Nel mese di novembre 2016 Microsoft ha suscitato non poco clamore annunciando la sua adesione – come socio Platinum con sottoscrizione da almeno 500 mila dollari l'anno – alla Linux Foundation, fondazione senza scopo di lucro che sostiene e soprintende lo sviluppo del kernel Linux. Una scelta epocale che, accompagnata anche dal rilascio di SQL Server per distribuzioni Linux, ha fatto un po' sobbalzare sulla sedia i puristi dell'uno e dell'altro schieramento.
E dire che qualche decennio prima, l'accostamento di Microsoft a Linux – e al mondo open source in genere – non avrebbe fatto poi così tanto scalpore. Nella seconda metà degli Anni '80 la casa creata da Bill Gates aveva sviluppato una delle versioni più apprezzate e utilizzate di Unix. Xenix, questo il nome del sistema operativo sviluppato prima di Windows, non era però rilasciata con il codice sorgente aperto e consentì a Microsoft di conquistare ulteriore credito come uno dei principali sviluppatori software – e di sistemi operativi in particolare – nel nascente settore dell'informatica commerciale.
La storia di Xenix, le origini
Nel 1978 Microsoft, fondata appena tre anni prima dal giovane Bill Gates, acquista dall'allora monopolista telefonico statunitense AT&T (un vero e proprio gigante hi-tech ante litteram) una licenza per lo sviluppo di UNIX 7, sistema operativo realizzato da Bell Labs (braccio "operativo" di AT&T nel campo della ricerca e sviluppo tecnologico). Non potendo rilasciare il prodotto con il brand ufficiale, i giovani ingegneri e sviluppatori di Redmond decidono di chiamarlo Xenix e venderlo in licenza ai maggiori produttori di microcomputer (antenati dei PC) degli Stati Uniti (IBM in testa).
La prima versione viene rilasciata nell'agosto del 1980 e riscuote immediatamente grande successo, sia di pubblico sia di critica. Inizialmente pensata per i sistemi PDP-11, per poi essere "portata" su macchine montanti processori Zilog Z8001. Il successo riscosso da Xenix porta l'ancora piccola casa sviluppatrice a realizzare il primo porting per processori 8086 Intel a cavallo tra il 1980 e il 1981, mentre la commercializzazione del prodotto si ha nel primo trimestre 1982.
Le versioni Intel
Questa mossa segna l'inizio di una fruttuosa collaborazione che permetterà a Microsoft di affermarsi sul mercato dei computer Intel. La società produttrice di microchip e processori distribuisce Xenix con i suoi microcomputer di maggior successo (nello specifico con modelli come lo 86/360 e lo 86/360X) contribuendo sia alla fama del sistema operativo sia alla fama della giovane software house. Negli anni successivi sono venduti migliaia di microcomputer e computer con Xenix a bordo e sono realizzate altre versioni per diverse architetture e sistemi informatici. Insomma, nel giro di appena due anni il sistema operativo Microsoft è stato in grado di conquistare (quasi completamente) il mercato dei microcomputer UNIX.
Compatibilità con MS-DOS
Inizialmente, Microsoft riteneva che Xenix dovesse diventare, con il passare degli anni, il suo sistema operativo di riferimento e pensava, già all'inizio degli Anni '80, di creare una versione di MS-DOS che si avvicinasse il più possibile alla sua versione di UNIX. Quest'ultima, infatti, consentiva di utilizzare sistemi informatici multitasking e multiuser, mentre MS-DOS non era dotato di queste funzionalità e specifiche tecniche. L'obiettivo degli ingegneri Microsoft, dunque, era di realizzare una versione di DOS più simile possibile a Xenix (ribattezzata, negli ambienti di Redmond, con il nome di Xedos) e l'obiettivo sembrava esser stato raggiunto con DOS 2.0, formalmente compatibile con Xenix e i suoi applicativi.
Fine della luna di miele
Così come raggiunse facilmente l'apice, Xenix ha conosciuto un altrettanto veloce discesa. Dopo lo scorporamento e la divisione in tante compagnie telefoniche regionali, AT&T rilascia una propria versione di UNIX chiamata System V. Un sistema operativo contro il quale Microsoft può ben poco: Bill Gates decide così di cambiare in corsa e abbandonare lo sviluppo di Xenix. Trova un nuovo accordo con IBM per lo sviluppo di un nuovo sistema operativo (denominato OS/2), da installare a bordo dei primi personal computer venduti dal gigante dell'informatica statunitense, senza però rendere nota l'intenzione di interrompere il supporto al suo vecchio sistema operativo. L'operazione compiuta da Microsoft lascia con l'amaro in bocca non pochi sviluppatori e utilizzatori di Xenix, tanto da portare (o almeno così si racconta) alla creazione del neologismo vaporware. Ben presto, però, scema l'interesse anche verso OS/2 e Microsoft si dedica anima e corpo allo sviluppo di Windows NT.