Tra qualche mese, vista la frequenza con cui ne vengono presentati di nuovi, non faranno più notizia, o quasi. Dopo che Amazon – e il suo Echo – hanno dimostrato che il mercato degli assistenti vocali domestici è la nuova frontiera della domotica, molti altri produttori ci si sono buttati a capofitto. Oltre ai vari Google Home e Apple Homepod, moltissimi altri hanno provato a seguirne l'esempio, puntando sull'intelligenza artificiale dei vari Alexa e Google Assistente (ma non solo).
Come detto, però, il loro futuro potrebbe non essere così roseo come qualcuno poteva pensare. E il merito (o la colpa) in questo caso è di? Piccolo. Basato su una o più smart camera, questo nuovo sistema di gestione dei dispositivi della casa domotica non richiederà comandi vocali per accendere lampadine, ascoltare musica o cambiare canale TV: basterà un cenno della testa o delle mani per comandare tutti i dispositivi domotici che abbiamo nella nostra abitazione.
Che cos'è Piccolo
Creato all'interno dei laboratori di Y Combinator, uno dei più grandi incubatori d'impresa al mondo, Piccolo è un assistente domestico "visuale", che consente di controllare la smart home con i gesti del proprio corpo anziché con comandi vocali. Si tratta, di fatto, di una o più telecamere connesse alla Rete che sfruttano algoritmi di machine learning e intelligenza artificiale per analizzare i movimenti del corpo e "scoprire" quali sono le nostre intenzioni.
Come funziona Piccolo
Il segreto di questo assistente domestico "visuale" sta nella visione computerizzata garantita dall'intelligenza artificiale: Piccolo si compone di diverse telecamere smart distribuite nelle stanze nelle quali è presente uno o più dispositivi domotici. Il sistema Piccolo studia ogni nostro singolo movimento e, una volta individuato quello che potrebbe essere un comando, esegue alcune istruzioni prestabilite e presenti nel suo codice sorgente. Basterà indicare una lampadina o muovere la mano in direzione del televisore per farli accendere, cambiare canale o aumentare il volume.
Piccolo, nello specifico, studia le posizioni che assumiamo così da ricavare dati sulla nostra postura attraverso una tecnica chiamata skeletal tracking (letteralmente "tracciamento dello scheletro"), che consente di individuare movimenti compiuti volontariamente e trasformarli così in comandi per lampadine, termostati e TV smart.
Sistema in evoluzione
Ovviamente, si tratta di un sistema ancora in pieno sviluppo. Gli ideatori e sviluppatori di Piccolo dovranno risolvere, prima di tutto, il problema dei "falsi positivi" e poi creare una serie di istruzioni che possano andare bene per tutti i vari dispositivi domotici – realizzati dai produttori più svariati – che si possiedono e si hanno in casa. Per quanto riguarda i falsi positivi, i team che ha ideato Piccolo e che ne cura lo sviluppo ha adottato una "soluzione ponte": in attesa di automatizzare per intero il processo, ora è necessario alzare il braccio (come a chiedere il "permesso") e successivamente compiere il movimento-comando da assegnare ai vari smart gadget di casa.
Problema privacy?
Il più grande ostacolo alla diffusione di Piccolo, però, potrebbe essere un altro: convincere le persone a disseminare telecamere nella propria abitazione nonostante le tante notizie relative alle falle presenti nei firmware dei gadget domotici e ai possibili tentativi degli hacker di accedere al flusso di immagini (senza che gli utenti se ne rendano conto) e spiarli nella loro intimità. A questo si deve aggiungere, poi, la possibilità che le immagini siano utilizzate da Piccolo per tenere traccia delle preferenze degli utenti e delle loro abitudini. Insomma, in entrambi i casi potrebbero crearsi situazioni poco piacevoli per la privacy degli utenti.
Si tratta di aspetti, comunque, tutt'altro che sottovalutati dai creatori di Piccolo, al lavoro anche per minimizzare i pericoli per la privacy derivanti dall'installazione e dall'utilizzo di questo primo assistente domestico "visuale".
2 marzo 2018