In meno di cinque anni – è stato lanciato nel 2012 – è stato in grado di creare dal nulla una nuova nicchia commerciale all'interno del mercato (piuttosto ingolfato, bisogna dire) dell'informatica di consumo. Grazie a Eben Upton e al suo Raspberry Pi il mondo ha iniziato a fare conoscenza con i cosiddetti microcomputer o computer su scheda. Nello specifico, si tratta di piccole schede di silicio (grandi, più o meno, come una carta di credito) sulle quali è possibile trovare tutte le componenti necessarie al suo funzionamento: processore, RAM, acceleratore grafico, lettore di schede SD (per l'archiviazione esterna), porte USB, porta HDMI, modulo Wi-Fi e Bluetooth.
Nonostante qualcuno inizialmente storcesse il naso, la community internazionale dei makers ha letteralmente adorato il microcomputer britannico sin dai primissimi momenti. Tutt'altro che complesso capire il perché: dai server alle hacking station, passando per retroconsole per videogame del passato, il Raspberry Pi permette di realizzare dispositivi d'ogni tipo e per gli scopi più disparati. Normale, dunque, che alcune aziende abbiano cercato di "copiare" il Raspberry Pi lanciando il proprio dispositivo. E di alternative valide al microcomputer britannico ce ne sono veramente tante: ecco le migliori.
Arduino
Ideato dall'italiano Massimo Banzi, Arduino è una famiglia di microcomputer nati all'interno di un laboratorio di design e diventati, oggi, una delle migliori alternative alla famiglia dei Raspberry Pi. Particolarmente apprezzati dai "creatori digitali", le schede Arduino sono utilizzate per gli scopi più vari: tra queste, però, una delle più conosciute è Arduino 101 che, grazie al chip Intel Curie, è molto utilizzata nell'ambito dell'automazione domestica, della domotica e dell'Internet of Things.
NanoPi NEO Plus2
Grande poco più della metà di un Raspberry Pi, NanoPi NEO Plus2 è un microcomputer funzionale e completo. Sulla piccola scheda, infatti, trovano spazio un SoC ( quadcore da 1,5 gigahertz rispondente alle specifiche A53 di ARM, 1 gigabyte di RAM, spazio d'archiviazione di 8 gigabyte e tutte le componenti necessarie per collegarlo a periferiche varie e alla Rete (Bluetooth, Wi-Fi, USB ed Ethernet). Insomma, un computer Linux completo (gira con Ubuntu) da portare in tasca e utilizzare ogni volta che se ne ha bisogno. Il prezzo è di appena 25 dollari.
Huawei HiKey 960
Nato dalla collaborazione dei cinesi di Huawei con Google, ARM e altri produttori meno conosciuti, lo Huawei HiKey 960 non è esattamente un diretto concorrente del Raspberry Pi, quanto meno a livello di prezzo (superiore ai 200 euro). A livello di funzionalità e possibili applicazioni, però, siamo più o meno sullo stesso livello. Dotato di SoC Kirin 960 (lo stesso montato da Huawei P10 e Honor 9, per intendersi), 3 gigabyte di RAM e 32 gigabyte di spazio d'archiviazione (oltre a Wi-Fi, Bluetooth, Ethernet e HDMI) è dotato di due piastre di espansione da 40 e 60 pin (per collegare altre componenti più potenti, ad esempio) e un connettore per disco SSD. Dotazione più che sufficiente per sviluppare e testare app per Android (questa la sua funzione originaria) ma anche per creare robot, droni e altri dispositivi smart.
Odroid XU4
Pensato per garantire alte prestazioni con bassi consumi, Odroid XU4 è basato sul SoC octacore Samsung Exynos 5422 e GPU Mali-T628. A questo "pacchetto base" si aggiungono 2 gigabyte di RAM, spazio d'archiviazione basato sui chip eMMC5.0, tre porte USB (di cui due supportano lo standard USB 3.0), una porta HDMI, una porta Ethernet gigabit, connettività Bluetooth e Wi-Fi. Un microcomputer estremamente potente e versatile, che può essere utilizzato senza troppi problemi anche con distribuzioni Linux di ultima generazione o con le ultime versioni di Android. Insomma, un computer tascabile da usare nei momenti di emergenza ad appena 55 euro circa.
