Correva l’anno 2007 e Asus prometteva di rivoluzionare il mondo dell’informatica con un prodotto un po’ sui generis, per l’epoca. Dei notebook miniaturizzati, senza lettore cd/dvd e dalle prestazioni nettamente ridotte. Li chiamò netbook (crasi delle parole net-e-book) ed erano rivolti ad un’audience non professionale alla ricerca di un prodotto a basso costo. E per alcuni anni furoreggiarono un po’ in tutto il mondo. L’Italia, naturalmente, non fu immune al “contagio” e per diverso tempo negli ipermercati dell’elettronica di consumo (così come sui negozi di e-commerce) gli Eee PC di Asus o gli Acer Aspiere One furono veri e propri best seller. Ma, ad una ascesa tanto veloce è corrisposta una caduta praticamente rovinosa, tanto che a sei anni dal loro sbarco sul mercato mondiale sono già finiti fuori produzione. E il colpevole di questo tecno-omicidio ha un nome ben noto: tablet.
Il primo netbook della storia fu l’Asus Eee PC 700. Aveva un display da 7 pollici con risoluzione 800x480, hard disk SSD da 2 GB e 512 MB di RAM. Il processore era un Intel Celeron-M ULV 353 da 900 MHz downclocckato (ovvero con frequenza ridotta) a 600 MHz. Insomma, non il massimo sotto il punto di vista delle prestazioni anche per un portatile di sei anni fa. Ma i netbook erano calibrati ad hoc per quella fascia di utenza alla ricerca di prodotti a costi contenuti anche a discapito delle prestazioni. Alla fin fine dovevano servire esclusivamente (o quasi) per la navigazione in Internet (come suggerisce anche il prefisso net) e alla redazione di documenti vari.
Nonostante queste deficienze prestazionali e tecniche, i netbook funzionarono eccome, almeno dal punto di vista commerciale. Fino a quando i tablet rimasero a prezzi più o meno inaccessibili alla “grande massa”. Nel 2009, anno del loro massimo splendore, avevano conquistato ben il 22,2% del mercato dei computer portabili a discapito dei laptop.
Ma la pacchia tecnologica e commerciale è durata fino a quando il mercato tablet corrispondeva più o meno esattamente al mercato del’Apple iPad. Con l’avvento dei primi tablet a costi accessibili i target commerciali dei netbook e dei tablet finirono irrimediabilmente per coincidere e furono i notebook “miniaturizzati” a dover cedere il passo. Nel primo trimestre 201,1 i netbook venduti in tutto il mondo erano poco più di 8 milioni contro i 6,4 milioni di tablet. Dopo tre mesi, i netbook calarono del 13% e si attestarono a 7,3 milioni di pezzi venduti, mentre i tablet fecero registrare una crescita del 112,5% per un totale di 13,6 milioni di pezzi venduti. Da quel momento in poi dei netbook si perse qualsiasi traccia. Nei 12 mesi del 2011, il numero di tablet venduti quadruplicò il numero di netbook venduti (120 milioni a 30). Nel settembre 2012 Asus annunciò l’intenzione di interrompere la produzione della serie Eee PC, mettendo probabilmente fine alla saga dei netbook. Per concentrarsi sulla produzione dei tablet, come ad esempio il Nexus 7.
Ma ci sono anche altre considerazioni da tenere in conto. I netbook, ad esempio, hanno ben presto tradito il loro spirito iniziale – mini-laptop dalle prestazioni essenziali, basati su Linux e a costi contenutissimi – per somigliare sempre più a veri e proprio computer portatili semplicemente dalle dimensioni ridotte. E poi, dal punto di vista del produttore, non erano così convenienti da realizzare: molto meglio buttarsi sui tablet che, con la loro aura fashion, assicurano ritorni economici molto più importanti.
6 febbraio 2013