Lo scorso 24 agosto 2014, un terremoto di magnitudo 6,0 ha scosso la Napa Valley californiana, terrorizzando centinaia di migliaia di abitanti delle cittadine a nord di San Francisco. In quell'occasione, un sistema di sensori di rilevamento del Seismology Laboratory della University of California – Berkeley riuscì a prevedere, con un anticipo di 10 secondi circa, l'arrivo della scossa di terremoto. Lo ShakeAlert (questo il nome dato dagli scienziati dell'università californiana), basato su una rete di 150 sensori, diede indicazioni abbastanza precise sia sull'epicentro sia sulla magnitudo (per il sistema 5,7 gradi della scala Richter, nella realtà il terremoto è stato di 6 gradi).
Nel 2015 anche l'Italia potrebbe essere dotata di un sistema di previsione delle scosse di terremoto che aiuti le autorità a mettere in salvo vite umane e mettere in sicurezza siti strategici. Il funzionamento sarà differente rispetto a quello messo su dal laboratorio universitario californiano ma i risultati potrebbero essere simili.
Probabilità
L'Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia (Ingv) sta lavorando da tempo a un sistema di previsione probabilistica dei fenomeni sismologici che possa aiutare le autorità e le amministrazioni pubbliche a prendere decisioni pratiche o fare scelte decisive per la vita dei cittadini quando si supera la soglia di pericolo. Bisogna porre, però, grande attenzione: non si tratta di uno strumento tecnologico “da film”, in grado di emettere allarmi sonori e visivi con giorni o, addirittura, settimane di anticipo.
Come afferma Warner Marzocchi dell’Ingv in un articolo su Repubblica, i terremoti non possono essere predetti con gli strumenti tecnologici attuali e non si sa se mai sarà in grado di farlo. Si tratta, invece, di un servizio di cartografia digitale, basato sulle Api di Google Maps, che mostrerà l'indice di pericolosità settimanale delle varie aree sismiche della penisola italiana.
Come funziona e quali informazioni fornirà
Attualmente il sistema ideato dall'Ingv è ancora in fase di sperimentazione da parte della Protezione civile ma entro il 2015 dovrebbe essere reso pubblico e accessibile tramite il portale ufficiale dell'ente di ricerca italiano. Sfruttando tutti i dati in possesso dell'istituto (le rilevazioni sismiche effettuate 24 ore su 24, 7 giorni su 7 dalla fittissima rete di geofoni distribuita sull'intero territorio nazionale), l'algoritmo alla base del sistema predittivo sarà in grado di calcolare la probabilità di un evento sismico. Solitamente, infatti, i terremoti si presentano a grappoli: le scosse di terremoto maggiori sono precedute da piccole scosse “di avvertimento”. Quanto l'intensità, la frequenza e la prossimità di queste scosse aumenta, si ha uno sciame sismico, vero e proprio campanello d'allarme per sismologi ed esperti in catastrofi naturali. Applicando appositi modelli matematici ai dati ricavati dalla misurazione degli sciami, si può ottenere la probabilità che in una certa regione possa accadere un evento sismico di grande rilevanza.
Mettendo a sistema tutti questi dati, lo strumento permetterebbe di valutare la “pericolosità sismica a breve termine” : basandosi sui principi dell'Operational Earthquake Forecasting, ovvero la previsione probabilistica operativa dei terremoti, si potrebbe ottenere un valore percentuale relativo alla probabilità che in una determinata regione avvenga un terremoto. Gli stessi principi e le stesse valutazioni fatte nel caso delle previsioni meteorologiche, insomma, solo che in questo caso si applicano alla sismologia.
I dati così ricavati saranno poi tradotti in forma grafica grazie all'utilizzo di Google Maps. Il sistema mostrerà la probabilità che, nell'arco della prossima settimana, una fetta di territorio sia colpita da una scossa di terremoto di magnitudo superiore ai 4 gradi della Scala Richter. Uno strumento molto importante, che dovrebbe permettere alle autorità di preparare la macchina delle emergenze per tempo e garantire la sicurezza e l'incolumità fisica dei cittadini.
Previsione
Il riferimento al meteo è tutt'altro che casuale. Come spiega Marzocchi, la predizione dei terremoti è ancora scientificamente impossibile: la scossa di terremoto è il risultato di un sistema complesso di fattori ed eventi che accadono ben al di sotto della crosta terrestre. La magnitudo e la tempistica di un evento sismico dipendono, ad esempio, dall'energia accumulata in un punto di faglia e dal livello di “stress” raggiunto in quel preciso punto della crosta terrestre. Ottenere delle misurazioni precise di questi valori richiederebbe trivellazioni chilometriche sotto la superficie terrestre e l'impianto di sensori sofisticatissimi, attualmente non ancora sviluppati.
Per questo motivo la scienza sismologica ha spostato la propria attenzione sulla previsione probabilistica di questi eventi. La capacità predittiva resta ancora bassa ma lo strumento messo a punto dall'Ingv servirà, prima di tutto, a sensibilizzare la popolazione sui rischi che si corrono quotidianamente.