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Le recensioni dell'Apple Watch

Lo smartwatch Apple sarà disponibile solo dal 24 aprile, ma alcuni giornalisti hanno già avuto modo di testarlo. Ecco cosa ne pensano

Apple Watch

Se fosse uno studente, il giudizio somiglierebbe al “Ha le potenzialità, ma non si applica” che molti professori ripetono, a mo' di refrain, nel corso degli incontri trimestrali docenti-genitori. Solo che in questo caso il giudizio riguarda un gadget hi-tech atteso da molti mesi: l'Apple Watch. Alla prova delle prime recensioni, infatti, lo smartwatch della mela morsicata ha lasciato un po' l'amaro in bocca ai giornalisti statunitensi che l'hanno potuto provare in anteprima (il dispositivo arriverà sugli scaffali degli Apple Store solo il 24 aprile): ottime le potenzialità, poche quelle effettivamente espresse. E, come se non bastasse, emergono già le prime criticità: app e batteria su tutte.

Bloomberg Business

Il titolo della recensione di Joshua Topolsky, giornalista del quotidiano economico Bloomberg, è piuttosto eloquente: “Ne vorrete uno, ma non vi servirà”. L'Apple Watch, primo prodotto ad esser stato progettato e realizzato interamente sotto la supervisione di Tim Cook, primo prodotto progettato – sia dal lato hardware sia dal lato software – da Jony Ive, è anche il primo prodotto in una nuova categoria lanciato dalla casa di Cupertino dopo la morte di Steve Jobs e dopo il lancio dell'iPad. Un dispositivo, quindi, su cui pesano le aspettative non solo dei futuri clienti, ma della stessa azienda della mela morsicata: deve riuscire a convincere l'utenza che non si tratta solo di un bel prodotto, ma soprattutto di un prodotto utile. E qui arriva il difficile.

 

Apple Watch

 

L'Apple Watch è, secondo Joshua Topolsky, una sorta di iPhone in miniatura: con le sue app, le sue notifiche e le sue funzioni, lo smartwatch della casa di Cupertino è complementare e, allo stesso tempo, parzialmente sovrapponibile con lo smartphone della stessa azienda californiana. Inoltre, è fonte di ulteriori distrazioni (sino a quando non si capirà come impostare tutte le notifiche push): se l'Apple Watch vuole la tua attenzione la otterrà a tutti i costi e non importa che tu sia ad una importante riunione di lavoro o stia chiacchierando con un tuo amico nel parco. “È un altro schermo, un'altra distrazione, un altro modo per disconnettersi da ciò che accade intorno” si legge nella recensione.

Il Watch non cambierà la vita di chi lo acquisterà, ma sarà comunque uno dei best seller della stagione ed Apple ne venderà a milioni. Lo smartwatch, inoltre, è un dispositivo ottimamente progettato e realizzato: le finiture sono di pregio, i materiali utilizzati di assoluto valore e il sistema operativo graficamente e funzionalmente eccellente. L'Apple Watch, insomma, si inserisce nel solco della tradizione Apple: è un innovatore del proprio settore e alza l'asticella qualitativa per tutti i concorrenti. Ma la casa di Cupertino non è riuscita ancora a renderlo un dispositivo essenziale per la vita di tutti i giorni.

Mashable

Le aspettative sono, più o meno, le stesse si sono formate anni fa attorno all'iPhone. E come il primo smartphone della storia Apple, anche il primo smartwatch della casa di Cupertino non disattende completamente le attese che ha creato. Questo, in estrema sintesi, l'opinione che Lance Ulanoff esprime nella sua recensione per il portale statunitense Mashable.

