Dirk Hohndel oggi è il direttore della divisione Open Source di VMware, ma nel 1999 era l'esperto di software libero di Intel. Quell'anno Hohndel fece una previsione che entrò nella storia dell'informatica: il 1999 sarebbe stato l'anno di Linux. Hohndel si sbagliò e non solo una volta: nel 2013 fece una previsione molto simile, lodando i Chromebook Pixel di Google che funzionano con Chrome OS, derivato proprio da Linux.
Previsioni del genere, tutte smentite, sono state fatte negli anni da più di un esperto eppure il famigerato "anno di Linux" non solo non è mai arrivato, ma forse non arriverà mai. O, almeno, non arriverà mai l'anno di Linux sui PC desktop e laptop perché, in realtà, in altri settori Linux domina già da tempo. Si potrebbe dire, anzi, che se oggi gli utenti di Windows e macOS hanno una buona esperienza su Internet è proprio grazie a Linux. Ma come stanno realmente le cose? Quali sono i numeri di Linux?
Quanti PC utilizzano Linux
Sulla diffusione di Linux in ambito desktop e laptop abbiamo solo stime. E il perché è facile da capire: ci sono talmente tante distribuzioni diverse di questo sistema operativo open source che è quasi impossibile tracciarle tutte. Secondo una stima di NetMarketShare aggiornata a settembre 2019 la penetrazione di Linux sui PC desktop e laptop nel mondo si ferma a circa il 2,2%, percentuale che ingloba anche Chrome OS e BSD (che non è a tutti gli effetti Linux).
Poiché si stima che nel mondo ci siano circa 2 miliardi di computer attualmente in funzione, quelli con Linux sarebbero appena 4 milioni. Dalle stesse stime apprendiamo che non meno di 200 milioni di utenti usano ancora Windows 7 e questo dimostra sostanzialmente una cosa: chi usa un computer, mediamente, non vuole cambiare sistema operativo e, di conseguenza, le speranze che arrivi a breve il famigerato "anno di Linux" sono veramente basse.
Perché Linux è importante
Il fatto che così poche persone usino un sistema operativo Linux su un PC desktop o laptop non vuol dire, però, che Linux sia irrilevante nel mondo. Al contrario, è proprio Linux il sistema di riferimento in ambiti diversi da quello consumer: circa il 92% dei server sui quali gira la piattaforma Amazon EC2, ad esempio, usano Linux. Circa il 70% di tutti i siti Web oggi online su Internet è ospitato su un server con sistema operativo Linux.
Tutti i 500 supercomputer più potenti del mondo usano Linux. Sia iOS che Android, infine, sono due sistemi operativi derivati da Linux (per la precisione iOS deriva da Free-BSD, che è un sistema "Unix-like" come Linux). Per dirla in altre parole: se si ferma Linux, si ferma tutto il mondo mobile che oggi diamo per scontato.
Perché Linux non sfonda su desktop
Se attività economiche online per miliardi e miliardi di dollari si basano su Linux è perché è un sistema operativo potente ed affidabile. Ma perché gli utenti non ne apprezzano le caratteristiche? Il primo motivo lo abbiamo già descritto: la paura del cambiamento. Se un utente non vuole passare da Windows 7 a Windows 10, figuriamoci se passerà mai da Windows a Linux. Poi c'è la paura della riga di comando: molte operazioni ancora oggi su Linux si eseguono (anche) da riga di comando. Anche ma non solo, perché quasi sempre è possibile farlo con un tool grafico. Ma siccome Linux è molto diffuso tra gli utenti più evoluti, che usano molto la riga di comando, quando si parla di Linux si finisce sempre a parlare anche di qualche comando da inviare con la tastiera. E ciò terrorizza l'utente medio.
Da non sottovalutare anche la mancanza di compatibilità con Linux per le applicazioni professionali più diffuse: Adobe Photoshop, Autodesk AutoCAD, Microsoft Office e molti altri software diffusissimi non girano nativamente su Linux. È possibile farli girare tramite Wine o emulatori vari, ma l'utente medio vuole solo fare doppio click e usare il programma. Tra i più giovani, infine, pesa la mancanza di un buon supporto al gaming in praticamente tutte le distribuzioni di Linux.
La Cina salverà Linux?
Se dopo 21 anni dal primo "anno di Linux" stiamo ancora a parlare delle speranze di veder diffuso questo sistema operativo in ambito consumer è anche perché recentemente è successo qualcosa di nuovo: l'acuirsi della guerra commerciale tra Cina e USA e il famoso ban di Donald Trump contro Huawei e altre aziende tech cinesi. Ban al quale la Cina ha risposto ordinando a tutte le sue strutture pubbliche di sostituire con equivalenti prodotti cinesi tutti i suoi computer, i software e i sistemi operativi che non siano stati realizzati interamente in Cina. Quindi anche tutte le installazioni di Windows.
Il Governo di Pechino ha anche commissionato a UnionTech lo sviluppo del sistema operativo Unity, basato proprio su Linux, per offrire a tutti gli uffici pubblici un sistema alternativo a Windows. Il passaggio di tutti i PC della Pubblica Amministrazione cinese da Windows a Unity dovrebbe essere realizzato entro il 2022. E in molti già prevedono che il 2022 sarà "l'anno di Linux".