Dopo una lunga e concitata attesa, è stata lanciata sul mercato a novembre 2020 eppure, a distanza di alcuni mesi, PlayStation 5 risulta ancora introvabile o disponibile in pochissimi esemplari rispetto alla richiesta, fenomeno in costante crescita. Passano i giorni e le settimane ma della console sembra non esservi alcuna traccia. Anche se lo scorso anno abbiamo dovuto rinunciare a vedere le file degli aspiranti possessori del nuovo modello della piattaforma di gioco di Sony, ciò non si è tradotto in un numero minore di acquisti ma, anzi, in un incremento tale che ha portato a conseguenze che ancora oggi lasciano i più con più dubbi che certezze. Molti gamers e appassionati di videogiochistrong>, nonché esperti del settore e semplici curiosi, si sono posti uno dei quesiti più pruriginosi che hanno caratterizzato la fine dell’anno 2020: perché le Ps5 non si trovano? A quanto pare, la domanda è molto spinosa. A pesare, un circolo vizioso di molteplici fattori.
PS5, stare in casa ha aumentato la richiesta
Il problema della mancata disponibilità delle console dell’azienda giapponese affonda le radici in alcuni fenomeni ancora più ampi di quanto sia possibile immaginare. Primo su tutti è stato quello correlato direttamente alla pandemia da coronavirus, diffusasi in tutto il mondo a partire dai primi mesi del 2020. Tra tutti, la propagazione del virus ha costretto moltissime persone a permanere tra le mura di casa per molto più tempo rispetto al passato. Ecco che molte più persone rispetto al passato hanno dunque deciso di mettere mano al portafogli e acquistare la PS5, tanto da far rapidamente - e inaspettatamente - lievitare i numeri mandando completamente nel pallone non solo la casa produttrice, ma anche tutta la filiera produttiva, dalla componentistica alle spedizioni.
PS5, le colpe della filiera (im)produttiva
La questione della filiera produttiva, dunque, si riallaccia a quanto detto in precedenza. Impreparate a gestire tali numeri in così breve tempo, le aziende dedicate alla costruzione della componentistica hanno rapidamente consumato tutte le scorte di materie prime necessarie per la produzione degli elementi necessari per realizzare l’oggetto finale. Tra i blocchi causati dalla pandemia e le richieste - non si tratta infatti solo di ps5 o altre console, ma anche di smartphone e laptop - sono state tantissime le compagnie che hanno dovuto gettare la spugna dopo aver materialmente prosciugato le disponibilità di silicio, elemento fondamentale per la realizzazione dei circuiti che compongono il cuore di questi agglomerati tecnologici. Quindi, non solo trovare una PS5 è diventato praticamente impossibile, ma anche solo acquistare parti di ricambio - provare a recuperare una scheda video è stato praticamente impossibile per molti mesi, tra l’autunno e l’inverno 2020/2021, e non solo per colpa del Bitcoin mining -, componenti esterni o altri oggetti che al loro interno presentano parti dei propri circuiti realizzati con il semiconduttore.
Tutto il mondo dell’informatica e dintorni si è letteralmente fermato, con forti ripercussioni sui guadagni delle aziende produttrici. E poi le spedizioni, altra fonte di gioie e dolori per la distribuzione e per gli utenti. Con l’impossibilità di uscire da casa, la quasi totalità delle vendite è stata effettuata per via telematica. Ma acquistare dal sito dell’azienda produttrice o da quello di un qualsiasi negozio autorizzato, purtroppo, non ha portato alcun tipo di beneficio. L’imbuto si è bloccato dapprima in Cina, dove il carico maggiore è stato rappresentato dai materiali di prima necessità (mascherine, dispositivi medici, etc.), e poi nelle destinazioni finali, a causa di riduzioni di personale e una gestione non pronta a fronteggiare carichi di questa portata (ma bisogna ammettere che, in precedenza, in pochi avrebbero immaginato un periodo così complesso da film distopico di prima categoria).
PS5, compravendite e scam
Un altro tassello del puzzle è quello delle compravendite massive di esemplari di PS5 che, ai livelli raggiunti durante i mesi successivi al lancio, hanno compromesso la stragrande maggioranza di possibilità di vedere arrivare a casa propria l’ambita console. Non sono pochi i gruppi che si sono lanciati in acquisti sfrenati, rivendendoli poi a prezzi esagerati attraverso canali non ufficiali. E ai troppi utenti della rete che si sono chiesti dove trovare la PS5, la rete spesso ha fornito risposte di dubbia natura. Non sono mancate infatti truffe e scam, con fior di quattrini per il nulla assoluto, senza possibilità di rivedere i soldi spesi. Anche se può richiedere un tempo decisamente più prolungato rispetto alle “vie alternative”, sempre meglio dare fiducia ai siti ufficiali, di produttori così come di negozi affidabili e conosciuti.
PS5, più soldi in tasca e meno spese
Come ultimo punto può risultare piuttosto scottante ma, in ogni caso, vale la pena riportarlo vista la sua influenza sull’affaire PlayStation 5. Molte persone, proprio a causa della pandemia, si sono ritrovate in condizioni di lavoro estremamente precarie, fatte di riduzioni del personale, stipendi ridotti al minimo sindacale e, nei casi più estremi, addirittura licenziamenti. È però altrettanto importante sottolineare come un’altra fascia della popolazione che, continuando a lavorare e avendo meno spese (basta pensare a tutte quelle legate alla ristorazione e all’hospitality, venute meno dall’oggi al domani), abbia indirizzato i propri risparmi verso un bene di certo non primario ma, ironicamente, più accessibile anche a chi prima avrebbe dovuto rinunciarvi. Contribuendo, anche in questo caso, a mandare in tilt tutta una situazione che così complessa non si era vista mai. La soluzione? Come in ogni caso, è sempre una: attendere.