 

 

L'Apple Watch è un dispositivo capace di rompere gli schemi e di alzare notevolmente l'asticella qualitativa nel settore degli smartwatch. È intelligente, divertente, magnifico e costoso: insomma un vero e proprio oggetto del desiderio soprattutto per i fan incalliti dei prodotti della mela morsicata. Ma come tutti i prodotti 1.0 non è esente da pecche: il SoC può essere perfezionato, così come il sistema delle notifiche e la modalità per le chiamate. Anche sul versante delle app, forse, si poteva fare qualcosa di più a si è appena all'inizio di un cammino che si prospetta molto lungo. La batteria, invece, impressiona positivamente Lance Ulanoff: si riesce ad arrivare a fine giornata con il 30% circa di carica nonostante l'uso piuttosto intensivo che se ne fa durante il corso della giornata. L'Apple Watch, inoltre,riesce proprio in quello che era il suo obiettivo primario: far sì che l'iPhone resti in tasca. Senza, tra le altre cose, richiedere troppe attenzioni.

CNET

Ottima fattura e design eccellente; centinaia di app già pronte all'uso; funzionalità per tutti i gusti e la capacità di inviare e ricevere chiamate senza che ci sia il bisogno di tirare l'iPhone fuori dalla tasca. Nonostante ciò, l'Apple Watch non impressiona molto Scott Stein, redattore di CNET e autore della recensione dello smartwatch della casa di Cupertino.

Su una cosa non ci sono dubbi: l'Apple Watch è bellissimo e promettente, sicuramente il miglior wearable oggi in commercio. Nonostante ciò, lo smartwatch realizzato in quel di Cupertino ha ancora molta strada da fare: nel tentativo di ottenere tutto e subito, Apple ha lasciato per strada alcuni particolari che avrebbero reso ancora migliore il suo smartwatch. Due elementi su tutti: la durata della batteria (troppo breve se comparata con quella degli altri orologi intelligenti oggi in commercio) e il prezzo (troppo elevato secondo Scott Stein).

 

Apple Watch su iPhone

 

Comunicazione, fitness, informazione e tempo: questi i quattro macro-settori funzionali che il giornalista di CNET individua per l'Apple Watch. All'interno di queste categorie, infatti, ricadono la maggior parte delle funzionalità offerte dallo smartwatch della mela morsicata: permette di ricevere e inviare messaggi ai contatti della propria rubrica; di effettuare e ricevere chiamate; ricevere le notifiche dai propri social network; monitora la propria attività fisica e il battito cardiaco solo per citare alcune delle cose che l'Apple Watch sa fare. Ma è a questo punto che emerge un'altra mancanza dell'Apple Watch: per fare tutto ciò ha la necessità di essere affiancato da un'iPhone a portata di Bluetooth (più o meno 10 metri di distanza) altrimenti sarà un bell'orologio dal prezzo molto elevato e con un parco app senza eguali.

Le app e le funzionalità, ovviamente, finiscono con l'incidere anche sulla vita della batteria: indifferentemente dall'uso che si fa dell'orologio Apple, a fine giornata si sarà costretti a collegare il dispositivo al caricabatteria. Certo, non una grossa preoccupazione ma alcuni smartwatch della concorrenza arrivano a durare, senza grossi problemi, anche due giorni. “Ed è una bella sensazione”, chiosa Scott Stein.

Tirando le somme, “Non hai bisogno dell'Apple Watch – si legge nella recensione di CNET. Per molti versi è un giocattolo: può fare un po' di tutto, ma per il momento è soprattutto un accessorio per l'iPhone”. Un giorno, magari, potrà essere il dispositivo più utile e utilizzato del mondo, ma oggi non è ancora così.

Wall Street Journal

Come un ottimo orologio, l'Apple Watch dà valore al vostro tempo. “Un computer creato per spendere al meglio il proprio tempo. E si può quindi tollerare la batteria che dura solo un giorno; le app a metà servizio; e l'inevitabile obsolescenza se si ha l'opportunità di indossare il futuro al proprio polso”. Questa l'introduzione di Geoffrey Flower, giornalista del Wall Street Journal che ha potuto provare l'Apple Watch per una settimana prima di recensirlo.

