Quando si parla dell'uso delle nuove tecnologie spesso si tende ad associare l'utilizzo di smartphone, social media e computer con lo stress e la solitudine. Eppure, secondo una serie di nuove ricerche condotte dall'Organizzazione Mondiale per la Salute, l'utilizzo di alcune applicazioni e software potrebbe ridurre la depressione e l'ansia delle persone. Le nuove tecnologie, dunque, potrebbero entrare presto a far parte delle cure contro l'ansia e la depressione.
Secondo gli studi dell'Organizzazione Mondiale per la Salute del 2017, il 14% dei ragazzi compresi nella fascia di età tra i 20 e i 30 anni hanno sofferto di attacchi d'ansia mentre il 38% si è sentito depresso per almeno un periodo della propria vita. I social media possono amplificare il problema perché enfatizzano le differenze sociali e, come nella vita reale, non ricevere mi piace, commenti o interazione online porta a un senso generale di tristezza e solitudine. Le reti sociali però possono essere anche una cura, un modo per affrontare la depressione e l'ansia senza esser costretti a "rivelarsi" in pubblico.
Uno dei problemi principali di chi soffre d'ansia o di depressione, infatti, è il tendere a sminuire il problema. Un senso di malessere che cresce piano piano e che non sempre le persone riescono ad esternare, nemmeno con i parenti più prossimi, per vergogna o per paura di non ricevere la giusta comprensione. In rete però esistono alcuni portali che permettono agli utenti di entrare in maniera anonima e di mettersi in contatto con degli specialisti per ricevere una mano e risolvere il proprio disturbo dell'umore.
I bot che aiutano le persone
Un esempio è dato dalla campagna Depression: Let's Talk, organizzata dall'Organizzazione Mondiale per la Salute, che ha permesso a diverse persone di mettersi in contatto, utilizzando un nickname e non la propria identità, con dei psicologi per riuscire a ricevere un incoraggiamento e consigli per combattere e superare ansia o depressione.
Ma non è tutto. È stato anche sviluppato un bot, chiamato Ellie, che dialogando con le persone è in grado di identificare uno stato d'ansia o depressione attraverso il tono della voce, l'espressione facciale, la postura e i movimenti rilevati con webcam e sensori.
Sedute in videoconferenza
Le nuove tecnologie possono aiutare i percorsi di cura dell'ansia e della depressione grazie anche alle sedute in video. Non tutti gli utenti infatti possono permettersi lunghe trasferte per raggiungere il proprio medico o un centro di cura. Inoltre, le persone sono più propense ad aprirsi e raccontarsi mediate da uno schermo rispetto a sedute faccia a faccia.
Applicazioni contro l'ansia e la depressione
Anche le applicazioni, come già accennato, possono avere un ruolo importante nella cura dei disturbi dell'umore come ansia e depressione. In che modo le app possono essere importanti? Intanto perché installate su un oggetto usato da tutti quotidianamente, come uno smartphone, aiutano la persona con disturbi d'ansia o depressione a monitorare il proprio percorso di cura attraverso gli obiettivi raggiunti. Inoltre, molto più banalmente, possono essere un ottimo strumento per controllare i medicinali da prendere e quelli già presi.
Le app sono poi uno strumento utile per i medici perché stanno sempre "accanto" al paziente. Molti programmi infatti consentono alle persone di lasciare dei feedback quotidiani sul proprio stato d'animo. In questo modo il medico può ricevere informazioni e dati importanti sull'andamento del percorso terapeutico contro ansia e depressione anche a distanza. Sono in fase di studio, inoltre, anche alcune applicazioni che sfruttano la realtà virtuale per curare la depressione: i primi risultati in questo senso sono molto incoraggianti, ma prima che la cura diventi adeguatamente diffusa ci sarà da aspettare ancora qualche tempo.
I wearable contro la depressione
La nuova frontiera, in questo settore, è rappresentata da wearable capaci di riconoscere lo stato d'animo delle persone e "correre in loro soccorso" nel caso in cui le cose volgessero per il peggio. Un prototipo è stato presentato dagli scienziati della Lancaster University, in Gran Bretagna, e consiste in un normalissimo braccialino con alcuni sensori a contatto con la pelle di chi lo indossa. Questi sensori, in particolare, misurano la conduttività elettrica della pelle, conosciuta anche con il nome di risposta galvanica della pelle.
Un valore più utile di quanto si pensi, per monitorare gli stati d'ansia o di depressione. La conduttività della pelle, infatti, varia a seconda dell'umore della persona: se lo stato di eccitazione emotiva sta aumentando, solitamente si sta vivendo una situazione d'ansia; se l'eccitazione emotiva sta calando, si vive uno stato di tristezza.
Il braccialetto, dunque, può essere di grande aiuto a persone con disturbi emotivi per riconoscere quando qualche cosa sta cambiando e provare a reagire per tempo. I vari prototipi realizzati dagli studiosi britannici utilizzano vari segnali per indicare alla persona che il suo umore sta cambiando: alcuni iniziano a vibrare, altri stringono il polso, altri ancora si riscaldano leggermente. In quest'ultimo caso, utilizzando di materiali termocromici il braccialetto cambia anche di colore, offrendo così anche un segnale visivo.
Le tecnologie non sostituiscono il ruolo del medico
Bisogna però fare molta attenzione: non si può pensare che app e portali d'ascolto possano sostituire psicologi, medici e gruppi di recupero fisici. Anzi. Queste nuove tecniche di cura con smartphone e tablet sono state sviluppate sempre e solo come supporto a un percorso di stabilizzazione dell'umore basato su sedute con esperti e incontri fisici. Uno schermo non sostituirà mai un medico, ma potrà aiutare un medico ad avere dei report costanti sui progressi del paziente.
28 maggio 2018