Se ci rifletti, magari anche per qualche secondo, ti ricordi che l'hai già visto almeno una volta. Magari un brevissimo spezzone o un estratto sotto forma di GIF, ma sicuramente l'hai già visto. Una sicurezza derivante dal fatto che ci si trova di fronte a uno dei video virali più famosi di sempre, probabilmente il primo video virale di Internet. Insomma, un vero e proprio pezzo di storia della Rete realizzato oltre 20 anni fa, quando il concetto di web 2.0, social network e viralità non erano stati neanche lontanamente pensati.
Nonostante tutto, il video in questione aveva già allora tutti gli elementi necessari per diventare un meme di Internet. A partire dalla breve e scarna storia. Un uomo seduto alla sua scrivania, in un piccolo cubicolo tipico degli uffici di fine Anni '80 e inizio Anni '90. Qualcosa, però, sembra non funzionare e allora l'uomo inizia a colpire con forza la tastiera: 1, 2, 3 pugni sino a quando decide di impugnare la tastiera a mo' di mazza da baseball e scagliarla contro il monitor (un vecchio e pesante monitor a tubo catodico) che finisce la sua corsa nel corridoio di fronte il cubicolo, poco fuori dall'inquadratura. Nel frattempo, il vicino di cubicolo si affaccia dalla parete per verificare cosa stesse accadendo e, soprattutto, che la sua incolumità non fosse in pericolo.
Quello appena descritto è conosciuto ai più come "badday.mpg", nome file del primo video virale della storia di Internet. Nonostante Internet fosse ancora agli albori del suo percorso per diventare mezzo di comunicazione di massa e non fosse tecnologicamente attrezzato per ospitare video (tantomeno virali), badday.mpg ottiene immediatamente un successo globale. Anziché diffondersi attraverso social e piattaforme di condivisione di vario genere, il breve filmato viaggia via posta elettronica, arrivando a intasare server e rendendo inutilizzabili alcuni dei primi servizi e-mail.
La tesi della cospirazione
Parte di questo successo è da attribuire a Benoit Rigaut, sviluppatore web con un passato al CERN (l'Istituto di Ricerca Nucleare Europeo, nelle cui segrete stanze Tim Berners-Lee sviluppa concetti, protocolli e tecnologie alla base del worldwide web). Nel 1998 Rigaut riceve il video da un suo collega via posta elettronica e immediatamente decide di caricarlo sui server del CERN (il nodo Internet più grande in Europa, a quel tempo), creando anche un sito web per diffonderlo più velocemente tra i suoi contatti.
Vedendolo e rivedendolo, però, lo sviluppatore francese nota alcuni particolari del video che iniziano a farlo insospettire. Prima di tutto, lo schermo era spento e scollegato da PC e alimentazione elettrica. L'uomo alla scrivania, poi, sembra scambiarsi un'occhiata di complicità con il collega "preoccupato" e, mentre si dirige verso il corridoio, lancia un'occhiata anche alla telecamera di sicurezza. Insomma, tutto sembra far pensare che il filmato non sia "genuino" e che i protagonisti seguano un copione ben preciso.
Sul sito dedicato al video Rigaut rilancia immediatamente la sua tesi del complotto, con tanto di fermoimmagine sgranati e ingrandimenti utili a supporto della sua tesi. Se vi chiedete, dunque, quando nasce la prima tesi complottista della storia avete anche la risposta: tra fine 1998 e inizio 1999, quando il primo video virale della storia di Internet raggiunge l'apice del successo.
La vera storia del primo video virale di Internet
In effetti Rigaut non va poi così lontano dalla verità. Quello che a un primo sguarda sembra essere un video "genuino" e "spontaneo" altro non è che uno dei primi esempi di spot web. Tutto nasce sul finire degli Anni '90 dello scorso secolo all'interno degli uffici della Loronix, azienda hi-tech di base in Colorado. In quel periodo la Loronix era impegnata nella progettazione e sviluppo di un sistema di registrazione e telecontrollo per videocamere di sicurezza dedicato a uffici e piccole aziende.
Il CEO dell'azienda Peter Jankowski ha così l'idea di girare un filmato di "prova", da inviare a possibili acquirenti sparsi in tutti gli Stati Uniti. Per realizzarlo coinvolge uno dei suoi dipendenti storici, Vinny Licciardi, il quale ha l'idea di impersonare il dipendente frustrato che distrugge monitor e PC (in realtà né lo schermo né le varie periferiche erano funzionanti). La scena non richiede moltissimo tempo per essere girata, dal momento che il video dura appena 26 secondi. Come sottolinea Jankowski, però, c'è stato bisogno di un secondo ciak: nel corso del primo, sia Licciardi che il collega scoppiano fragorosamente a ridere.
Il video viene poi convertito in MPEG-1 (con una risoluzione monstre di 352x240 pixel) e inviato via CD a varie aziende e società degli Stati Uniti. La strada per la viralità è praticamente spianata.
Precursore dei tempi
Non appena diviene più semplice condividere video online, altri utenti realizzano delle proprie versioni di badday, facendosi riprendere intenti a distruggere computer e altri oggetti all'interno degli uffici. Insomma, senza poterlo minimamente immaginare, Vinny Licciardi e il suo capo possono essere considerati come veri e propri precursori dei tempi. In un solo video, realizzato per tutt'altri motivi, è possibile trovare tutti gli elementi caratterizzanti dei video virali odierni: l'estetica da telecamera di sicurezza; durata inferiore ai 30 secondi; lo "sclero" e la conseguente distruzione di un oggetto. A questo si aggiunge poi l'ombra lunga delle tesi complottiste tanto in voga ai nostri giorni.
15 gennaio 2018