Per quanto continui a essere il “re” dei social network, Facebook potrebbe essere nei prossimi anni spodestato da un esercito di rivali, che stanno pian piano sottraendo utenti alla creatura di Zuckerberg. Chi sono gli sfidanti di Facebook? Si tratta di piattaforme spesso frutto di startup e in gran parte “made in Italy”, che hanno visto la luce nel corso del 2012.
È stato lanciato nei primi mesi dell’anno CircleMe, social network realizzato da un’azienda italiana, ma diffuso a livello internazionale, che ha come motore la comunanza di interessi tra le persone più che il numero dei contatti, come accade su Facebook. Alla piattaforma si accede tramite registrazione: ogni utente (circler) si fa conoscere attraverso i suoi interessi e le sue passioni, dalla letteratura alla musica, dagli oggetti tecnologici ai locali preferiti. Un principio molto simile a quello di Pinterest, con la differenza che in questo caso l’elemento centrale sono le immagini, raggruppate in bacheche tematiche. Tratto caratteristico di CircleMe sono le plant guides, ossia delle guide organizzate per argomento, che consentono all’utente di acquisire importanti informazioni sui propri interessi. Qualche esempio: ristoranti italiani, boutique, gallerie d’arte.
Da quando è stato pubblicizzato e diffuso ha suscitato in Rete reazioni contrastanti. Stiamo parlando di Faceskin, meglio noto come il social network di Claudio Cecchetto. La piattaforma è stata sponsorizzata da volti noti come Fiorello e Jovanotti ed è stata definita un “motore di ricerca social”. Gli iscritti possono, infatti, cercare i portali specializzati in un certo argomento e organizzarli in web-list, da condividere anche con gli altri contatti. Gli “amici” di Faceskin possono, così, scoprire interessi comuni sulla base delle proprie abitudini di ricerca. Il social network battezzato dal celebre talent scout è stato bersagliato soprattutto per la scarsa originalità della grafica (per la quale, invece, CircleMe, è stato particolarmente apprezzato) e dell’idea di fondo. Non pochi hanno visto Faceskin come una “brutta copia” di Delicious, sito per l’archiviazione, ricerca e condivisione di bookmark, ideato nel 2003 e acquisito da Yahoo due anni dopo.
Jobberone si colloca nell’universo (in espansione) dei social network professionali. È italiano sia per “paternità” (a idearlo e metterlo a punto un gruppo di imprenditori bresciani) che per utenza, in quanto raggruppa annunci di lavoro relativi al territorio nazionale e, parallelamente, è uno spazio per le aziende che vogliono pubblicare le proprie inserzioni. La geolocalizzazione permette, inoltre, di restringere le ricerche di lavoro all’area geografica che ci interessa. È gratuito e accessibile sia attraverso un account dedicato che con le credenziali di accesso a Facebook.
Per capire le prospettive di crescita di queste nuove piattaforme social è ancora presto: la maggior parte di esse sono online da pochi mesi e stanno ancora sperimentando nuove funzionalità. Tuttavia, Global Web Index, società inglese che monitora l’evoluzione della Rete in 31 paesi del mondo, ha parlato, lo scorso ottobre, di un 45% di utenti iscritti ai social media a livello globale, che tenderebbe a prediligere i “piccoli” rispetto ai nomi più famosi. Un inizio per ora di sicuro promettente.
25 dicembre 2012