Non più solo in fabbrica. Sempre più spesso robot e automi di ogni genere trovano utilizzo all'interno delle situazioni più disparate e, fino a qualche anno fa, impensabili. Gli androidi, tanto per fare qualche esempio, possono essere impiegati come "dama di compagnia" o assistente domestico per le pulizie casalinghe; all'interno dei laboratori di ricerca sia come "cavie" sia come assistenti; dentro strutture ospedaliere o case di cura per sostituire gli infermieri in compiti ripetitivi; nei condomini al posto dei portieri.
E, nonostante il rapporto tra uomo e robot sembra si stia incrinando, è probabile che nei prossimi anni gli automi vadano a occupare altre posizioni precedentemente occupate dall'uomo. Una di queste è quella del libraio: alcuni scienziati dell'Agency for Science, Technology and Research di Singapore hanno realizzato un prototipo di robot capace di sostituire l'uomo nei compiti più pesanti e ripetitivi all'interno di biblioteche e librerie. Merito di un lettore di chip RFID e un'intelligenza artificiale in grado di mandare a memoria l'intero catalogo della libreria.
Il robot libraio
Il sistema automatizzato realizzato nei laboratori singaporiani consente di risparmiare tempo prezioso e dedicare le risorse umane presenti nelle librerie e nelle biblioteche di grandi dimensioni a mansioni meno ripetitive e più "fruttuose". AuRoSS (acronimo di "Autonomous Robotic Shelf Scanning", sistema robotico automatico per la scansione degli scaffali), questo il nome del robot, si occupa di scansionare i codici RFID dei libri, così da verificarne o meno la presenza e segnalarla al sistema centrale. Grazie a report quotidiani e settimanali, AuRoSS aiuta a tenere in ordine la libreria o la biblioteca e gestire al meglio il patrimonio librario.
Concentrato di tecnologia
Un compito semplice solo in apparenza. Oltre al lettore RFID, il robot libraio deve essere dotato di tutti i sensori e tutti i sistemi che gli consentono di muoversi all'interno dei corridoi della biblioteca. A guidare le ruote sterzanti troviamo, tanto per fare un esempio, un sistema di posizione a ultrasuoni che consente a AuRoSS di non muoversi troppo vicino agli scaffali ed evitare tutti i possibili ostacoli che gli si presentano nel corso della sua attività. Tutte queste attività sono condotte in condizioni di scarsa illuminazione, in maniera completamente automatizzata e con un'efficienza altissima: il rilevamento dei volumi mancanti o mal posizionati avviene con una percentuale prossima al 100%.
L'esempio Amazon
AuRoSS, comunque, non è unico nel suo genere. Da anni Amazon impiega all'interno dei suo magazzini statunitensi i robot del sistema Kiva. Capaci di muoversi in completa autonomia all'interno degli spazi loro assegnati, questi automi-facchini ricevono gli ordini dal sistema informatico centrale, si muovono tra scaffali e ponteggi alla ricerca dei prodotti richiesti per poi consegnarli al referente "umano" addetto all'imballaggio e alle consegne. In questo modo il gigante di Jeff Bezos è in grado di automatizzare parte del processo di consegna e organizzazione dei magazzini, risparmiando tempo e denaro.