Ai suoi tempi, il mondo dell'alta tecnologia era un club per soli uomini (o quasi). Non che adesso le cose siano cambiate drasticamente, ma più di qualche passo in avanti sul fronte della parità di genere e della presenza di donne nell'universo hi-tech è stato fatto. Per questo motivo l'impresa di Margaret Hamilton appare oggi ancora più eccezionale di quanto sia apparsa a cavallo tra gli Anni '60 e gli Anni '70 dello scorso secolo.
Sulla scia di Ada Lovelace, matematica britannica vissuta nel XIX secolo e considerata l'autrice del primo programma della storia, Margaret Hamilton può essere considerata l'inventrice dei software moderni e, soprattutto, la donna che ci ha spedito sulla Luna. Il suo lavoro da sviluppatrice ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo del programma Apollo, dell'arrivo dell'uomo sul nostro satellite e del successo degli Stati Uniti nella corsa allo spazio.
Chi è Margaret Hamilton
Margaret Heafield Hamilton nasce a Paoli (Indiana, Stati Uniti) il 17 agosto 1936 e, come accennato, è stata una delle personalità più importanti per lo sviluppo del programma spaziale statunitense e la creazione dei primi software moderni. Laureata in matematica, è una scienziata e imprenditrice statunitense con all'attivo la pubblicazione di oltre 130 articoli scientifici e la partecipazione in 60 progetti di rilievo nazionale e internazionale. Il 22 novembre 2016 l'allora Presidente USA Barack Obama l'ha insignita della Presidential Medal of Freedom, per il suo lavoro all'interno della missione Apollo.
Infanzia e istruzione
Nata a Paoli, piccola cittadina nel cuore dell'Indiana, nell'agosto 1936, Margaret Hamilton si diploma nel 1954 presso la Hancock High School e ottiene il Bachelor of Arts (equivalente alla nostra Laurea triennale) in matematica nel 1958, presso la University of Michigan. In quegli stessi anni incontra James Cox Hamilton, suo futuro marito e anche lui grande appassionato di matematica. Per alcuni mesi, la Hamilton insegna nei licei della sua città matematica e francese, così da contribuire alle finanze familiari mentre il marito termina i propri studi ad Harvard.
La parentesi dell'insegnamento non dura poi molto: Margaret Hamilton raggiunge il marito a Boston, dove trova lavoro part time come programmatrice software per il dipartimento di meteorologia del MIT. La Hamilton, infatti, si occupa di creare programmi che aiutino a prevedere con maggior esattezza l'andamento delle condizioni meteo. Siamo agli inizi degli Anni '60 e quello del programmatore era un lavoro "non codificato": non c'erano manuali o corsi universitari da seguire, ma tutto veniva appreso sul campo giorno dopo giorno.
Il progetto Apollo
L'esperienza al dipartimento di meteorologia non solo consente a Margaret Hamilton di migliorare le proprie capacità da sviluppatrice software, ma le permette di farsi conoscere all'interno di una delle università più prestigiose al mondo. Dal 1961 al 1963 collabora al progetto SAGE, dove sviluppa software per il rilevamento di oggetti volanti nemici, mentre dal 1964 entra a far parte del team del Charles Stark Draper Laboratorym sempre all'interno del Massachusetts Institute of Technology. Qui collabora con la NASA nello sviluppo di software e programmi dedicati ai moduli Apollo, le navette spaziali destinate ad atterrare sul suolo lunare.
Il team di sviluppatori diretto da Margaret Hamilton si occupa, in particolare, dei programmi necessari a governare i moduli Apollo nel corso del volo e delle fasi immediatamente precedenti l'allunaggio. Si tratta di un periodo particolarmente intenso, per quanto felice e carico di soddisfazioni, della vita della giovane programmatrice. La Hamilton passa intere giornate all'interno dei laboratori del MIT, portando con sé sua figlia Lauren.
Bisogna tenere in considerazione che scrivere programmi nei primi Anni '60 è un'esperienza totalmente differente rispetto a quella attuale. Il codice veniva "stampato" su schede perforate, che venivano prima testate in simulatori – progenitori dei moderni compilatori, tanto per intendersi – e, se tutto filava liscio, trasformati in circuiti fisici composti da anelli magnetici e cavi di rame. Queste componenti venivano poi composte in sequenza, così da realizzare il programma così come era stato pensato e progettato dagli sviluppatori.
La vita da imprenditrice
Terminata l'esperienza al MIT, Maragaret Hamilton non smette di programmare e sviluppare software. Anzi. Dal 1974 la "mamma" del software moderno si mette in proprio e fonda la Higher Order Software (HOS): qui riveste il ruolo di CEO e porta avanti alcuni progetti già iniziati mentre era a capo del team di sviluppo del progetto Apollo. In particolare, Margaret Hamilton si concentra su tecniche di prevenzione e tolleranza degli errori. Nel 1985 la Hamilton abbandona la sua creatura per dare vita a un'altra società: la Hamilton Technologies.
30 gennaio 2018