Al giorno d'oggi uno smartphone è un oggetto imprescindibile della nostra quotidianità. In base al lavoro che facciamo o alle passioni che abbiamo, è probabile che il telefono cellulare stia diventando sempre di più una sorta di estensione del nostro corpo. Spesso ci stacchiamo dallo smartphone solo per andare a dormire e c'è anche chi anche quando riposa lascia il telefonino a portata di mano sotto il cuscino o vicino al letto sul comodino. Non è un caso che, negli ultimi anni, sino stati presentati diversi studi sulla dipendenza da smartphone e siano state sviluppate alcune pratiche, dette di digital detox, che ci aiutano a distaccarci da smartphone e altri dispositivi elettronici.
Più volte abbiamo parlato dei disturbi alla vista che un uso massiccio dello smartphone può causare ai nostri occhi. I problemi alla vista però potrebbero non essere l'unico problema di un uso eccessivo durante la giornata del telefono cellulare. Il fatto è che ormai i cellulari sono così performanti che li usiamo mentre siamo a lavoro e continuiamo a usarli quando usciamo da lavoro, per ascoltare musica, chattare, controllare i nostri profili social, leggere le notizie oppure guardare un video su YouTube o un film su Netflix. Insomma, staccarsi dallo smartphone è diventato sempre più complicato.
Il problema è che restare costantemente vicini a questi dispositivi espone esponenzialmente il nostro corpo alle onde radio emesse dagli smartphone. E non è un caso che, dopo diversi anni, stiano venendo alla luce diverse ricerche sulla relazione tra l'uso dei cellulari e i tumori al cervello. Dopo oltre 10 anni di ricerca il National Toxicology Program (NTP), finanziato dal governo degli Stati Uniti, ha pubblicato il suo rapporto finale sugli effetti delle radiazioni a radiofrequenza (RFR), come quelle emessi dai telefoni cellulari, su cavie da laboratorio. E i risultati sono tutto fuorché rassicuranti.
Relazione tra l'uso dei telefoni e i tumori nell'uomo
Iniziamo subito con il dire che, trattandosi di una prima ricerca effettuata sui topi, i risultati non sono ancora pienamente applicabili al corpo umano. Il lavoro del National Toxicology Program, quindi, non ha lo scopo di dissuadere gli uomini dall'uso dello smartphone, ma si tratta di un primo tassello che fornisce dettagli scientigici sugli effetti negativi delle onde radio degli smartphone sul corpo – e in particolare il cervello – di un animale.
Lo studio del NTP è durato un decennio, come detto, ed è costato agli Stati Uniti oltre 30 milioni di dollari. I ricercatori hanno dunque scoperto che un'elevata esposizione alle onde radio di uno smartphone in chiamata ha provocato evidenti alterazioni tumorali nelle cavie da laboratorio. In maniera particolare, si è registrato un significativo aumento di tumori cardiaci nei ratti maschi, e un minore impatto sulla nascita di anomalie tumorali al cervello e alle ghiandole surrenali sempre dei topi di sesso maschile. Va detto che lo studio si è concentrato solo sulle frequenze radio 2G e 3G utilizzate dai telefoni mobili. Le frequenze del 4G e della nuova connessione 5G che sta per essere lanciata nel 2019 sono leggermente più alte dei 900 megahertz della 2G e stando ai primi studi hanno anche minore penetrazione nel corpo umano.
Come si misura l'emissione delle radiazioni degli smartphone
Se la crescita del numero di tumori nei ratti durante la ricerca vi ha spaventato, vogliamo fornirvi un dato che vi tranquillizzerà, almeno in parte: Il livello di esposizione alle onde radio nella ricerca era circa quattro volte superiore al limite legale imposto dagli Stati Uniti per i telefoni. Non tutti lo sanno, ma le radiazioni emesse dai vari modelli di smartphone sono indicate tramite il SAR. Acronimo di Specific Absorption Rate, "Tasso specifico di assorbimento" in italiano, il SAR altro non è che un numero che misura la velocità con cui l'energia viene assorbita dal corpo umano quando viene esposta alle onde radio, e si calcola in unità di potenza per massa (W/kg). Esistono diversi limiti per questo valore in base alle nazioni, per esempio negli Stati Uniti il SAR di uno smartphone deve essere inferiore o pari a 1,6 W / Kg, mentre in Europa non può andare oltre i 2 W / kg in un campione di 10 grammi di tessuto umano. Insomma, alla luce di questa informazione, la ricerca condotta sui ratti negli Stati Uniti assume un carattere leggermente meno preoccupante.
I consigli per evitare un'alta esposizione alle radiazioni dei telefoni
Comunque, ci sono una serie di consigli che possiamo seguire per diminuire la nostra esposizione alle onde radio degli smartphone. Per prima cosa se per lavoro facciamo moltissime chiamate, evitiamo di restare sempre con il telefono cellulare attaccato all'orecchio. Usiamo un paio di cuffie o un auricolare Bluetooth. Ovviamente, sono preferibili le cuffie con jack da 3,5 millimetri, perché riducono praticamente a zero l'esposizione mentre gli auricolari Bluetooth comunque producono una minima quantità di onde radio.
In secondo luogo, nel caso in cui il segnale di rete sia assente o molto basso, evitiamo di tenere Internet accesso. La continua ricerca della connessione dati aumenterà le onde radio prodotte dal dispositivo e aumenterà dunque la nostra esposizione. Quando dormiamo poi mettiamo lo smartphone il più lontano possibile dal letto. Lasciare il telefono sotto il cuscino è altamente sconsigliato perché continueremo ad essere esposti alle onde radio anche mentre dormiamo. Meglio allontanarlo anche dal comodino. Per lo stesso ragionamento è meglio mettere un telefono in uno zaino o una borsa quando stiamo in giro per diverso tempo invece che portarlo nella tasca dei pantaloni o della giacca.
22 novembre 2018