Non solo industria pesante, edilizia, trasporti e commercio. Robot e automi di vario genere si apprestano a prendere il posto di lavoratori in carne ossa nei settori più disparati, anche alcuni inimmaginabili. O, quanto meno, poco "probabili". Capita (e capiterà) sempre più spesso di incrociare uno o più robot nelle corsie d'ospedale e negli stanzoni delle case di cura per anziani. Ovviamente, non andranno a sostituire completamente lo staff umano, ma saranno di supporto a infermieri e terapisti nell'assistere persone con scarsa mobilità o con problemi di solitudine e depressione.
Insomma, degli assistenti medici pronti a entrare in corsia e intervenire in qualunque situazione siano chiamati. Che si tratti di prendersi cura di anziani non deambulanti o in fase di recupero o di giocare con bambini costretti in un qualche reparto d'ospedale, poco importa: i robot sono e saranno delle figure fondamentali nella cura e nell'assistenza medica del futuro.
Boo Boo il giocherellone
Creato dai giapponesi di Softbank Robotics e personalizzato dalla software house belga ZoraBots, Boo Boo è stato uno dei primi robot a varcare le soglie dei reparti d'osepadale oltreoceano. Dall'apparenza vagamente bambinesca, con i suoi grandi occhi neri e il suo corpicino di poco più di 60 centimetri d'altezza, Boo Boo è impiegato nei reparti di pediatria, dove gioca al Ballo di Simone, legge storie e canta canzoni. Il robottino, in particolare, è perfetto per far calmare i più piccoli prima di esami e analisi mediche di vario genere.
Merito anche della piattaforma software della casa sviluppatrice belga, che consente a chiunque (non solo esperti di robotica, ma anche medici e infermieri) di programmare Boo Boo come meglio crede. Tutto quello che dovranno fare sarà trascinare le azioni da compiere all'interno del framework nell'ordine in cui il robot dovrà eseguirle e avviare la procedura. Questa modalità operativa conferisce a Boo Boo anche una certa versatilità: il robot potrà essere programmato come meglio si crede ed eseguire, così, le azioni e operazioni più svariate.
Per grandi e piccini
Robot come Boo Boo, ovviamente, non sono utilizzati solamente per assistere i pazienti più piccoli. La già citata versatilità, infatti, permette di utilizzarli anche nelle case di riposo e cura per anzini. Boo Boo e i suoi "simili" sono infatti degli ottimi robot da compagnia e aiutano a combattere solitudine e depressione. Boo Boo, ad esempio, è nato per mostrare ai piccoli pazienti come muoversi nel corso della riabilitazione, mostrando loro in anticipo come dovevano essere svolti gli esercizi.
Oggi, invece, una piattaforma software sempre più avanzata, consente di utilizzare Boo Boo anche per assistenza agli anziani. In molti casi, la sola presenza del robot da compagnia è sufficiente per migliorare l'umore e lo stato di salute degli ospiti di strutture assistenziali. Le loro visite, spesso e volentieri, sono paragonate a quelle di familiari o bambini tanta è la gioia e la spensieratezza che procurano: anche se per poco tempo, i pazienti possono mettere da parte dolori e sofferenze e passare un po' di tempo in allegria.
Robot da compagnia
Automi di questo genere, però, possono essere utilizzati anche come "assistenti sociali" e utilizzati per interagire con bambini e adulti affetti da patologie e sindromi di vario genere. Il Robotics and Autonomous Systems Center della University of Southern California, ad esempio, sta sviluppando piccoli androidi da utilizzare con bambini affetti da sindrome autistica con lo scopo di migliorare le loro abilità di socializzazione. I bambini, infatti, vedono i robot antropomorfi alla stregua di amici in carne e ossa e si relazionano con loro così come farebbero con i loro amici del cuore. Non solo: robot da compagnia possono essere utilizzati anche nella cura di anziani affetti da sindrome di Alzheimer, fornendo loro assistenza e presenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Assistenti, non rimpiazzi
Cosa ancora più importante, gli androidi sviluppati in questi ultimi anni sono visti più come assistenti di infermieri e specialisti in carne e non come dei loro sostituti o rimpiazzi. Boo Boo, ad esempio, mostra ai bambini e agli anziani come svolgere un esercizio, mentre uno specialista in carne e ossa può affiancare i pazienti con maggiori difficoltà, aiutandoli fisicamente a fare gli esercizi di riabilitazione. Discorso analogo per i robot pensati per gli anziani con sindrome di Alzheimer: il loro scopo è assistere e controllare che i pazienti non abbiano problemi o difficoltà di alcun genere. In caso di pericolo, però, un infermiere è sempre pronto a intervenire e prendersi cura delle persone malate.
8 aprile 2018