Per gli appartenenti alla generazione Z (i nati dopo il 1995, per intendersi) è persino difficile credere che, non più tardi di 20 anni fa i telefoni cellulari erano da considerarsi come beni di lusso (status symbol, si sarebbe detto un tempo). Oggi, complici i progressi fatti dalla tecnologia soprattutto a livello di miniaturizzazione delle componenti hardware, gli smartphone (eredi di quei primi cellulari) sono diventati parte fondamentale della nostra vita e della nostra quotidianità: non li utilizziamo solo per chiamare o inviare messaggi di testo, ma anche per fare videochiamate, scattare foto, giocare e tracciare i nostri allenamenti.
Tutto ciò, però, non è affatto privo di rischi. Come ci insegna la cronaca quotidiana, al crescere della complessità dei protocolli utilizzati dalla rete cellulare, sono aumentati anche i possibili modi in cui è possibile sfruttare smartphone e telefonini per violare privacy e dati personali degli utenti. Estremizzando un po', potremmo dire che i dispositivi di rete cellulare sono potenzialmente uno degli strumenti di spionaggio più potenti mai creati sinora. Nel caso in cui qualcuno riuscisse a "entrare" nel nostro smartphone (con un malware, ad esempio) potrebbe spiare telefonate e messaggi, rubare foto e video, conoscere dove siamo in ogni singolo istante della nostra giornata grazie alla localizzazione GPS.
Il progetto Sopranica
Una tendenza cui Denver Gingerich, programmatore newyorchese, vorrebbe mettere fine una volta per tutte. Per questo motivo, a inizio 2017, ha rilasciato Sopranica, un nuovo protocollo di comunicazione wireless che consente di effettuare chiamate e inviare messaggi testuali in maniera completamente anonima e senza che nessuno possa intercettare le nostre comunicazioni. Il tutto sfruttando la Rete e la sua infrastruttura tecnica/tecnologica già esistente. L'obiettivo futuro, confida Gingerich, è quello di creare anche una rete radio fai da te, mantenuta dagli stessi utenti di Sopranica e alternativa alla rete cellulare delle grandi compagnie telefoniche.
Come nasce Sopranica
Anche se i progressi maggiori sono stati realizzati tra il 2016 e il 2017, la genesi di Sopranica affonda le proprie radici negli anni in cui Gingerich frequenta il college (prima metà del primo decennio del secolo). Trovandosi a migliaia di chilometri di distanza da casa, il programmatore statunitense era tutt'altro che allettato dall'idea di dover spendere decine di dollari per chiamare i suoi genitori. Decide così di acquistare un telefono SIP (acronimo di "Session initiation protocol"), un dispositivo VoIP che sfrutta la Rete per effettuare e ricevere chiamate. Ciò gli permette di fare chiamate a lunga distanza senza spendere un capitale.
Per inviare messaggi agli amici, invece, fa affidamento a Google Voice, il servizio di Big G che, a cavallo tra primo e secondo decennio del secolo, provava a sfidare lo strapotere di Skype nel mondo dei software VoIP. La facilità con la quale Google è solita aprire e chiudere progetti, però, non lascia affatto tranquillo Gingerich, che inizia a studiare una possibile alternativa a Voice. Nasce così la primissima versione di Sopranica.
Sopranica JMP e Sopranica WOM
Facendo un balzo avanti nel tempo e tornando ai nostri giorni, lo sviluppo di Sopranica è diviso in due branche principali: JMP e WOM. La prima, acronimo di JIDs for Messaging with Phones ("Jabber ID per comunicare con i telefoni"), è la versione stable e utilizzabile della creatura di Gingerich; la seconda, acronimo di WPAN Of Messaging, è quella in fase di sviluppo e che, nei piani del suo ideatore, dovrebbe aiutare a renderci il più possibile indipendenti dagli operatori telefonici "tradizionali". E, almeno teoricamente, meno tracciabili e rintracciabili in generale.
Come funziona Sopranica nella versione JMP? A volerne dare una definizione molto veloce, potremmo dire che si tratta di una particolare applicazione del protocollo VoIP. A oggi, infatti, per fare chiamate anonime con lo smartphone e non essere rintracciabile è necessario richiedere un numero di telefono (statunitense o canadese) dal portale ufficiale del servizio, ottenere un nome utente Jabber (protocollo di comunicazione che sfrutta l'infrastruttura Internet per inviare messaggi e fare chiamate) e scaricare sullo smartphone uno dei tanti client di instant messaging che supportano il protocollo (qui la lista completa). La scelta di Jabber è fondamentale, nello schema descritto in precedenza, per assicurare elevati livelli di privacy e protezione dei dati personali. Insomma, grazie a questo protocollo spiare una chiamata è impossibile o quasi.
Con Sopranica WOM, ancora in fase di sviluppo, ci sarà il passo verso la creazione di una rete distribuita che permetta agli utenti di slegarsi dagli operatori tradizionali e passare a una soluzione fai-da-te e distribuita. Adottando una strategia simile a quella delle small cells, Sopranica WOM basa il suo funzionamento su micro-stazioni radio da montare fuori le abitazioni degli abbonati o all'interno, nelle vicinanze di una finestra. Grazie a queste small cell gli utenti potranno collegarsi a una rete gestita direttamente da loro e basata su protocolli che impediscono l'identificazione e la localizzazione dell'utente. Gingerich, inoltre, sta pensando di implementare protocolli di comunicazione mesh che consentano anche l'invio di pacchetti dati.