Parallela
Dotato di un SoC a sedici core, 1 gigabyte di RAM e una porta Ethernet con velocità gigabit, Parallela è un microcomputer da 100 dollari che può essere utilizzato sia come dispositivo a sé stante, sia come dispositivo per l'automazione domestica. Ma non finisce qui: come suggerisce anche il nome, Parallela può diventare parte di un cluster di schede collegate in parallelo (per l'appunto) utilizzate a mo' di web server.
BBC Micro:Bit
Sviluppato dalla TV di stato della Gran Bretagna, è grande circa la metà di un Raspberry Pi ed è stato creato con il solo scopo di favorire la diffusione della programmazione tra i giovani adolescenti britannici. Micro:bit monta un microchip ARM Cortex-M0 a 32-bit, una serie di LED che possono essere configurati nell'accensione/spegnimento, vari sensori tra cui bussola, magnetometro e accelerometro, modulo Bluetooth, una porta micro USB e si alimenta con due batterie stilo AA. Tra i vari linguaggi che permette di sperimentare, segnaliamo JavaScript, Python e C++.
cloudBit
Grande pochi centimetri, cloudBit è il modo più semplice per trasformare la propria abitazione in una smart home. Grazie alla sua versatilità, può essere collegato e connesso con qualunque elettrodomestico si ha in casa e controllarlo così dal proprio computer o dal proprio smartphone. Non richiede alcuna conoscenza di programmazione e, grazie alla compatibilità con le ricette di IFTTT, sarà possibile automatizzare, per esempio, l'accensione del forno a microonde o lo spegnimento dei riscaldamenti in maniera quasi immediata.
Rock64
Poco più piccolo del Raspberry Pi e dal costo di appena 25 dollari, il microcomputer Rock64 nasce per dare la possibilità di creare un media player versatile e in grado di trasformare qualunque televisore in uno smart TV. Merito di specifiche tecniche di tutto rispetto (SoC ARM A53 e fino a 3 gigabyte di RAM) che lo rendono in grado di leggere contenuti multimediali in 4K e supportare filmati in HDR. Grazie alla porta USB 3.0 sarà inoltre possibile trasferire i contenuti in maniera veloce, minimizzando i tempi di attesa.
Odroid N2
Per chi ha bisogno di una soluzione simile all'Odroid XU4, ma più moderna e aggiornata, da qualche mese è in commercio anche Odroid N2. Basato sul SoC ARM Cortex-A73 a 1,8 GHz di frequenza, con processo produttivo a 12 nm, questa alternativa a Raspberry Pi integra anche una GPU Mali-G52. È disponibile sia in versione con 2 GB di RAM che con 4 GB di RAM. In entrambi i casi si tratta di RAM DDR4 clockata a 1.320 MHz. Per la connettività ci sono 4 porte USB 3.0, una USB 2.0 OTG, un connettore HDMI 2.0 full size, una porta Gigabit Ethernet e un connettore UART (Universal Asynchronous Receiver/Transmitter). Infine, c'è anche un connettore di espansione GPIO da 40 pin.
Per quanto riguarda l'archiviazione interna, invece, l'Odroid N2 può montare moderne e veloci memorie eMMC ed è dotato di uno slot mcroSD. Cosa manca? I chip per le connessioni Wi-Fi e Bluetooth. Non manca invece un ricevitore di segnali infrarossi e un DAC a 384 kHz e 32 bit. Il consumo di memoria in idle è pari a 1,8 Watt, mentre sotto carico si sale a 5,3 Watt ma un grande dissipatore di calore aiuta a tenere al fresco l'elettronica dell'Odroid N2, che sotto sforzo non raggiunge i 75 gradi centigradi. Se misuriamo le prestazioni, sia quelle della CPU che quelle della GPU, scopriamo che l'Odroid N2 supera di parecchio sia il Raspberry Pi 3 che l'Odroid XU4. Le prestazioni della memoria eMMC, invece, sono di circa 150 MB/s in lettura e 125 MB/s in scrittura. Queste prestazioni si pagano, ma il prezzo finale dell'Odroid N2 è ancora accettabile: circa 86 euro per la versione da 2 GB di memoria di lavoro. La versione con il doppio di RAM costa circa 120 euro.
31 luglio 2019