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Cosa sono i meme e quando sono nati

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Nati dalla mente dello studioso britannico Richard Dawkins, il meme è una parola di origine greca e vuol dire "Ciò che viene imitato"

Meme

Anche oggi hai usato Facebook e hai visto almeno un meme, probabilmente ne hai visti molti di più. Non passa giorno che tu non ne veda e non ne condivida qualcuno e, come te, così fanno un po' tutti perché la viralità dei meme è ormai altissima e ce ne sono alcuni che fanno letteralmente milioni e milioni di visualizzazioni e condivisioni. Non solo su Facebook, li condividi anche su WhatsApp e sugli altri servizi di messaggistica istantanea e certe volte te li trovi anche nella casella email. Ma cosa sono, veramente, i meme? Quando e dove sono nati? Come hanno fatto a diventare un fenomeno così virale? E, soprattutto, cosa vuol dire la parola "meme"?

Cosa vuol dire "meme"?

Partiamo dall'inizio, cioè dalla parola meme che apparentemente non vuol dire nulla e che magari non sai neanche come si pronuncia. "Meme" (che viene pronunciato in inglese "meem" e non "me-me") è l'abbraviazione di "Mimeme" che, ti sembrerà strano ma è così, è una parola che deriva dal Greco e significa "ciò che viene imitato". E già tutto ti sembra più chiaro, no? A usare per primo questa parola per descrivere quello che noi chiamiamo un meme è stato Clinton Richard Dawkins, un etologo e biologo britannico, nel suo libro "Il gene egoista" del 1976.

 

Faccine

 

Dawkins stava cercando di capire se esiste un'unità misurabile che descrive come le idee si diffondono e si propagano attraverso le generazioni. Un po' come i geni passano da padre a figlio, così i meme per Dawkins sono le idee che si trasmettono da una generazione all'altra. Ma non tutte le idee, solo quelle che hanno maggior successo e vincono una sorta di selezione naturale tra le idee. Nel concetto originario di meme, quindi, c'è già la possibilità che una idea venga scartata mentre un'altra abbia un grande successo. In altre parole, come diremmo oggi, che "diventi virale".

Ci sono stati meme prima di Internet?

Sì, ci sono stati meme anche prima dell'avvento di internet, ma non venivano chiamati meme e, ovviamente, si trasmettevano molto meno facilmente e velocemente di oggi. Lo stesso Dawkins cita il caso di una incisione ritrovata nel sito archeologico di Pompei, un quadrato di pietra che riporta le 5 parole "SATOR – AREPO - TENET – OPERA -  ROTAS" scritte una sopra l'altra. Queste parole formano una frase palindroma, che si può leggere da sinistra a destra ma anche al contrario e le singole parole possono essere lette anche in verticale. Questa iscrizione è stata trovata in molti siti archeologici di epoca romana e nessuno ha ancora capito cosa possa significare.

 

Il primo meme della storia

 

Molto tempo dopo, ma ancora prima di Internet, le parole "Frodo Vive" sono state scritte migliaia di volte nei graffiti di altrettanti writer urbani. Fanno riferimento al personaggio immaginario della trilogia de Il Signore degli Anelli di J.R.R Tolkien, e sono diventate un meme murale.

Quali sono stati i primi meme virali di Internet?

Si ritiene che il primo meme realmente virale su Internet sia l'immagine virtuale del bambino che balla realizzata dal grafico Michael Girard, che nel 1996 ha creato un software che mostrava la possibilità di programmare e disegnare un movimento con un computer. Il disegno programmato da Girard come dimostrazione delle potenzialità del software era un bambino che ballava il cha-cha-cha. Il datore di lavoro di Girard ha quindi inviato la demo agli sviluppatori per mettere in mostra le funzionalità del software, ma una delle demo è arrivata nella casella di posta elettronica di un dipendente di LucasArts, che ha trasformato il video in una GIF animata e lo ha condiviso tramite forum e altri messaggi email. Boom: il bambino che balla è diventato così famoso da finire anche in un episodio della serie TV Ally McBeal.

 

Il primo meme digitale

 

L'Hampster Dance, il ballo dei criceti, è stato un altro famoso meme di Internet. Era un sito web che mostrava file di GIF animate di criceti che ballavano a una versione accelerata di "Whistle Stop", una canzone usata nei titoli di coda del film "Robin Hood" di Walt Disney. Il sito è stato creato da uno studente d'arte canadese per una scommessa con sua sorella e un amico nel 1998, per vedere chi riusciva generare il maggior traffico web. Dopo aver generato solo 600 visualizzazioni in 8 mesi, il sito dei criceti che ballano è diventato improvvisamente virale: in appena quattro giorni ha ricevuto oltre 600.000 visualizzazioni.

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L'evoluzione dei meme

Grazie ai social network e a siti come Reddit, 9GAG e 4Chan i meme sono diventati ancora più diffusi e più virali tanto che oggi è possibile che un meme faccia milioni di visualizzazioni in poche ore. Ma i meme sono anche cambiati, rispetto al passato: se prima avevano spesso un significato politico o culturale e si rivolgevano a una nicchia, oggi di solito strizzano l'occhio alla cultura Pop o sono fatti esclusivamente per strappare una risata. Inoltre, se oggi è molto più facile che un meme diventi virale, è anche più facile che cada presto nel dimenticatoio. Internet si muove sempre più in fretta e la quantità di contenuti che visualizziamo in un giorno è sempre più alta, meme compresi.

Un esempio significativo di evoluzione di un meme potrebbe essere LOLCats e l'intero linguaggio che circonda questo meme. I LOLCats sono gatti che usano un linguaggio inventato, chiamato LOLSpeak, volutamente pieno di errori di ortografia. La frase "Can I have a cheesburger" ("Posso avere un cheeseburger?") diventa così "I can has cheezberger".

Partito come un gioco, LOLCats si è evoluto talmente tanto che a partire dal 2010 i suoi autori hanno iniziato un progetto di traduzione della Bibbia (Nuovo Testamento incluso) in LOLSpeak. Ma non solo: è stato persino creato un linguaggio di programmazione esoterico chiamato LOLCode per creare un meme in continua evoluzione.

 

25 novembre 2018

A cura di Cultur-e
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