Non poteva essere scelta data più evocativa. Per tutti il 14 febbraio è la Festa degli innamorati. Un giorno in cui si celebra l'amore, la felicità, la gioia di condividere una storia d'amore con qualcuno a cui si vuole bene. Per molte donne, però, non è così. San Valentino, come ogni altro giorno della loro vita, può essere una giornata d'inferno.
Nonostante le campagne di sensibilizzazione e gli interventi ad ogni livello, la violenza sulle donne non accenna a diminuire: il femminicidio è tristemente diventato parte della cronaca nera quotidiana, in un'escalation di violenza senza fine. Anche per questo si è deciso di celebrare in una data tanto significativa un evento contro uno dei peggiori crimini contro l'umanità.
Rivoltarsi contro la violenza
I dati che arrivano dall'OMS disegnano una realtà tragica. Secondo l'Organizzazione Mondiale per la Salute 1 miliardo di donne (circa 1 terzo della popolazione femminile mondiale) subirà – o ha già subito – violenza nel corso della sua vita. Per questo motivo la scrittrice statunitense Eve Ensler, fondatrice del movimento V-day (da non confondere con quello di Grillo) e autrice del best-seller “I monologhi della vagina”, ha voluto chiamare le donne di tutto il mondo a prendere coscienza della propria forza, invitandole ad agire.
Il 14 febbraio dello scorso anno si è tenuta la prima edizione del One Billion Rising, flashmob che ha coinvolto oltre 190 Paesi in tutto il mondo ed ha visto scendere in piazza circa un miliardo di donne. Un evento di dimensioni mastodontiche, che ha attirato l'attenzione dei media mondiali su un problema troppo spesso sottovalutato. Ballando sulle note di Break the chain (traducibile con spezza la catena) hanno voluto far sentire con forza il loro no alla violenza di cui sono vittime praticamente in ogni parte del mondo. Quest'anno, invece, le donne – e gli uomini – balleranno per chiedere giustizia.
Il contributo del web
Come accade sempre più spesso per eventi di questo genere, il web agisce da cassa di risonanza. I siti Internet legati al One Billion Rising – e in particolare il portale internazionale – vengono utilizzati per pubblicizzare le iniziative organizzati da associazioni e comitati locali. Nella pagina dedicata agli eventi – questi quelli programmati nel nostro Paese – si potrà scoprire quale sia il più vicino e, se possibile, prendervi parte. Non solo: dalla homepage si potranno seguire gli aggiornamenti in arrivo da tutto il mondo. Il portale, infatti, servirà a raccogliere storie, testimonianze e significati attribuiti alla parola giustizia.
Non poteva poi mancare il contributo dei social network. Grazie alla loro capacità di raggiungere una fetta molto ampia di popolazione, Facebook e Twitter sono stati utilizzati per dare massima visibilità e massima risonanza agli eventi. La pagina ufficiale dell'evento, così come quella italiana, sono servite per fare pubblicità ai vari flash mob che si terranno in ogni angolo del pianeta e per collezionare notizie sugli stessi eventi e la loro preparazione. Su Twitter, invece, già impazza l'hashtag #1billionrising.
14 febbraio 2014