Da anni medici e scienziati ci dicono che i nostri smartphone sono un vero e proprio ricettacolo di germi di ogni tipo. Per anni abbiamo fatto finta di non sentire queste indicazioni, perché in fin dei conti portarsi in tasca qualche miliardo di germi e microrganismi vari non è stato un problema. L'eccesso di igiene, poi, da altri medici e scienziati è considerato altrettanto pericoloso della sua carenza, perché "frequentare" i patogeni rafforza le nostre difese immunitarie: se li conosci, sai come combatterli.
Con la pandemia da Covid-19 è cambiato tutto: prima che fosse chiaro ai medici (e c'è voluto un po') che il virus si trasmette principalmente per vie aeree è stato consigliato di disinfettare spesso gli oggetti di uso comune, smartphone compreso, e molte persone hanno acquisito una nuova abitudine che continuano a portare avanti.
Da ciò deriva il boom, negli ultimi due anni, dei sanificatori UV per smartphone: piccoli scrigni dentro i quali inserire il telefono per esporne la superficie ad un bombardamento di raggi UV sterilizzanti. Ecco come funzionano questi oggetti e se sono veramente così utili come afferma chi li vende.
Raggi UV contro i microrganismi
Che i raggi UV siano efficaci contro i microrganismi è noto alla scienza da circa 150 anni e quelli per gli smartphone sono solo gli ultimi fra gli sterilizzatori inventati dall'uomo per disinfettare gli oggetti.
Basta andare dal barbiere per vederne un altro esempio: forbici, pettini e rasoi vengono messi dentro una piccola scatola ed esposti ad una strana luce di colore viola. Quello è uno sterilizzatore UV
Un altro esempio proviene dagli sterilizzatori UV per le piscine fuori suolo. Queste piscine sono piccole, contengono relativamente poca acqua e sono esposte alla luce solare per tutto il giorno. Niente di meglio per i batteri e, soprattutto, per le alghe unicellulari che colonizzano in fretta questi piccoli specchi d'acqua. La soluzione consiste nel far passare l'acqua della piscina attraverso una sorta di fontanella, all'interno della quale c'è una potente lampada UV. E funziona.
Le mamme moderne, poi, di sicuro si saranno imbattute almeno una volta in uno sterilizzatore UV per biberon e ciucci: ogni anno se ne vendono milioni.
Non ci sono molti dubbi, e da tempo, sul fatto che i raggi ultravioletti (in particolare i raggi UV-C) siano in grado di uccidere batteri, funghi e virus. Esiste addirittura un metodo industriale per usarli, chiamato "Ultraviolet germicidal irradiation" (UVGI), molto diffuso nelle cucine e nell'industria alimentare.
I raggi UV-C sono quelli con la lunghezza d'onda inferiore (100-280 nanometri) e fanno male, anzi malissimo alla salute: ecco perché la prolungata esposizione al sole estivo è correlata all'insorgenza di tumori alla pelle. Per lo stesso motivo sono stati inventati gli occhiali da sole con filtro anti UV.
Questi raggi UV hanno infatti la capacità di modificare il DNA dei microrganismi irradiati e, poiché i virus sono proprio dei pezzi di DNA vaganti nell'aria, le radiazioni UV-C sono efficaci anche contro di loro.
Sanificatori UV per smartphone: funzionano?
Dalla teoria alla pratica: se i raggi UV sono efficaci contro germi, batteri e virus, lo stesso vale anche per i sanificatori UV per smartphone? Questi oggetti riescono a sterilizzare i telefoni in modo efficace? La risposta è sì, se vengono usati nel modo corretto.
Per avere effetto i raggi UV devono colpire i patogeni per diversi minuti e la durata del trattamento germicida varia in base alla potenza della lampada: più raggi UV-C vengono emessi e meno tempo sarà necessario per disinfettare un oggetto. Ecco perché alcune lampade sono efficaci già dopo 5 minuti, mentre altre solo dopo 10 o più minuti.
La vera domanda da farsi, piuttosto, è un'altra: meglio un sanificatore UV o il buon vecchio panno imbevuto di alcool? Entrambi i metodi hanno i rispettivi pro e contro.
I sanificatori UV sono molto comodi, perché non richiedono un intervento attivo dell'utente: basta inerire il telefono al loro interno, chiuderli e accenderli. Non c'è rischio di versare alcool da tutte le parti, le mani non restano impregnate del fortissimo odore del disinfettante.
Di contro, però, la pezza con l'alcool oltre a disinfettare pulisce anche: toglie le impronte, trascina via le particelle di sporco e arriva abbastanza in profondità anche negli angoli e nelle eventuali piccole crepe e nei graffi del vetro. Un sanificatore UV, invece, è afficace solo sull'area effettivamente colpita dai raggi UV, quindi se ci sono zone "in ombra" non verranno disinfettate.
Infine, un avvertimento: i raggi UV non fanno solo male all'uomo e ai germi, ma anche ad alcuni tipi di plastica e di gomma. A lungo andare, quindi, potrebbero danneggiare le guarnizioni del telefono se queste sono leggermente sporgenti e vengono colpite dal fascio di luce UV-C.