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Nike, addio senza rimpianti al FuelBand

La decisione arriva come un fulmine a ciel sereno. Alle spalle, pare, le pressioni di un concorrente molto pericoloso. Scopri chi

Nike FuelBand

 L'ultimo modello è stato presentato lo scorso novembre. In un mercato sempre più competitivo e sempre più affollato, Nike tentava di recuperare le posizioni perse lanciando un nuovo modello di FuelBand, il suo braccialetto fitness. Un lancio in grande stile, quello del FuelBand SE, segno di un rinnovato (o apparente) interesse della casa statunitense per il settore degli activity tracker.

 

Il post su Secret sul Nike FuelBand SE

 

A pochi mesi di distanza, però, trapelano notizie di tutt'altro segno. Nike si preparerebbe a smantellare l'intero segmento produttivo dei braccialetti fitness ed avrebbe già inviato lettere di licenziamento a 50 dei 70 membri del team di sviluppo. Notizia anticipata qualche giorno fa attraverso il social network anonimo Secret e rilanciata in grande stile dal portale di informazioni hi-tech Cnet.

Licenziamenti

Una decisione tutt'altro che improvvisa. Nel quartier generale di Beaverton si discuteva della dismissione di questo segmento produttivo da molti mesi a questa parte. Il lancio sul mercato del FuelBand SE e i risultati di vendita tutt'altro che entusiasmanti non hanno fatto che accelerare il processo. Secondo quanto riportato da Cnet nel suo report esclusivo, alcuni dipendenti avrebbero già ricevuto comunicazione del licenziamento, mentre per gli altri sarebbe solo questione di ore.

La smentita di Nike

Le reazioni di Nike alla notizia non si sono fatte attendere. In una nota ufficiale, la società leader nel settore dell'abbigliamento sportivo ha sottolineato come il FuelBand SE rappresenti ancora un prodotto su cui puntare. “Continueremo a migliorare l'applicazione e a rilasciare nuovi modelli con nuove colorazioni METALUXE. Continueremo – si legge ancora nella nota – a cercare altre partnership, così da allargare il nostro ecosistema di prodotti e servizi digitali”.

 

Nike FuelBand

 

Un impegno, sottolinea ancora la società, confermato dlala recente apertura del Nike+ Fuel Lab, laboratorio di ricerca e sviluppo dedicato agli activity tracker della casa statunitense. Il futuro, però, potrebbe essere già segnato. E in senso negativo.

Dubbio amletico

Secondo alcune fonti interne, però, la decisione definitiva non sarebbe stata ancora presa. Tutti i ragionamenti fatti sinora non avrebbero convinto del tutto i grandi capi della multinazionale statunitense e per il FuelBand potrebbe ancora esserci un'ultima possibilità. Il linguaggio utilizzato nella nota esplicativa, d'altronde, lascia parecchio spazio di manovra: Nike continuerà a vendere e supportare il FuelBand SE, segno che in qualche modo resterà nel settore. “Si stanno raccogliendo ancora molti dati – afferma una fonte interna della società – e non si sa ancora come analizzarli. Non è ancora detto che si abbandoni definitivamente questo segmento di mercato”.

Apple alle spalle?

Per alcuni analisti di mercato la decisione avrebbe un obiettivo e un mandante ben preciso. Apple, pronta a lanciare sul mercato il suo iWatch, vorrebbe trovarsi di fronte una concorrenza meno agguerrita e folta rispetto a quella attuale. Nike sarebbe quindi stata indotta a farsi da parte, onde evitare di “infastidire” un rivale apparentemente più preparato ad affrontare gli altri concorrenti.

 

Nike FuelBand

 

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Non è da escludere che Tim Cook, CEO di Apple e membro del consiglio di amministrazione Nike, ci abbia messo del suo. Magari promettendo una stretta collaborazione tra le due aziende. In questo modo il gigante di Cupertino potrebbe avere un concorrente in meno, mentre la società leader nel settore dell'abbigliamento sportivo potrebbe concentrarsi sullo sviluppo di applicazioni e mettere da parte il meno redditizio mercato dei dispositivi hardware.

Disaffezione

Altri analisti, però, fanno notare anche un altro aspetto della questione. Nonostante i tanti modelli, alcuni lanciati anche molto di recente, il mercato dei braccialetti fitness non sembra aver avuto il successo sperato dai produttori. Colpa, probabilmente, del prezzo – in molti casi superiore ai 100 dollari – ma anche per la velocità con cui questi dispositivi vengono messi da parte. Dopo qualche settimana di utilizzo (qualche mese nei casi migliori) i braccialetti fitness vengono messi da parte e mai più utilizzati. Per questo motivo, nonostante le nuove funzionalità e i nuovi sensori aggiunti, il mercato stenta a decollare.

Se, come si suol dire, tre indizi fanno una prova, il futuro dell'intero settore potrebbe essere già segnato. E la fuoriuscita anticipata – e inaspettata – di Nike potrebbe essere l'ultimo tassello del puzzle.

 

19 aprile 2014

A cura di Cultur-e
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