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Michael Dell: la biografia

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È parte della storia recente dell’informatica Michael Dell: ecco qual è la storia dell’imprenditore che ha rivoluzionato il commercio nel settore informatico

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È una delle figure di spicco del panorama mondiale che, negli anni, è riuscito a costruire un piccolo impero completamente dedicato al mondo dell’informatica. Stiamo parlando del fondatore e CEO di Dell, società informatica tra le più note dell’intero settore a livello mondiale. Quali sono state le tappe più importanti della sua vita? Scopriamole insieme nella biografia di Michael Dell.

Dell, un adolescente curioso

dellMichael Saul Dell nasce a Houston, in Texas, il 23 febbraio del 1965 da una famiglia ebrea, figlio di un dentista e di un’agente di cambio. L’incontro con il mondo dei computer arriva durante l’adolescenza, quando a 15 anni decise di smontare completamente il suo primo Apple II, il primo grande successo con produzione di massa realizzato da Apple nel 1977.

La passione di certo non manca al giovane: dopo aver separato ognuno dei componenti, Michael decide di ricostruirlo completamente.

Michael mostra così a se stesso e alla sua famiglia la propria abilità con questi interessanti prodotti. Ai risultati scolastici poco incoraggianti, il ragazzo riesce ad affiancare però un ottimo fiuto per gli affari, soprattutto nella vendita di abbonamenti al giornale locale, lo Houston Post, con i quali riesce ad accumulare una quantità di risparmi utile ad acquistare la sua prima automobile e ben tre computer con cui affinare i rudimenti della conoscenza informatica.

Dell, l’ingresso nel settore dell’informatica

dellIl primo vero approccio ufficiale al mondo dei computer, però, arriva quando Dell frequenta l’Università del Texas, ad Austin. Nel 1984, all’interno della sua stanza del residence universitario Dobie Center e con soli 1000 dollari di capitale da investire, lo studente mette in piedi la sua azienda informatica, chiamata PC’s Limited. I livelli sono ovviamente ben lontani da quelli del futuro ma sono utili per iniziare il lungo percorso verso i successi attuali, con circa 80mila dollari di computer venduti dall’inizio fino alla seconda metà del suo primo anno presso l’istituto. A soli 19 anni, Dell abbandona l’università decidendo di gettarsi a capofitto nel mondo dell’informatica. Forte del prestito da parte dei nonni, riesce ad espandere la PC’s Limited, trasformandola dapprima nella Dell computer Corporation e, successivamente in quella che tuttora conosciamo: Dell, Inc.

Arrivano finalmente gli anni delle tre C di Dell: “Content, Commerce e Community”, ovvero “Contenuti, Commercio e Comunità” di cui tanto si sente parlare. 

Dell riesce a costruire una sua precisa filosofia con la quale affrontare il settore della produzione di computer e non solo: ridurre i costi produttivi e i tempi di consegna, il tutto affiancato da un’assistenza ai clienti post-vendita di alta qualità. Per questo per la sua Dell, Inc. decide di assoldare alcuni dei manager più esperti presenti sul mercato, sfruttando il loro know-how sia per far fiorire la propria azienda che per imparare da essi. Nel 1992, il successo di Michael Dell sale alle stelle, grazie al magazine economico Fortune che decide di inserire la compagnia all’interno delle 500 migliori realtà del momento. È il CEO più giovane a potersi vantare di tale traguardo, che lo fanno salire agli onori della cronaca anche al di fuori del mondo dell’informatica.

Michael Dell, il nuovo ruolo e i problemi dell’azienda 

dellDopo il successo, arrivano i primi grandi cambiamenti per Dell. Infatti, nel 2004 abbandona il ruolo di amministratore delegato dell’azienda che aveva fatto nascere, tenendo però per sé il posto di importanza strategica come presidente del consiglio di amministrazione. Nel 2006, invece, è tempo della prima grande battuta d’arresto della società: emerge la questione legata alla vendita da parte di Dell Inc.di 11,8 milioni di computer desktop OptiPlex. Consegnati tra maggio 2003 e luglio 2005 a governi e aziende, presentano un difetto nel condensatore. Ad agosto 2006, invece, a finire sotto i riflettori è uno dei laptop prodotti che esplode a causa di una batteria difettosa, per la quale verrà poi incolpata la produttrice Sony ma che, inevitabilmente porta cattiva pubblicità a Dell. A pagarne le spese è la crescita, facendo segnare una delle curve meno definite dell’anno, tanto da far perdere il ruolo di maggior produttore di PC.

Il ritorno al ruolo di CEO, nel 2007, porta Dell, Inc verso nuovi orizzonti, in parte finora ancora inesplorati.

L’azienda si rinnova, passando dai computer al mondo del software, di nuovi dispositivi elettronici e dei servizi dedicati alle aziende. Nel 2013, l’idea di ricomprare le azioni e rendere la società privata scatena una guerra intestina con gli azionisti, incentrata sul prezzo di vendita dei titoli; l’operazione, comunque, va a buon fine e Michael Dell insieme a Silver Lake Partners riesce a ricomprarle, con un investimento di poco meno di 25 milioni di dollari. Un altro colpaccio avviene nel 2016, quando Dell acquisisce la EMC, società di archiviazione, per circa 67 miliardi di dollari. Si tratta di una delle acquisizioni più grandi della storia dell’informatica, completata all’inizio di settembre dello stesso anno poco prima di una riorganizzazione interna con una nuova società madre a capo del trio che si è venuto a creare: Dell Technologies a monitorare Dell Client Solutions Group, Dell EMC e VMware.

Michael Dell e la filantropia

dellCon in mano un’azienda dal valore di 75 miliardi di dollari secondo Forbes, Dell e sua moglie Susan non hanno paura di investire in grandi imprese filantropiche. Già nel 1999 nasce la fondazione Michael e Susan Dell, attraverso la quale vengono aiutati bambini in tutto il mondo con programmi basati sulla salute, il benessere e lo sviluppo dei più piccoli. Tra gli altri progetti sostenuti, quello delle vittime del maremoto in Sudest Asiatico nel 2004, con oltre 230 mila decessi. Grande è anche quello relativo alla Università del Texas di Austin, ateneo del giovane Michael al quale l’imprenditore ha voluto donare ben 50mila dollari da investire nell’educazione.

A cura di Cultur-e
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