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Scarpe da running, il futuro con i sensori ai piedi

Diverse grandi aziende come Nike e Under Armour stanno investendo nella realizzazione di scarpe smart da running ma il mercato stenta a decollare, ecco come cambieranno in futuro queste calzature

Le scarpe smart inviano i dati rilevati direttamente allo smartphone

Domanda semplice semplice: qual è lo strumento più importante per un runner? Esatto, le scarpe. Che si parli di professionisti o di amatori che impiegano ogni istante libero della loro giornata per allenarsi poco importa: le calzature rivestono un ruolo decisivo per assicurare il massimo comfort mentre si corre. Non deve dunque stupire se esistono moltissimi modelli di scarpe da running: quelle con suole particolari, altre realizzate con tessuti che si adattano alle varie condizioni ambientali oppure traspiranti e impermeabili. Questa, però, non è che la proverbiale punta dell'iceberg: grazie a inserti hi-tech, le scarpe da running si stanno trasformando in vere e proprie scarpe smart in grado di monitorare automaticamente i nostri allenamenti e segnalare

Va detto che la corsa negli ultimi tempi è stata letteralmente presa d'assalto da oggetti smart e wearable di ogni tipo. Pensiamo ai fitness tracker, agli orologi ibridi con funzione di GPS, ai rilevatori di battito cardiaco per torace, alle cuffie a conduzione ossea per non infastidirci durante corsa e persino alle calze intelligenti che monitorano postura e prestazioni. Nessuno di questi oggetti però può essere importante come una scarpa smart. La scarpa da running può sapere tutto di noi, dalla posizione sbagliata del piede alla resistenza alla distanza.

 

Gara podistica

 

Nonostante questa importanza e l'utilizzo su larga scala da parte dei professionisti, le scarpe smart non hanno ancora conquistato un mercato di massa. I corridori della domenica preferiscono ancora indossare delle classiche scarpe da running. Non si tratta solo di una questione di prezzi elevati. Ancora molti sensori inseriti su queste calzature non sono precisi come ci si potrebbe aspettare e l'interazione solo attraverso smartphone richiede uno specifico target di utenti. In futuro però le cose cambieranno per le scarpe da running.

Scarpe smart per il running

Il concetto di mettere dei sensori nelle scarpe per la corsa non è nuovo. Già nel 2012 Nike lanciò una scarpa intelligente, la Nike +, in grado di leggere una serie di dati basati sul piede dell'atleta, come per esempio il numero di volte in cui i piedi toccano il suolo, la lunghezza di ciascun piede da terra e il punto esatto di contatto al suolo. Dopo il tentativo di Nike anche Under Armour e Alta Running hanno realizzato alcune calzature smart per la corsa, senza però ottenere il successo sperato, tanto che la stessa Nike ha interrotto per diverso tempo i propri progetti sulla linea Nike+.

 

 

Under Armour però non si è ancora arresa e di recente ha lanciato due nuove paia di scarpe smart con chip HOVR Phantom e HOVR Sonic. Oltre a una suola personalizzata in schiuma queste scarpe da running sono dotate di accelerometro, sensori di distanza, lunghezza della falcata e cadenza. Tutto questo senza la necessita di avere con noi un telefono. Le scarpe registrano autonomamente i dati e poi potremo tranquillamente analizzare il report a casa su PC o telefono grazie all'applicazione Under Armour. Una soluzione abbastanza comoda considerando che i puristi della corsa odiano avere oggetti elettronici addosso mentre si allenano.

 

 

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La guerra tra scarpe smart e wearable

Il problema principale per lo sviluppo del mercato delle scarpe smart sono i wearable per la corsa. Esistono, infatti, migliaia di oggetti indossabili come calzini, suole, pantaloncini e persino piccoli token da mettere nei lacci che ci consentono di ottenere gli stessi report che possiamo avere con una scarpa smart da running. Quindi cadenza, punto di impatto al suolo, larghezza della falcata, postura e così via. Tra i corridori della domenica questi wearable sono molto popolari, perché costano meno e perché sono uno strumento facile da indossare. Si tratta di una guerra che potrebbe risolversi con un armistizio a breve. Le startup che realizzano sensori, oggetti IoT e wearable infatti hanno le competenze necessarie per creare degli strumenti molto precisi ma non hanno le risorse necessarie per svilupparli al meglio. Al contrario i produttori come Nike o Under Armour stanno investendo nella ricerca ma non sempre hanno i team più adatti per realizzare questi sensori mentre al contrario dispongono di moltissime risorse economiche.

Chip riutilizzabili

Per poter far crescere il mercato delle scarpe smart Under Armour sta inoltre pensando di realizzare dei chip autonomi, utilizzabili con qualunque modello di scarpe da running che si possiede. In questo modo ci basterà comprare il chip e poi aggiungerlo alle nostre scarpe senza dover spendere troppi soldi e senza doverlo sostituire una volta che le scarpe sono vecchie. Ovviamente il chip rileva tutti i dati più importanti sulla corsa, come prestazioni, postura, cadenza della falcata e punto di impatto del piede al suolo. SI tratta di una soluzione efficace per migliorare il mercato delle scarpe smart. Pensate che in media un runner cambia quattro paia di scarpe all'anno e comprare ogni volta una calzatura intelligente sarebbe davvero troppo dispendioso.

 

2 luglio 2018

A cura di Cultur-e
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