Nella scelta di un nuovo smartphone, specialmente in quelli top di gamma, la qualità e le dimensioni dello schermo sono tra i fattori principali che orientano l'acquirente verso un modello o un altro. Negli ultimi anni la tecnologia degli schermi ha fatto passi avanti giganteschi e si è riversata anche (se non soprattutto) sui display per smartphone. Poiché gli smartphone hanno un tasso di sostituzione molto più elevato rispetto ai monitor per PC e ai televisori, infatti, lo sviluppo di nuovi tipi di tecnologia per gli schermi ha avuto un fortissimo impulso. Tanto che oggi, molto probabilmente, abbiamo in tasca uno smartphone con un display di qualità superiore a quello della Tv in salotto.
Per scegliere oggi il miglior display per smartphone, e lo smartphone con il display migliore, bisogna quindi partire dalle tecnologie applicate allo schermo e, ancora prima, dalla risoluzione del dispositivo. I termini da conoscere e comprendere, quindi, sono quelli relativi alla risoluzione (HD, FHD, 2K e 4K) e quelli relativi al tipo di schermo (LCD, OLED, AMOLED, Super AMOLED e Retina). Secondariamente, invece, è importante conoscere il refresh rate dello schermo.
Risoluzione dei display per smartphone: HD, FHD, 2K e 4K
La risoluzione di un display è la caratteristica più semplice da capire in uno schermo: è il numero di pixel fisicamente presenti nello schermo, con ogni pixel che è l'unità base che compone l'immagine che stiamo guardando, il punto più piccolo che è possibile disegnare sul display. Logicamente, quindi, più è alta la risoluzione più dettagliata sarà l'immagine ma non è neanche detto che una risoluzione elevatissima sia sempre necessaria: se lo schermo è piccolo, ma contiene moltissimi pixel, l'occhio umano difficilmente riuscirà a notare la differenza rispetto ad uno schermo di pari dimensioni ma di risoluzione poco inferiore.
Per questo si parla anche di DPI: dot per inch, cioè punti per polliche. Un valore che indica quanti pixel ci sono in ogni pollice di superficie dello schermo. A parità di dimensioni, uno schermo con la risoluzione più alta avrà un DPI maggiore. Le risoluzioni standard oggi sono HD (High Definition, cioè 1.280x720 pixel, anche detto 720p), FHD (Dull HD, 1.920x1080, 1080p), 2K (2.560x1.440 pixel, pari al doppio dell'HD), Ultra HD (3.840x2.160 pixel, chiamato anche 4K Ultra HD anche se non è il vero 4K) e, infine il 4K vero e proprio (4.096x2.160 pixel, pari a quattro volte la risoluzione HD). Moltissimi display definiti 4K e venduti come tali, in realtà, sono a risoluzione Ultra HD.
I tipi di display per smartphone: LCD, OLED, AMOLED, Super AMOLED e Retina
Per disegnare ogni pixel, oggi, si usano principalmente due grandi famiglie di tecnologie: quella LCD e quella LED, con la prima maggiormente diffusa sui device più economici e la seconda ormai standard nella fascia media e alta.
L'acronimo LCD sta per Liquid Crystal Display, cioè schermo a cristalli liquidi. Si tratta di una tecnologia che nasce ad illuminazione "passiva": dietro al display c'è un pannello che emette luce in modo uniforme e ogni pixel è costituito da tre subpixel di colore rosso, verde e blu, che accende o spegne in base alla carica elettrica applicata. Applicando la carica il cristallo liquido si "polarizza" e lascia passare la luce o la blocca. I due tipi di display LCD più diffusi sono i TFT e gli IPS. TFT sta per "Thin Film Transistor" ed è una versione avanzata dell'LCD che usa una "matrice attiva": ogni pixel è illuminato da un transistor e non più da un pannello posteriore che fa luce uniforme. Quindi ogni pixel si accende e si spegne individualmente. I display LCD TFT sono economici da produrre ma consumano più energia e hanno un angolo di visione più limitato. IPS sta per "In-Plane Switching" ed è una ulteriore evoluzione dell'LCD, che offre colori più vividi e precisi e un maggior angolo di visione usando due transistor per illuminare ogni pixel.
Negli schermi con tecnologia LED, invece, ogni pixel è costituito da un singolo LED che si accende e si spegne autonomamente. Non c'è alcuna retroilluminazione, quindi i consumi si riducono se si proiettano immagini scure (ma aumentano in caso di immagini chiare) e il contrasto tra pixel vicini di colore diverso è maggiore perché non c'è l'alone della luce posteriore a dare disturbo. Nel caso dei display OLED la "O" sta per "Organic": ogni LED è costruito infatti con materiale organico. L'acronimo AMOLED, invece, sta per "Active Matrix Organic LED" e, in pratica, indica uno schermo OLED con una matrice attiva che permette di avere una velocità di refresh dello schermo molto più alta. Il difetto dei display AMOLED è che, se ricevono la luce diretta del sole (o di una lampada molto potente) sono meno leggibili di un display LCD (in cui la potenza della retroilluminazione compensa quella dell'illuminazione diretta della superficie).
Super AMOLED, invece, è un nome commerciale scelto da Samsung per alcuni suoi display usati negli smartphone top di gamma. Hanno la caratteristica di integrare lo strato touch direttamente dentro lo schermo e non tramite una superficie aggiuntiva posizionata sopra il display. Il vantaggio è che si vedono meglio sotto al sole, perché c'è uno strato in meno tra i LED e l'occhio dell'utente. Retina, infine, è un altro termine commerciale usato questa volta da Apple per i suoi display. Il nome non è legato ad una specifica tecnologia, tanto è vero che il primo display Retina per smartphone presentato è stato l'LCD dell'iPhone 4, ma poi Apple ha usato il termine anche per gli schermi LED. In realtà Apple definisce "Retina" solo gli schermi con un DPI elevato, ma lo fa a sua completa discrezione.
Il refresh rate dei display per smartphone
Infine, per capire se uno schermo per smartphone è di buona qualità, bisogna fare un accenno al refresh rate. Cioè a quante volte al secondo il display aggiorna l'immagine. Negli ultimi tempi sono comparsi sul mercato smartphone con 60, 90 o anche 120 Hz di refrseh rate (che si aggiornano, cioè, 60, 90 o 120 volte al secondo). Una elevata frequenza di refresh non indica per forza una qualità superiore dello schermo ma, semplicemente, una sua elevata stabilità. In sostanza, ciò significa che maggiore è la frequenza di aggiornamento e più uniforme è la visualizzazione delle immagini in rapido movimento.
Frequenze di aggiornamento più elevate significano meno sfocatura dovuta al movimento delle immagini, cosa che torna utile se siamo soliti scorrere molto velocemente le pagine sul browser, ad esempio, ma anche se vediamo molti video o facciamo lunghe sedute di gaming.
5 marzo 2020