Seppur con numeri e ritmo inferiore rispetto agli Stati Uniti, anche in Italia il mercato della smart home inizia ad espandersi. La casa intelligente e connessa, che si comanda da smartphone e in cui tanti dispositivi intelligenti comunicano tra loro, affascina gli italiani che nel 2017 hanno speso 250 milioni di euro in dispositivi smart (+35% rispetto al 2016).
Per il 2018 si attende una crescita ancora più vigorosa, trainata dalle grandi aziende dell'elettronica che stanno immettendo sul mercato sempre più dispositivi smart come termostati Wi-Fi, lampadine intelligenti che si comandano dal cellulare, Smart TV sempre più connesse e persino frigoriferi smart che ci dicono quando è ora di fare la spesa.
Per connettere e gestire in modo semplice tutti questi dispositivi ci vuole uno smart hub, un centro di controllo in grado di dialogare con tutti gli smart device della casa e fargli fare ciò che noi vogliamo.
Smart Hub: il ponte tra tutti i dispositivi smart
Al momento, uno degli aspetti che maggiormente scoraggia chi vorrebbe acquistare dispositivi per la domotica è la jungla di standard di comunicazione che questi apparecchi elettronici utilizzano per comunicare. Ad esempio, le lampadine smart LIFX A19 si connettono tramite il normale Wi-Fi di casa, mentre le Philips Hue tramite il protocollo Zigbee. Altre ancora utilizzano lo standard Z-Wave. Insomma, un bel casino.
È a questo punto che entrano in gioco gli smart hub. Ogni smart hub è compatibile con una lunga serie di protocolli di comunicazione che gli permettono di dialogare con tutti i dispositivi smart presenti in casa. Scegliendo uno smart hub compatibile con tutti questi protocolli non dovremo più preoccuparci di far comunicare ogni dispositivo intelligente con il nostro smartphone per poterlo utilizzare: basterà connettere lo smartphone allo smart hub: al resto ci penserà quest'ultimo.
D'ora in poi useremo una sola applicazione, quella dello smart hub, per comandare tutti i dispositivi connessi. Ma non solo: saremo liberi di acquistare il prodotto che preferiamo, purché esso sia compatibile con almeno uno dei protocolli supportati dal nostro hub.
Lo smart hub è indispensabile?
Se ti chiedi se vale la pena comprare lo smart hub, non c'è una risposta univoca. Se a casa hai solo dispositivi che comunicano tramite Wi-Fi puoi anche farne a meno, mentre se il tuo sogno è gestirli tutti tramite una sola app centralizzata puoi anche utilizzare applicazioni di terze parti com Stringify o Yonomi, che sono in grado di comandare gran parte dei dispositivi smart senza passare per un hub. Queste due applicazioni hanno anche buone funzionalità di automazione: ad esempio, possono tornare utili per programmare l'accensione e lo spegnimento delle luci di casa ad un determinato orario.
Infine, ci sono smart speaker come Google Home Mini o Amazon Echo Dot che fanno anche da hub anche se non sono compatibili con alcuni protocolli di comunicazione. Oppure, se sei un fan della Mela morsicata, c'è l'Apple Homepod, che utilizza l'assistente vocale Siri ed è in grado di comunicare con i dispositivi compatibili con il protocollo HomeKit.
Smart hub: quale scegliere?
Se sei un fan della domotica e stai cercando uno smart hub per connettere tutti i tuoi dispositivi, allora la scelta è veramente ampia. I prodotti sul mercato sono veramente tanti, ma ce ne sono due che sono decisamente più popolari degli altri: il Samsung SmartThings Hub e il Wink Hub 2.
Il Samsung SmartThings Hub è arrivato alla seconda generazione, in quanto a connettività e compatibilità è uno degli hub più completi ed è in grado di gestire di tutto: dalla televisione ai termostati, passando per i sensori di movimento alla lavatrice. Grazie alla connettività Z-Wave, Zigbee e Bluetooth può comunicare con oltre 200 dispositivi e sistemi di terze parti come Philips Hue, Nest e IFTTT. Un piccolo difetto sta nell'app con cui si gestisce il sistema: ancora poco intuitiva rispetto a quella di altri concorrenti. È anche abbastanza complicato, rispetto ad esempio a Google Home o Amazon Alexa, configurare le routine di automazione.
Il Wink Hub 2 è meno famoso dell'hub di Samsung, ma altrettanto valido. Soprattutto in fatto di connettività: supporta Z-Wave Plus, Zigbee, Bluetooth LE, Lutron Clear Connect e l'interfaccia Thread supportata da Google. Si connette al router di casa o tramite porta Ethernet o tramite Wifi a 5 Ghz, quindi non serve posizionarlo vicino al router e garantisce una copertura uniforme su tutta la superficie dell'appartamento. Ciò vuol dire che anche i dispositivi più lontani dall'hub saranno raggiunti facilmente e non ci saranno problemi
Usare uno smart speaker al posto di uno smart hub
Se invece uno smart hub non è quello che fa per te potresti prendere in considerazione l'ipotesi di comprare uno smart speaker come Google Home o Amazon Echo. Come abbiamo già detto queste soluzioni hanno dei limiti rispetto ad uno smart hub vero e proprio, soprattutto in fatto di connettività: supportano meno protocolli di comunicazione e non possono comandare tanti dispositivi come il Wink Hub 2 o il Samsung SmartThings Hub. Dall'altro lato della medaglia, però, gli smart speaker offrono molte altre funzionalità oltre la gestione dei device della smart home: grazie a Google Assistente e Alexa potrete impostare appuntamenti, fare ricerche online, ascoltare musica in streaming e molto altro ancora.
5 novembre 2018