In Breve (TL;DR)
- Le emoji, nate in Giappone negli anni '90, sono state ideate per semplificare la comunicazione nei messaggi testuali, rappresentando emozioni e oggetti con piccole immagini colorate.
- Utilizzate in chat, email e digital marketing, rendono i messaggi più immediati e coinvolgenti, migliorando le interazioni e aumentando il coinvolgimento degli utenti.
- Oggi, insieme a GIF e sticker, ampliano le possibilità comunicative, permettendo espressioni più personalizzate e creative nei diversi contesti digitali.
Esprimere i propri pensieri usando le parole, quando si comunica attraverso messaggi testuali, può essere difficoltoso. Per questo motivo l’avvento delle emoji ha reso felici numerose persone, decretando il successo di questo piccolo elemento che ogni giorno viene utilizzato da milioni di utenti in tutto il mondo. Ma cosa sono le emoji? E quando sono nate?
La storia di questi elementi colorati è sconosciuta ai più, ma quelle che utilizziamo quotidianamente non sono le stesse emoji che venivano inizialmente inviate nei messaggi. Le varianti disponibili, oggi numerose, erano inizialmente poche e realizzate a partire dalla fantasia dagli utenti stessi. Tutte le emoji derivano da un altro elemento, spesso confuso proprio con le emoji: le emoticon.
Scopriamo da dove nascono le emoji, la loro differenza con le emoticon e quando e come utilizzarle.
La nascita delle emoji
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Le emoji sono delle piccole immagini colorate, che nella maggior parte dei casi rappresentano delle emozioni o degli oggetti di utilizzo quotidiano. Si sono diffuse alla fine degli anni ‘90, inizialmente in Giappone e poi in tutto il resto del mondo grazie all’idea di una compagnia telefonica che ha analizzato il comportamento e il modo di comunicare delle persone tramite SMS, intuendo la necessità di introdurre degli elementi in grado di semplificare la manifestazione delle emozioni.
Altro bisogno manifestato, era quello di risparmiare spazio, poiché un SMS si poteva comporre di pochi caratteri. Le emoji permettevano di eliminare e sostituire le parole.
In seguito, sono state sviluppate e rese pubbliche da aziende operanti nel settore della telefonia. Il primo set comprendeva più di 170 elementi. A realizzarlo, su commissione di Docomo, fu il designer giapponese Shigetaka Kurita.
Questo primo set comprendeva piccole immagini di 12 pixel che rappresentavano visi con emozioni differenti, cuori, nuvole, segnali stradali e tanto altro ancora. Una vera e propria rivoluzione nel modo di comunicare, che ha segnato la storia.
L’avvento delle emoji ha cambiato il modo di comunicare. Per questo, il primo set di emoji è stato rappresentato da una griglia esposta al Museo di arte contemporanea di New York (MoMa).
Il termine oggi conosciuto in tutto il mondo è, appunto, di origine giapponese. Precisamente deriva dalle parole ‘e’ (immagine) e moji (carattere). Possono essere considerate un’evoluzione dell’emoticon e per questo spesso vengono confuse con quest’ultime.
Le emoticon, a differenza delle emoji, sono una sequenza di segni grafici che aggiungono significato un messaggio. Ad esempio, erano in grado di far comprendere che il tono della conversazione era scherzoso.
Sono stati utilizzate fin da subito negli SMS e nelle chat, per via della loro capacità di riassumere in una sola piccola immagine emozioni e messaggi e rendere più semplici, immediate e divertenti le comunicazione.
Nel 2010, per poter permettere a tutti di utilizzare le emoji con semplicità, il Consorzio Unicode ha deciso di includere questo elemento nel proprio standard di codifica. Ciò ha consentito alle emoji di diventare compatibili con un maggior numero di dispositivi e di piattaforme.
Come e dove vengono utilizzate le emoji
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Le emoji sono oggi una realtà consolidata, con un numero di immagini sempre crescente. Vengono utilizzate in diversi campi. Si possono ritrovare negli sms, nelle chat o nelle conversazioni di gruppo e nelle email.
Si tratta di una conversazione di tipo informale, pertanto il loro inoltro è sconsigliato in comunicazioni ufficiali, professionali o che richiedono un elevato livello di serietà.
L’uso delle emoji è ampliamente diffuso nel digital marketing, poiché rendendo la comunicazione più immediata e facilmente comprensibile, oltre che amichevole, e sono in grado di incrementare le engagement, rendere più accattivanti le call to action e catturare l’attenzione degli utenti.
Le emoji sono l’alleato ideale quando si devono trasmettere messaggi e si ha a disposizione uno spazio ridotto. Basti pensare, ad esempio, ai post su X (ex Twitter), che hanno un numero massimo di caratteri che non può essere superato.
Nel web design le emoji possono rappresentare un ottimo strumento per migliorare l’esperienza utente e renderla più intuitiva e interattiva.
L’evoluzione delle emoji
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Con il termine emoji spesso vengono erroneamente chiamati anche altre tipologie di contenuti che possono essere considerati, in un certo senso, come un’evoluzione delle emoji stesse. Pur restando estremamente amate, sono state affiancate da GIF e Sticker di diversa tipologia che vengono impiegati nelle comunicazioni per rendere il messaggio più comprensibile.
Proprio come le emoji, GIF e Sticker vengono inseriti nei messaggi per renderli più immediati, facili da comprendere, interattivi e divertenti
LE GIF (Graphics Interchange Format) è un formato che, solitamente, combina diverse immagini tra loro dando vita ad una breve animazione. È un file compresso, di piccole dimensioni, che può facilmente essere inviato attraverso e-mail, app di messaggistica istantanea, allegato ai post o ai commenti sui social network e tanto altro ancora.
Ci sono, poi, gli sticker, adesivi, delle immagini che possono essere usati più o meno come le emoji, ossia inserendole nei messaggi. Gli sticker sono personalizzabili e sul web si possono trovare facilmente diversi pacchetti. Sono presenti sia sticker statici, che sticker dinamici, con delle breve animazioni.
Grazie ai numerosi strumenti basati sull’intelligenza artificiale presenti online e accessibili gratuitamente o sostenendo costi ridotti, tutti gli utenti, anche quelli che non posseggono particolari competenze grafiche, possono realizzare degli sticker e utilizzarli nei propri messaggi per renderli più chiari e divertenti.
Per saperne di più: Cos’è e cosa si intende per digital marketing