I social media sono letteralmente invasi di foto di bimbi e bimbe di tutte le età. Si parte dal primo scatto appena nato per arrivare al fatidico primo giorno di scuola. Ogni singolo momento viene documentato, uno storytelling completo, assiduo e diciamo la verità, a volte veramente stucchevole. Come delle moderne Cornelie digitali gran parte delle mamme di oggi ostentano i loro figli come se fossero dei gioielli: "haec ornamenta mea" sembrano dire nel momento che si apprestano a postare le foto dei figlioli sui loro profili social.
Ma questo comportamento è preso troppo alla leggera e pubblicare costantemente fotografie dei bambini che in realtà celano una serie di importanti e preziose informazioni non è cosa buona. Ma al di là dei rischi che implica un tale comportamento sembra che i primi a non gradire siano proprio i soggetti delle foto, ovvero i ragazzi stessi.
I genitori pubblicano le immagini dei loro figli senza pensare alle conseguenze. E senza chiedere il consenso ai bambini, ancora troppo piccoli per capire e per decidere. Microsoft ha condotto uno studio sul caso e ha scoperto cose molto interessanti. I ragazzi non sono contenti delle attenzioni social dei loro genitori e preferirebbero che le loro immagini non venissero pubblicate online.
Lo studio Microsoft
Secondo un recente studio condotto da Microsoft almeno quattro adolescenti su dieci sono scontenti e preoccupati della quantità di informazioni personali condivise dai genitori sui social media. La ricerca mostra come in ben 25 paesi, tra cui l'Italia, il 42% degli adolescenti intervistati è consapevole di avere un problema relativo a questo comportamento dei genitori, ma non solo, di questi, l'11% lo percepisce e lo vive come un problema molto grave, il 14% come un problema di media entità, mentre per il restante 17% si tratta di un comportamento di poco conto. Il 66% dei ragazzi ascoltati affermano poi di essere state vittime di almeno un rischio online causato proprio da questo eccesso di esposizione sui social media e si dicono molto preoccupati che tale rischio possa accadere di nuovo.
Lo studio sottolinea come, nonostante siano tantissimi gli adulti che continuano a reiterare questo tipo di atteggiamento online, ignorando i rischi che può comportare, anche nel 2019 gli adolescenti hanno continuato ad interpellare i loro genitori o altri adulti fidati per confidarsi e chiedere aiuto per risolvere problemi scaturiti online. Alla domanda che chiedeva ai ragazzi di identificare chi fossero i modelli di comportamento online da imitare l'80% degli adolescenti ha indicato i genitori seguiti dagli insegnati con il 49%, da altri adulti per il 22%, da atleti affermati per il 17% e, infine, dalle celebrità per il 15%.
Lo scopo della ricerca della Microsoft è quello di continuare ad incoraggiare gli adulti a tenere un comportamento online consono e rispettoso. Gli adulti devono provare a partecipare alle attività online svolte dai propri figli dimostrandosi sempre attenti, aperti e disponibili a sostenere conversazioni sugli aspetti della loro vita in rete. Ascoltando senza giudicare quando ci si imbatte in situazioni online rischiose o imbarazzanti, cercando di concordare insieme qualsiasi forma di azione volta al contrasto e alla risoluzione di tali problematiche.
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