È la nuova moda del momento. Un vero e proprio tormentone web che coinvolge migliaia e migliaia di ragazzi e ragazze in tutta Italia. Nelle ultime settimane il fenomeno neknomination è arrivato anche in Italia, trovando terreno fertile tra adolescenti e non, generando una valanga di video, post e like su Facebook e altri social network.
Nulla di anomalo, si potrebbe pensare, se questa nuova tendenza non si risolvesse in un consumo smodato e senza freni di alcol.
Cos'è la neknomination
Nello specifico, la neknomination è un gioco alcolico ad alto rischio. Il nome deriva dalla locuzione inglese neck your drink, e che consiste nel tracannare una bevanda – solitamente a base di super alcolici –attaccandosi direttamente al collo della bottiglia. Il tutto si risolve nel giro di poche decine di secondi: il tempo di bere a perdifiato la bevanda e sfidare – la nomination per l'appunto – altre tre persone a fare altrettanto. Queste avranno 24 ore di tempo per accettare la sfida e dare il via a una vera e propria catena di Sant'Antonio digitale.
L'impresa viene poi filmata e postata su Facebook, in modo che tutti possano conoscere l’”impresa” del protagonista e scoprire chi saranno i prossimi neknominati. Chi perde la sfida – o perché si rifiuta, o perché non riesce a terminare la bevuta – subirà l'onta di essere deriso in Rete.
Come nasce il fenomeno
La neknomination ha conosciuto una diffusione di tipo virale. È approdata sui nostri lidi solamente nelle ultime settimane, pur essendo nata non più di qualche mese fa in Australia. Tutto ha avuto inizio con alcuni studenti dell'Università di Scotch: iniziarono a filmare e postare su Facebook le loro “imprese” ad alto tasso alcolico, raccogliendo un immediato quanto inatteso successo. Ne seguì la creazione di un gruppo – The best Neknominate Videos – sullo stesso social network che, nel giro di pochissimo tempo, raggiunse l'incredibile cifra di 200.000 iscritti.
I danni delle nomination
La neknominationsta avendo effetti nefasti. Il fenomeno è velocemente degenerato, frutto anche della pressione sociale esercitata attraverso i social network: “Non è dipendenza – afferma il Dott. Emanuele Scafato sul blog della Fondazione Veronesi – ma delirio di onnipotenza che ad alcuni è già costata la vita, quella di cui cercavano di incrementarne la “visibilità”, quella in cui si ricercava forse un identità da sfoggiare nella community sfidata a replicare e a rilanciare rischi e follie”.
Oggi la sfida si è spostata su altri livelli e non è più assimilabile a semplici giochi alcolici. Ci si sfida a chi completa la neknomination in maniera più estrema, a chi beve più alcol e nella maniera più assurda possibile. I danni provocati sono gravissimi, tanto che dall'inizio dell'anno si contano già 15 decessi: il ventenne inglese, Isaac Richardson, è morto ad esempio per un micidiale cocktail di vino, whiskey, vodka e birra; il connazionale Bradley Eames dopo aver bevuto due bottiglie di gin.
C'è chi dice no
Qualcuno, nel frattempo, inizia a ribellarsi. Sono molti i ragazzi che si rifiutano di sottostare alla “dittatura” della sfida. Ragazzi che non raccolgono la nomination e preferiscono interrompere la terribile catena di Sant'Antonio bevendo, magari, un bicchiere di aranciata o acqua.
Ci sono, ad esempio, i ragazzi di Trento che da anni collaborano con il Servizio di alcologia provinciale della ASL, protagonisti di un video in cui si trangugiano litri e litri di acqua al posto della più classica sgnappa (grappa) trentina. Un modo simpatico per dire no alla moda online del momento e mettere in risalto i danni provocati dall'uso e dall'abuso di alcol.
Oltre la nek
Sul web, complice la neknomination, impazzano anche altri tipi di nomination. Fortunatamente con fini molto più educativi rispetto all'originale. Da Cento, provincia di Ferrara, arrivano le booknomination, dove si fa indigestione di libri invece che di alcol. L'idea è venuta a Diego, ragazzo del centro romagnolo, e ha già travalicato l'oceano, sbarcando addirittura negli Stati Uniti. Le regole sono identiche al gioco alcolico, solo che i protagonisti sono i libri: ci si piazza di fronte ad una webcam o uno smartphone, si apre un libro e se ne legge un passo. Poi si nominano altre tre persone, e così via.
Dagli Stati Uniti, invece, arrivano le Raknomination, dove Rak sta per random act of kindness, atti casuali di bontà. L'obiettivo di questa catena è compiere buone azioni nei confronti di sconosciuti e passanti: una gara di solidarietà spontanea e che ha contagiato già molte persone sul web. Anche in questo caso il meccanismo è lo stesso: ci si fa riprendere mentre si compie la buona azione sfidando poi qualche amico a compiere un'altra buona azione.
14 marzo 2014