Cosa accomuna tra di loro il movimento degli Indignados spagnoli, gli attivisti di #OccupyWallStreet e i ribelli della Primavera Araba? Da una parte, sicuramente, le rivendicazioni di un radicale cambiamento politico, economico e sociale; dall'altra un profondo cambiamento nel modo di fare comunicazione, dove i cittadini vestono i panni di giornalisti e videoreporter e diventano i narratori ufficiali di ciò che accade.
Grazie ad Internet e rete mobile, i manifestanti erano in grado di raccontare in diretta cosa stesse accadendo, documentando il tutto con foto e filmati realizzati con smartphone e tablet. In molti stati nord africani e mediorientali i regimi furono così costretti a ricorrere a una soluzione drastica: bloccare l'accesso alla rete mobile e al web. Accadde, ad esempio, il 26 gennaio 2011, quando il regime egiziano di Hosni Mubarak “staccò i fili” di Internet e della rete mobile per sei giorni di seguito, mostrando così alcuni limiti delle infrastrutture di comunicazione digitale.
Nacque così l'idea di Qaul, una rete basata sui ripetitori Wi-Fi di cui la maggior parte dei computer, laptop, smartphone e tablet che usiamo sono dotati. Si crea, così, un network totalmente indipendente dalle infrastrutture pubbliche ma non per questo meno potente. Tutti i dispositivi connessi a una rete Qaul potranno effettuare chiamate e videochiamate VoIP, inviare messaggi di testo, chattare, effettuare il file sharing: il tutto indipendentemente dalle infrastrutture di Internet o della rete mobile “di stato”.
L'utilizzo della Rete da parte dei movimenti di protesta
Dal movimento #OccupyWallStreet in poi, smartphone e tablet sono stati eletti a mezzi di comunicazione di massa dei movimenti di protesta di tutto il mondo. In Spagna gli Indignados sfruttarono Internet e rete mobile per far conoscere al resto del mondo le loro ragioni. Nel corso della Primavera Araba (così come nel corso delle ultime sommosse che hanno scosso il Medio Oriente o, in misura differente, il Brasile), la Rete e i social network giocarono un ruolo importante. Con i canali di informazione ufficiali sotto il controllo del regime di turno, le notizie delle rivolte, delle cariche della polizia, delle veglie notturne, dei morti e dei feriti arrivarono solamente attraverso Internet.
Internet e le reti mobili vennero sfruttate anche per il coordinamento delle azioni di rivolta. Gli appuntamenti nelle piazze e gli spostamenti tra le strade della città vennero organizzati grazie ad app di messaggistica istantanea come Whatsapp, molte riunioni tra gruppi diversi di rivoltosi si tennero in videoconferenza grazie a Skype e altri programmi di videochatting e così via. Il networking (inteso in senso ampio) svolse anche la funzione di raccordo e coordinamento dei gruppi di ribelli. E Qaul fu parte integrante di questa idea di networking allargato.
Come nasce Qaul
Qaul, che si pronuncia come la parola inglese call, è un termine di origine araba dal significato un po' ambiguo. A seconda del contesto in cui viene utilizzato, può voler dire discorso, parola, opinione, detto. Nel nostro caso, però, rappresenta un progetto per il networking libero e indipendente sviluppato in Germania nei giorni più caldi delle rivolte nei Paesi arabi e del Nord Africa.
Qaul è, nella sostanza, un software open source che trasforma ogni dispositivo dotato di connettività Wi-Fi (sia esso un tablet, un pc, un laptop, uno smartphone o qualsiasi altro device) non solo in un nodo di “passaggio” della Rete, ma in una della parti fondamentali della rete stessa. Sparisce inoltre la netta separazione tra infrastruttura di rete e applicazioni esistente sia in Internet sia nelle reti mobili: con Qaul si arriva ad una sorta di fusione tra i due aspetti delle reti classiche, con l'applicazione che assume allo stesso tempo il ruolo di infrastruttura di rete e viceversa.
Come funziona Qaul
Il motto di Qaul è “Dovunque e in qualsiasi momento”. E non è complicato capire il perché. Scaricando il client si entrerà automaticamente a far parte della rete indipendente e, di conseguenza, si potrà iniziare a utilizzare tutte le applicazioni e i servizi offerti da Qaul. Tutti i dispositivi con il client installato saranno parte della rete e potranno concorrere ad estenderla geograficamente o a rafforzarne il segnale già esistente all'interno di una zona.
Per funzionare, Qaul sfrutta i principi delle reti mesh o rete a maglie. A differenza di Internet, dove è necessaria l'esistenza di un'infrastruttura di comunicazione fisica attraverso la quale far viaggiare i dati (come possono essere, ad esempio, le dorsali di fibra ottica che connettono due regioni geograficamente distanti). La rete a maglie, invece, è una rete di telecomunicazione senza fili e cooperativa, nella quale i nodi sono contemporaneamente ricevitori, trasmettitori e ripetitori del segnale e dei dati.
Si tratta di un'architettura di rete decentrata, stabile e relativamente economica. Ogni nodo deve occuparsi di trasmettere i dati in transito sino al nodo successivo e non oltre. Grazie alla ridondante presenza di nodi, ogni dispositivo è fondamentale ma non indispensabile: anche se uno dei nodi dovesse venire a mancare, si troverebbe un percorso alternativo attraverso il quale far transitare i dati.
Se, ad esempio, un utente Qaul egiziano volesse entrare in comunicazione con un utente Qaul in Libia (ammesso che esista una rete tanto estesa), il messaggio in uscita dallo smartphone o dal laptop del primo utente verrebbe inviato in Wi-Fi al device dell’utente Qaul a lui più vicino, il quale, a sua volta, lo spedirebbe automaticamente al l’utente Qaul a lui più prossimo, e così via, fino a coprire, di device in device l’intero percorso fino ad arrivare al destinatario.
Il client è stato realizzato in modo da diffondersi in maniera “virale”. Ogni nuovo dispositivo scaricherà automaticamente il client al primo tentativo di connessione alla rete Qaul, così da poterne entrare a far parte a tutti gli effetti e utilizzare tutti i servizi ad esso collegati, come chat e file sharing. In questo modo, si creerà un solo network tra tutti i dispositivi dotati di connettività Wi-Fi, indipendentemente dalla loro marca o dal loro modello.
Basando la propria rete sul ripetitore Wi-Fi di ogni singolo dispositivo, la portata del segnale potrebbe rappresentare un problema per la diffusione di Qaul. Secondo i programmatori che hanno realizzato il client, invece, questo è uno dei punti di forza del progetto: Qaul connette direttamente tra loro dispositivi come smartphone e laptop, bypassando la necessità di doversi connettere ad un router che indirizzi e controlli il traffico tra i dispositivi. In condizioni ideali, ovvero in presenza di una massa critiica di device connessi tramite questa applicazione, il network risulterà composto da dispositivi molto vicini l'uno all'altro, dando vita ad una rete “densa” a sufficienza da essere addirittura potenzialmente più stabile di quella a cui siamo abituati.