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Memoria digitale, le app che aiutano a tenerne traccia

Distinte tra applicazioni attive e applicazioni passive, collezionano una grande mole di materiale digitale e lo utilizzano per tenere traccia di ogni avvenimento

DayOne

C'è chi si piazza di fronte allo stesso muro e scatta una foto del proprio viso tutti i giorni per diversi anni. Poi monta gli scatti ottenuti e ne realizza un video che, nel giro di poco tempo, diventerà virale.

 

 

Oppure c'è chi annota pedissequamente ogni cosa che gli capita durante la giornata. Le persone che incontra, i cibi che mangia, le condizioni mete, le sensazioni, gli umori. Tutto ma proprio tutto quello che accade nelle 24 ore, ripetendo questa operazione ogni giorno, sempre per diversi anni.

E poi c'è chi, come lo statunitense Lee Hoffman, unisce la memoria fotografica a quella scritta, realizzando una sorta di diario completo in ogni sua parte: al pranzo mangiato nell'estate di tre anni fa è allegata la foto del piatto, con tanto di sensazioni e opinioni sulla qualità degli ingredienti utilizzati e sul piatto in generale. Anche in questo caso, queste operazioni vengono ripetute tutti i giorni per ogni cosa che di interessante - o presunta tale - accade nell'arco delle 24 ore. Per alcuni può essere un comportamento ai limiti della paranoia; Lee Hoffman è stato in grado di trasformarlo in un vero e proprio lavoro.

Memoir

Lee Hoffman iniziò la stesura del proprio diario digitale creando un foglio di lavoro di Excel e annotandovi sopra tutto ciò che gli accadeva. Poco dopo iniziò a corredare ogni entrata del foglio Excel, ogni singolo avvenimento, con delle foto, raccogliendo una quantità impressionante di materiale digitale. Fu così che gli venne in mente di creare un programma - o un'applicazione - che lo aiutasse a catalogare e tenere memoria di tutti questi avvenimenti. Nacque così l'idea di Memoir, applicazione per sistemi iOS e OS X lanciata lo scorso settembre.

 

 

Memoir colleziona e organizza una vasta quantità e tipologia di dati: dalle foto di Instagram agli aggiornamenti di status su Facebook, dai check-in su Foursquare ai cinguetii di Twitter. Si crea così un vero e proprio database fatto di foto, eventi, luoghi e date da ricordare all'interno del quale andare a ricercare le cose che più interessano. Quando si entrerà, ad esempio, all'interno di un ristorante, l'applicazione andrà a ripescare le foto e le impressioni di quando si visitò lo stesso locale in precedenza. Un modo per ricordare, nel caso fosse passato di mente, quali fossero state le impressioni in quell'occasione.

Applicazioni diario

Memoir, però, non è che un esempio delle tante applicazioni-diario presenti sull'App Store o sul Play Store. Basta scaricarle, creare un account e iniziare ad annotare cosa accade nell'arco della giornata. Dei veri e propri “diari di bordo” digitali che, nel corso degli anni, si sono arricchiti di nuove funzioni e nuove modalità interattive.

App di questo genere nascono assieme - o poco più tardi - con l'App Store, seguendone evoluzioni e miglioramenti. Oggi se ne contano a decine (Everyday.meTimehopMomentoSaga e HeyDay solo per citarne alcune), ognuna delle quali focalizzata su un particolare aspetto della memoria. C'è HeyDay, creata da due ex sviluppatori Zynga e recentemente finanziata da Google Ventures con 2 milioni di dollari, che si concentra maggiormente sull'aspetto fotografico degli eventi da ricordare, mentre Timehop colleziona direttamente dagli account social il materiale digitale necessario a realizzare il diario giornaliero.

Così, mentre il 2013 è stato l'anno dell'esplosione di applicazione di questo genere, il 2014 dovrebbe essere l'anno della definitiva maturazione, sia del mercato sia delle app.

Attivo e passivo

Proprio la differenziazione a livello di funzioni permette di individuare due differenti categorie di applicazioni-dario. Da un lato ci sono le cosiddette applicazioni attive, che collezionano materiale digitale solo se utilizzate direttamente dall'utente; dall'altro, invece, ci solo le cosiddette applicazioni passive, che funzionano in background e collezionano dati - come fotografie, check-in, ecc. - in maniera automatica, senza che l'utente debbia compiere qualche azione specifica. In entrambi i casi l'evoluzione degli smartphone, sempre più potenti e ricchi di funzioni, è stata fondamentale.

 

 

DayOne, probabilmente l'app di questo genere più famosa e utilizzata, appartiene alla prima categoria. Scaricata oltre 3 milioni di volte, DayOne permette di tenere nota di tutto ciò che accade nel corso della giornata in maniera facile e intuitiva e di condividere questi eventi - corredati di foto e geolocalizzazione - sul proprio blog o sugli account social. Oppure sincronizzarli sul cloud e accedervi su qualsiasi dispositivo sia installata l'applicazione. “Il nostro obiettivo - afferma Paul Mayne, ideatore di Day One - è dare la possibilità a chiunque di scrivere un proprio diario digitale, completo in tutte le sue funzioni e non realizzare una semplice raccolta fotografica di ciò che ci accade giorno dopo giorno”.

Per questo motivo l'applicazione che ha contribuito a realizzare permette di annotare ogni minimo particolare della giornata: dalla musica che si stava ascoltando in quel momento alle condizioni meteo passando, naturalmente, per la geolocalizzazione.

 

 

Ci sono, poi, applicazioni - e gadget - come Memoto, che permettono di realizzare il diario della propria vita senza che si debba compiere qualche azione in particolare. Memoto, ad esempio, è un piccolo gadget da indossa - attaccandolo, ad esempio, al colletto della maglia del giubbino - che scatta una foto ogni trenta secondi, collegando ogni scatto con le coordinate geografiche per la geolocalizzazione. A fine giornata saranno state scattate oltre 2.000 foto, che potranno essere scaricate sul proprio computer e utilizzate per ripercorrere ogni singolo istante delle ultime 16 o 24 ore. Un modo per non dimenticare nulla di ciò che è accaduto, ma anche per controllare quale sia la qualità della vita e tentare di migliorarla giorno dopo giorno.

22 febbraio 2014

A cura di Cultur-e
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