Quali sono i confini della realtà aumentata? Difficile dirlo, visto che è una tecnologia piuttosto giovane, dai netti margini di miglioramento e dai confini ancora piuttosto inesplorati. Certamente è applicabile a smartphone e tablet, a supporti visivi come occhiali (il progetto Google Glass, ad esempio), così come ad ambiti commerciali e didattici. Ma presto potrebbe trovare posto anche nell’abitacolo di un’automobile. GM e Daimler (ovvero Mercedes) stanno portando avanti un progetto per l’auto del futuro sulle quali saranno montati degli HUD, Head Up Display. Grazie a questi speciali schermi, il conducente e i passeggeri potranno avere informazioni diversificate, dal percorso da compiere fino alla velocità di marcia. Si tratta di veri e propri parabrezza digitali che trasformeranno i nostri veicoli in automobili simili a quelle viste sul grande schermo con Minority Report.
Il progetto è stato denominato DICE, un acronimo che sta per Dinamyc and Intuitive Control Experience. Obiettivo finale? Trasformare l’interno delle automobili tedesche in qualcosa di molto simile alla cabina di pilotaggio di un caccia o di un aereo commerciale. Sul parabrezza, infatti, dovrebbero comparire informazione sulla strada che stiamo percorrendo, mentre sullo schermo interattivo, sfruttando i principi della realtà aumentata, dovrebbero essere presenti dati sul percorso da seguire o sui POI (Point of Interest, punti di interesse come monumenti, ristoranti bar). Non solo. Grazie alla convergenza con le piattaforme di social network, il visore sarà in grado di restituire le foto dei nostri amici di Facebook, Twitter o Google+ che abitano nelle vicinanze. Scontata, ma è sempre utile ricordarla, l’integrazione pressoché totale con smartphone e tablet, con tutte le funzioni che questi device garantiscono.
Un’automobile simile, nei progetti della casa tedesca, dovrebbe interagire completamente con l’ambiente che la circonda, in modo da poter fornire al guidatore il maggior numero possibile di informazioni. Il progetto è ancora in fase embrionale e i primi prototipi (solo dimostrativi e non da strada) sono stati presentati nel corso del CES 2012 dalla stessa Daimler. Prima di poter vedere su strada e su mercato questi modelli dovremmo attendere, probabilmente, almeno cinque anni. Da risolvere, ci sono problemi legati alla sicurezza del conducente e degli altri automobilisti: un’auto così progettata dovrebbe guidarsi da sola, in modo che gli utenti possano interagire con i parabrezza digitali. E Google sta giusto testando delle automobili senza conducente. Chissà che da Mountain View non parta qualche chiamata verso la Germania.
2 marzo 2013