Il suo destino, forse, era segnato sin dall'inizio. L'esser stata fondata a Waterloo (in Ontario, stato federale del Canada) non deve aver portato molta fortuna a BlackBerry (in precedenza RIM, Research In Motion). Esattamente come Napoleone, che nei pressi della Waterloo belga ha conosciuto la sua ultima sconfitta sul campo di battaglia, anche la casa produttrice canadese ha dovuto fronteggiare alti e bassi nel corso della sua storia ultradecennale.
Un tempo il più grande produttore di smartphone al mondo, BlackBerry non è stata in grado di reagire per tempo alle fluttuazioni (ma soprattutto alle innovazioni) del mercato, restando vittima del suo stesso stile e della sua stessa fama. Pur potendo contare su una piattaforma software molto avanzata, supportata da dispositivi all'avanguardia, RIM non è stata in grado di valutare correttamente le sfide lanciate da Apple prima (con iOS e iPhone) e Google poi (con Android).
Oggi BlackBerry è un player marginale nell'universo degli smartphone, con una quota di mercato inferiore all'1% e un fatturato in costante calo. Non deve sorprendere, dunque, se nell'ottobre 2016 l'ex Research In Motion decide di chiudere definitivamente la sua storia da produttrice di smartphone per dedicarsi allo sviluppo di piattaforme e servizi software. La battaglia hardware con Apple, Sony, Huawei e Samsung è ormai persa, ma la guerra pare non essere ancora terminata.
La nascita e la crescita internazionale
Nel marzo 1984 Mike Lazaridis e Douglas Fregin, due giovani studenti di Ingegneria, fondano a Waterloo Research in Motion (meglio conosciuta con l'acronimo di RIM). L'obiettivo dei due è di sviluppare apparati e dispositivi per il nascente mercato delle telecomunicazioni mobili. Dopo un avvio un po' complesso, RIM diventa il primo produttore nel Nord America di dispositvi per lo scambio dati wireless e la prima società al di fuori della Scandinavia (oltre a Nokia ed Ericsson, per intendersi) a sviluppare prodotti, tecnologie e infrastrutture per l'architettura Mobitex.
Siamo a cavallo tra la fine degli Anni '80 e l'inizio degli Anni '90 e il produttore canadese riesce a conquistare un vantaggio tecnologico che gli altri player nordamericani non riusciranno mai a colmare. Dall'inizio degli Anni '90 RIM inizia a sviluppare e rilasciare tecnologie per le telecomunicazioni mobili che le consentiranno di acquisire il know how necessario per lo sviluppo di telefonini e, negli anni successivi, smartphone.
Nel 1999 arriva il BlackBerry 850, un assistente personale dotato di un piccolo display LCD e una tastiera completa dalla quale il dispositivo prende il celebre nome. La forma dei tasti, infatti, ricorda ai progettisti la forma di piccole bacche di more (blackberry in inglese): da qui la scelta del nome del primo dispositivo mobile della casa canadese. Il BlackBerry 850 rappresenta il capostipite della celebre linea di smartphone. Il primo vero smartphone arriva nell'aprile 2000: il BlackBerry 957 segna una svolta nella politica di sviluppo industriale di Research in Motion. Non più solo apparati di rete, ma anche dispositivi destinati al grande pubblico. Allo stesso tempo RIM porta avanti lo sviluppo di una piattaforma software e operativa (BlackBerry OS) che rappresenterà per molti versi la vera fortuna dell'azienda canadese: le funzionalità e i servizi rivolti all'utenza business renderanno i dispositivi nordamericani celebri in tutto il mondo.
La svolta verso il mercato consumer
Nel giro di pochi mesi BlackBerry riesce ad affermarsi come leader mondiale nel mercato degli smartphone dedicati a professionisti e utenti business. Già nel 2001, però, si assiste alla svolta verso il mercato consumer: il BlackBerry Pearl 8100 – primo dispositivo a montare un sensore fotografico – è un successo sia commerciale sia di critica e consente a Research In Motion di scalare la classifica dei maggiori produttori di telefonini e smartphone, sino ad arrivare a insidiare Nokia.
Il successo si ripete con i dispositivi delle serie Curve 8300 e Bold 9000, tanto che l'ingresso nel mercato di Apple nel 2007 sembra un fatto marginale. Il primo iPhone non impensierisce la dirigenza RIM che, forte anche di risultati di mercato incoraggianti, tarda a prendere adeguate contromisure. Il primo dispositivo con schermo touchscreen, il BlackBerry Storm, fa segnare buoni risultati sul versante commerciali, ma le critiche della stampa di settore sono tutt'altro che buone. Nonostante qualche intoppo, RIM resta in attivo sino al 2011, quando il trend di crescita si arresta bruscamente.
Piattaforma obsoleta
A causare il calo contribuisce, in maniera predominante, la piattaforma operativa BlackBerry OS, sviluppata in Java e ormai datata, non regge il confronto con i più moderni e funzionali iOS e Android. La società canadese prova a tenersi a galla con acquisizioni di startup nel settore delle software house, ma lo sviluppo di un nuovo sistema operativo va a rilento e saranno necessari alcuni anni prima che il lavoro sia completato. Nell'aprile 2011 fa il suo esordio il BlackBerry PlayBook tablet, primo dispositivo a montare il nuovo sistema operativo QNX. A dispetto delle attese, l'accoglienza della critica di settore e del pubblico è piuttosto fredda: rilasciato troppo in fretta e con gravi difetti, il tablet vende appena 900mila unità in nove mesi, costringendo la dirigenza a rivedere i piani di sviluppo.
Cambi strategici e ristrutturazione
Nel settembre 2011 la crisi fa sentire i suoi primi effetti: BalckBrry si vede costretta a licenziare ben 2.000 dipendenti e accelerare lo sviluppo di una piattaforma operativa per smartphone e nuovi dispositivi mobili. Tra ottobre e dicembre 2011 viene presentato BBX (successivamente rinominato BlackBerry 10), nuovo sistema operativo per cellulari ideato per tentare di scalfire lo strapotere di Android e iOS.
Nel marzo 2012 RIM fa segnare la sua prima perdita operativa dopo molti anni, mentre il 30 gennaio 2013 arriva la presunta svolta: la società presenta il BlackBerry Q10 e il BlackBerry Z10, due smartphone di fascia alta basati sulla piattaforma operativa presentata un anno prima. La svolta, però, non arriva: rispetto ai sistemi operativi di Google e Apple, BlackBerry 10 può contare su appena 70mila applicazioni e la società canadese continua ad annaspare.
Tra fine 2014 e inizio 2015 arriva la decisione di produrre nuovi dispositivi basati su una versione personalizzata di Android, mettendo definitivamente da parte lo sviluppo della piattaforma proprietaria BlackBerry 10. Anche in questo caso, però, la scelta appare tardiva: il mercato degli smartphone è ormai satura e difficilmente reagisce in fretta all'inserimento di nuovi attori. Il 28 settembre 2016, a seguito di risultati di bilancio tutt'altro che soddisfacenti, BlackBerry annuncia la propria intenzione di uscire dal mercato dei produttori di smartphone, concentrandosi invece sullo sviluppo di software e piattaforme operative.