La stragrande maggioranza dei proprietari o utilizzatori di computer ha utilizzato lo screensaver almeno una volta nella vita. Ma non molti sanno effettivamente cosa sia, a cosa serva e per quale motivo sia stato inventato.
Lo screensaver Windows, così i suoi corrispettivi macOS e Linux, ha una funzione ben precisa: quella di tutelare lo schermo. Ma in che modo lo tutela? E perché il monitor ha bisogno di essere protetto?
Per rispondere a queste domande bisogna tornare agli anni ’70 e alla tecnologia CRT: quella dei vecchi schermi a tubo catodico, che presentavano un concreto rischio di usura in caso di esposizione prolungata di un’immagine.
Lo screensaver nasce per contrastare questa usura. Ma mantiene una sua utilità anche se applicato a monitor di generazione successiva: a partire dagli schermi OLED, fino ad arrivare agli schermial plasma.
-
1. Cos’è e quando nasce lo screensaver
Shutterstock
Lo screensaver è un software che si attiva automaticamente un determinato periodo di inattività del computer: un lasso temporale che può venire programmato direttamente dall’utente.
In alcuni casi lo screensaver porta all’oscuramento dello schermo. In altri invece sostituisce il desktop o i programmi aperti con delle immagini o delle animazioni sostitutive. Questa duplice possibilità vale tanto per gli screensaver Windows quanto per gli screensaver macOS.
Il primo screensaver della storia è stato creato nel 1983, con nome ufficiale SCRNSAVE, da John Socha: il software developer a cui si deve anche il file manager Norton Commander.
Dopo SCRNSAVE sarebbero stati pensati tanti screensaver differenti, fino alla realizzazione di Flying Toasters nel 1989. Flying Toasters, realizzato per sistemi Apple, è con ogni probabilità il primo screensaver ad avere acquisito riconoscibilità e notorietà a livello internazionale. Gli screensaver Windows più distintivi sarebbero infatti arrivati successivamente.
-
2. Perché è stato inventato lo screensaver
Shutterstock
Al giorno d’oggi gli screensaver più diffusi sono quelli animati. E vengono apprezzati soprattutto da un punto di vista che potrebbe essere definito artistico.
Ma lo screensaver, anche quello animato, nasce con una funzione ben precisa, suggerita dal suo stesso nome. Screensaver significa salvaschermo e in effetti lo scopo per cui è nato questo software è proprio tutelare lo schermo del computer.
Per comprendere a pieno l’apporto dello screensaver alla salvaguardia di uno schermo bisogna fare nuovamente un passo indietro nel tempo.
Negli anni ’70 e ’80 i monitor dei computer erano schermi di tipo CRT. Ciò vuol dire che erano schermi a tubo catodico: uno standard che ha fatto la storia delle telecomunicazioni. E che sarebbe stato abbandonato in via sempre più definitiva soltanto con l’avvento del nuovo Millennio.
Gli schermi a tubo catodico entrano in una condizione di rischio potenziale ogni qual volta si renda necessaria la visualizzazione prolungata nel tempo di un’immagine fissa.
La ragione dietro questi rischi è di natura tecnica ed è legata al consumo irregolare dei fosfori: metalli di transizione o composti di terre che permettono la chemioluminescenza.
Un’immagine fissa su schermo a tubo catodico prevede che determinati fosfori vengano sollecitati molto più di altri. E questa disparità rischia di bruciare l’area maggiormente sollecitata, con risultati più o meno gravi.
A partire dalla creazione di una specie di immagine fantasma su schermo, anche nel momento in cui la visualizzazione è cambiata. Fino ad arrivare a un danneggiamento grave del monitor.
Lo screensaver salvava gli schermi CRT evitando la bruciatura dei fosfori. E lo faceva o disattivando lo schermo, o sostituendo un’immagine fissa con animazioni.
L’animazione prevede infatti un’attivazione costante di fosfori diversi. Si tratta dunque di una strategia diversa rispetto alla disattivazione. E che però permette comunque di evitare bruciature e immagini fantasma.
-
3. Pro e contro degli screensaver oggi
Shutterstock
Secondo molti utenti, con il superamento dei monitor a tubo catodico lo screensaver ha perso la sua funzione di salvaschermo. Ma in effetti le cose non stanno esattamente così, a prescindere dal fatto che si usi uno screensaver su Windows, macOS o Linux. Tutto infatti dipende dalla tipologia di monitor in proprio possesso.
I monitor LCD utilizzano cristalli liquidi, sfruttando le loro proprietà di modulazione della luce. Questo dispositivo di visualizzazione non è esposto al rischio bruciatura e dunque non richiede l’utilizzo di uno screensaver.
Attivare uno screensaver su un monitor LCD può avere effetti diametralmente opposti. Da una parte disattivare lo schermo garantisce una diminuzione del sollecitamento dei cristalli. E ciò comporta una maggiore tutela dello schermo, oltre che una riduzione del consumo energetico.
Dall’altra lo screensaver animato produce un effetto diametralmente opposto. Questo genere di software infatti mantiene il monitor LCD sempre acceso, aumentando sia i consumi, sia il rischio di usura dei cristalli.
Le considerazioni cambiano nel caso di utilizzo di un monitor OLED. Questi schermi ricorrono a dei particolari diodi organici a emissione di luce, che non hanno bisogno di componenti extra per arrivare all’illuminazione.
La tecnologia OLED prevede che ogni diodo si attivi individualmente. E questo presupposto espone gli schermi OLED allo stesso rischio bruciatura di cui si è parlato nei capoversi precedenti.
Attivare lo screensaver su monitor OLED può quindi rivelarsi una strategia vincente. Anche se è comunque consigliabile ricorrere alla disattivazione dello schermo, o a una qualsiasi altra modalità di risparmio energetico.
Lo screensaver è infine altamente consigliabile nel caso di uso di schermi al plasma. Questi monitor funzionano attraverso particelle di nome scintillatori, che si attivano in maniera diseguale.
Ciò vuol dire che gli schermi al plasma sono esposti al rischio bruciatura e al conseguente rischio di creazione di immagini fantasma. Dunque anche in questo caso lo screensaver può svolgere una vera e propria funzione di salvaschermo.