 

L'app

 

A impressionare Flower la complementarietà perfetta – o quasi – che esiste tra lo smartwatch Apple e l'iPhone: il primo non rimpiazza il secondo, ma permette di tenerlo in tasca fino a quando non è strettamente necessario utilizzarlo. “Con l'Apple Watch gli smartwatch hanno finalmente senso. Il suo successo – continua il redattore del Wall Street Journal – non dovrà essere misurato da quanto riuscirà a risucchiare le persone, ma da come aiuterà a fare le cose”. E il fatto che la casa di Cupertino sia riuscita a racchiudere una tale potenza operativa e così tante funzionalità in un dispositivo così piccolo da poter essere indossato al polso è sicuramente uno dei punti di forza dell'Apple Watch. Un nuovo modo di intere la tecnologia, “una di quelle cose che si si aspetta da Apple” chiosa Geoffrey Flower.

Nonostante ciò, lo smartwatch made in Cupertino ha ancora parecchi particolari che possono essere migliorati. La batteria, come detto anche da Flower nell'attacco della recensione, arriva stremata a fine giornata (soprattutto se si utilizza lo smartwatch a mo' di fitness tracker) ed ha bisogno di essere ricaricata quotidianamente; lo schermo ha ottime performance anche all'aria aperta, ma se esposto alla luce diretta del sole pecca un po'; non è dotato di connettività 3G ed ha bisogno della sincronizzazione con l'iPhone per aggiornare i vari social network ed accedere a Internet. Così come è necessaria la collaborazione dello smartphone Apple per far funzionare alla perfezione la gran parte delle app oggi disponibili e non sempre le cose vanno per il meglio (come nel caso della sincronizzazione con le mappe).

 

Apple Watch

 

Il vero punto debole dell'Apple Watch, però, sta nel suo essere troppo innovativo e futuristico: il parco app è ancora troppo ristretto e quelle che sappiano sfruttare al massimo le funzionalità dello smartwatch si contano sulle dita di una mano; come se non bastasse gli sviluppatori terzi sono ancora un po' indietro con il lavoro. Fatto da non sottovalutare, porterà grosse novità per quanto riguarda la netiquette: l'interazione con l'Apple Watch porterà grossi sconvolgimenti anche alle interazioni nella vita reale.

The Verge

Un gran pezzo di tecnologia. Il primo prodotto interamente nuovo rilasciato da Apple negli ultimi cinque anni e il primo sviluppato dopo la morte di Steve Jobs. Pieno di novità sul lato hardware, sul lato software e nel modo in cui il mondo della moda e quello della tecnologia dovrebbero toccarsi e contaminarsi. Questa l'opinione di Nilay Patel, giornalista del quotidiano web The Verge dopo aver provato per una settimana – o poco più – lo smartwatch di casa Apple. “È il primo smartwatch ad avere le carte in regola per ottenere un grande successo commerciale, anche se i suoi concorrenti stanno inondando il mercato con nuovi modelli. Apple ha il know how pubblicitario, la rete di punti vendita e la determinazione per far sì che ciò accada. Ma bisogna rispondere prima ad una domanda – aggiunge Patel – useremo realmente lo smartwatch al posto dello smartphone?”.

 

 

Al termine di una giornata tipo – descritta piuttosto minuziosamente da Nilay Patel – la risposta è che probabilmente no, allo stato delle cose non si potrebbe ancora sostituire l'iPhone – o qualunque altro smartphone – con l'Apple Watch – o qualunque altro smartwatch. Ciò senza nulla voler togliere all'ultima meraviglia tecnologica rilasciata dalla casa di Cupertino: “Non ci sono dubbi che l'Apple Watch sia il miglior smartwatch oggi disponibile. È tra i progetti più ambiziosi che abbia mai visto – ammette il giornalista di The Verge –: vuole cambiare in gran parte il modo in cui interagiamo con la tecnologia”. Ma è proprio nel corso di questa complessa operazione che Apple, probabilmente, è finita fuori strada perdendo d'occhio quale fosse l'obiettivo originario. Ci si ritrova così con un dispositivo che sa fare tante piccole cose, ma non eccelle in molte. Resta pur sempre uno smartwatch e non tutti hanno esattamente capito a cosa servono, oggi, gli smartwatch.

New York Times

Quattro giorni per apprezzarlo realmente. Un dispositivo eccezionale, ma non immediatamente comprensibile: l'Apple Watch, insomma, non è per tutti. Questa l'opinione di Farhad Manjoo, redattore del New York Times che ha avuto modo di testare l'ultimo nato in quel di Cupertino e recensirlo per il celebre quotidiano newyorchese.

