Stephen Fern è un papà che, nel corso di una vacanza in Francia, ha vissuto l’esperienza della scomparsa, seppur temporanea (30 minuti), di uno dei suoi sei figli. Segnato da questo episodio, ha ideato Lost Kidz: si tratta di un’applicazione, per il momento solo Apple, ma presto disponibile anche per Android, utile a dare l’allarme e a contribuire a ritrovare bambini spariti.
Come funziona? Si scarica l’app e si attiva il programma appena il bimbo non si trova. Il genitore o la persona che ha subìto la scomparsa invia un messaggio indicando ora, località, foto del bambino, ma anche altre informazioni utili al ritrovamento, tra cui, ad esempio, l’abbigliamento indossato al momento dell’accaduto. Questo avviso sarà poi inviato a tutti coloro che hanno la stessa applicazione e che, se in possesso di dati o notizie a riguardo, possono contattare subito la persona che ha mandato il messaggino.
Il sistema ha indubbiamente dei limiti: innanzitutto l'avviso può essere visualizzato solo da chi utilizza la stessa applicazione. Il messaggio, poi, non viene recapitato, ad esempio, alle autorità competenti, come le forze dell’ordine, che sicuramente potrebbero dare un contributo significativo alle ricerche. Né può sostituirsi ad esse, ma semplicemente rappresenta uno strumento in più a disposizione delle famiglie.
Già un annetto fa era stata lanciata Fbi Child ID, un’applicazione per iPhone, messa a punto dal Federal Bureau Invesigation per aiutare i genitori a contattare velocemente le autorità in caso di scomparsa del proprio figlio. Poco dopo la diffusione, il software aveva attirato un po’ di polemiche per l’assenza di un sistema di protezione dei dati, con il rischio di un utilizzo improprio delle informazioni trasmesse tramite cellulare.
29 agosto 2012