriva a 2 megapixel). A muovere il tutto, come sempre, troviamo la nuova release Android: con il Nexus 6 fa il suo esordio Android 5.0 Lollipop, primo della serie caratterizzato da Material Design, dalla presenza di Google Now (attivabile con OK Google) e dalla nuova gestione delle notifiche.
Nexus 5X e 6P
Nel 2015 Google si "accoda" alla tendenza del doppio smartphone e presenta il Nexus 5X (prodotto con LG) e il Nexus 6P (primo nato dalla collaborazione con Huawei). Il Nexus 5X, il più piccolino ed economico dei due, ha corpo in policarbonato, display LCD da 5,2 pollici FullHD (1920x1080 pixel) e SoC Snapdragon 808 accompagnato da 2 gigabyte di RAM. Il Nexus 6P, il primo smartphone Google "cinese", è caratterizzato da corpo in alluminio di grado aerospaziale e ha un display QHD Amoled da 5,7 pollici, SoC Snapdragon 810 e 3 gigabyte di RAM. Su entrambi i dispositivi troviamo Android 6.0 Marshmellow, versione leggermente rivista e migliorata di Lollipop.
Pixel e Pixel XL
La "fine" della serie Nexus (le numerazioni dal 7 in su erano già occupate dai tablet di Google) segna l'inizio di una nuova strategia produttiva di Big G. La casa di Mountain View individua in HTC un partner privilegiato e, collaborando con i suoi ingegneri e designer, progetta uno smartphone interamente made in Google. Nascono così il Pixel e il Pixel XL, entrambi presentati nel corso del 2016 da parte del nuovo CEO Sundar Pichai. Anche se sul versante estetico più di qualche analista ha avuto qualcosa da ridire, i due dispositivi possono essere definiti "solidi" senza tema di smentita: ben fatti e caratterizzati da un'ottima ergonomia, hanno schede tecniche di primissimo piano. Le differenze tra i due modelli si riducono alla differente grandezza dello schermo (5 pollici il Pixel, 5,5 pollici il Pixel XL) e una differente capienza della batteria (2770 mAh il primo, 3450 il secondo). Il resto della scheda tecnica, invece, è pressoché identico: SoC Snapdragn 821, 4 gigabyte di RAM, fino a 128 gigabyte di spazio d'archiviazione e una fotocamera posteriore da 12,3 megapixel a lungo considerata la migliore del settore. Su entrambi, infine, faceva il suo esordio Android 7.1 Nougat: svelato nel corso del Google I/O 2016, il nuovo sistema operativo ha in Google Assistant la sua maggiore novità.
9 ottobre 2017