A differenza di molti altri prodotti della mela morsicata, l'Apple Watch non è affatto intuitivo: prevede, anzi, una curva di apprendimento molto più lunga del solito e sembra essere pensato per una nicchia di utenti piuttosto che per la massa. Non è affatto indicato, poi, per dei novizi tecnologici: è un ottimo dispositivo di supporto nel caso in cui si sia inondati di messaggi, chat e notifiche di ogni genere nel corso della giornata, inutile o quasi in caso contrario. Porta con sé, inoltre, tutti i problemi e le deficienze di un prodotto frutto di una tecnologia innovativa e, forse, ancora troppo acerba: chi acquista l'Apple Watch dovrà inevitabilmente fare i conti con imprevisti tipici per device di questo genere.

 

Apple Watch e iPhone

 

A parte questo, lo smartwatch made in Cupertino ha in serbo molte sorprese per chi avrà la pazienza di capirlo e, in qualche modo, attenderlo. Come il primo iPhone, l'Apple Watch ha la capacità di aprire gli occhi del pubblico su un panorama sinora inesplorato: non solo mette in luce cosa potrebbe fare oggi uno smartwatch, ma ci dà una sorta di anteprima su cosa potrebbe fare nel futuro prossimo. Impossibile non apprezzare, inoltre, la bravura dei tecnici e dei progettisti Apple, capaci di creare un prodotto che si integra alla perfezione (o quasi) con l'iPhone e ne completa il set di caratteristiche e funzionalità avvicinandole ulteriormente all'utente. E, nonostante ciò, l'Apple Watch non è affatto un iPhone in miniatura: si controlla in maniera differente; fa un uso più assiduo – e forse migliore – di Siri; ha un sistema operativo concepito in maniera totalmente differente rispetto ai iOS. “Il primo Apple Watch, probabilmente, non sarà adatto a te – conclude Manjoo – ma molto presto cambierà il tuo mondo”.

Re/code

Per chi ha l'iPhone nel cuore. Lauren Goode di Re/code chiarisce immediatamente, in modo da non lasciare in sospeso una questione fondamentale, a chi sia rivolto l'Apple Watch. Secondo la giornalista della testata web statunitense, infatti, chi ha una sorta di fissazione per lo smartphone della mela morsicata saprà apprezzare a pieno, e sin dai primi istanti di utilizzo, l'ultima creatura della casa di Cupertino.

 

Apple Watch

 

E saranno proprio loro, i possessori dell'iPhone, a trovare di facile utilizzo l'Apple Watch e la sua innovativa interfaccia utente. “Ricordate la prima volta che avete utilizzato l'iPhone? - chiede Lauren Gooden ai suoi lettori – Utilizzare l'Apple Watch sarà più o meno la stessa cosa”. Dopo l'iniziale smarrimento, si avrà la sensazione di aver sempre avuto al polso l'orologio intelligente di Apple e di utilizzarlo da una vita. Muoversi tra le app con la corona digitale o accedere a una delle funzionalità del dispositivo sfruttando il Force Touch sembrerà la cosa più semplice del mondo: basterà un breve apprendistato per gestire al meglio l'armamentario hardware e software dell'Apple Watch.

Lo smartwatch ideato da Jony Ive ha, ovviamente, i suoi peccati di gioventù, uno su tutti: le app. Se da un lato le app di sviluppatori terzi tardano ad arrivare, dall'altro quelle sviluppate da Apple presentano ancora dei problemi che ne rendono difficoltosa l'esecuzione. In molti casi, infatti, l'Apple Watch dovrà ricorrere all'iPhone per il funzionamento di alcune app – come ad esempio le mappe – comportando inevitabili ritardi nell'esecuzione di alcune istruzioni. Ed è anche piuttosto “naturale”: da un punto di vista tecnologico, l'orologio intelligente di Apple altro non è che un'estensione del suo smartphone. Ma proprio come l'iPhone, ha già iniziato a cambiare le nostre abitudini anche se non ce ne stiamo ancora accorgendo.

A cura di Cultur-e
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