In Breve (TL;DR)
- Gli assistenti vocali, sviluppati a partire dai primi anni del '900 con prototipi rudimentali, si sono evoluti nel tempo, diventando strumenti essenziali grazie a innovazioni come Siri, introdotta nel 2011 su iPhone 4S.
- Con l’arrivo di Alexa nel 2014 e Google Assistant nel 2016, la tecnologia è stata integrata in dispositivi smart come elettrodomestici e automobili, offrendo funzioni avanzate e un'interazione sempre più naturale.
- Il futuro degli assistenti vocali prevede una maggiore integrazione con l’intelligenza artificiale per migliorare l'efficienza, con una particolare attenzione alla privacy e alla protezione dei dati degli utenti.
Alexa, Siri, GoogleAssistant e ora i nuovi assistenti basati sull’intelligenza artificiale: tanti sono i servizi che ogni giorno aiutano gli utenti del web a gestire le proprie giornate, il proprio lavoro, ad eseguire delle azioni sui propri dispositivi e persino ad effettuare degli acquisti.
Una tecnologia che sembra essere abbastanza recente, che ha preso piede con il lancio di Siri su iPhone e con la diffusione dei dispositivi che supportano Alexa, circa dieci anni fa, ma che in realtà ha origini ben più lontane.
In particolare, le origini degli assistenti vocali possono essere rintracciate già negli anni ’60, con dei primi prototipi che risalgono persino ai primi anni del ‘900. Scopriamo la storia degli assistenti vocali, come sono nati, quali sono quelli più famosi e cosa aspettarci dal futuro.
La nascita e lo sviluppo degli assistenti vocali
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Utilizzati quotidianamente, sembrano essere una presenza costante nella vita delle persone. D’altronde, gli assistenti vocali hanno una radice lontana nel tempo, che risale ai primi anni nel ‘900, più precisamente nel 1911. È in questo periodo, infatti, che nasce il primo giocattolo che integra un comando vocale.
Si tratta di un piccolo cagnolino giocattolo, in grado di rispondere al comando vocale e uscire dalla sua cuccia nel momento in cui veniva pronunciato il suo nome.
Passano gli anni, ma come sempre accade, la tecnologia non si ferma. Dopo altre sperimentazioni, nel 1962 viene lanciato, dalla IBM, l’IBM Shoebox, un calcolatore attivabile tramite un input vocale. Come è facile immaginare, le capacità di riconoscimento delle parole erano molto limitate, ma si tratta di un passo importante che ha portato gli assistenti vocali ad essere ciò che oggi sono.
Negli anni successivi i modelli di linguaggio hanno fatto dei passi da gigante, fino ad arrivare al 2011. Per gli assistenti vocali è l’anno della svolta. Protagonista indiscussa è, questa volta, Apple, che, nel mese di ottobre, lancia l’iPhone 4S. Il dispositivo ha un’innovazione importante, che lo farà passare alla storia: ha integrato Siri, l’assistente vocale di Apple.
L’ascesa degli assistenti vocali inizia con il lancio dell’iPhone 4S, in cui Apple integra Siri
Siri apre la strada per la diffusione degli assistenti vocali come li conosciamo oggi. Inizialmente era in grado di eseguire solo operazioni elementari, ma nel tempo è diventato sempre più performante.
Nel 2014 viene lanciato un altro assistente vocale, ancora oggi molto utilizzando. È Alexa, realizzato da Amazon e distribuito in concomitanza con l’annuncio degli altoparlanti Echo.
Oggi gli assistenti vocali non sono accessibili solo attraverso i dispositivo Apple, tra cui spiccano gli iPhone, o gli altoparlanti intelligenti di Amazon. Si possono trovare integrati su varie piattaforme, in elettrodomestici, automobili, wearable, applicazioni e tanto altro ancora.
Gli assistenti vocali più famosi
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Siri è, senza dubbio, tra gli assistenti vocali più famosi. Presente ormai su tutti gli iPhone, la sua idea nasce da una startup americana, legata all’Università di Stanford. Il colosso di Cupertino, comprese le potenzialità del progetto, decide di farlo suo, acquisendo il prodotto.
È così che, nel 2011 decide di inaugurare il suo assistente virtuale con il lancio dell’iPhone 4S e di consentire agli utenti di eseguire delle azioni attraverso dei semplici comandi vocali. Potevano, tra le altre cose, inviare un messaggio o eseguire altre operazioni senza la necessità di utilizzare le mani.
Siri, allo stato attuale, permette di eseguire la maggior parte delle operazioni usando solo la voce e con la massima tutela della privacy. Vi si può accedere da iPhone, da AirPods, in auto (con CarPlay), tramite gli Apple Watch, da HomePod, da iPad, da Mac, dall’Apple Tv e dall’Apple Vision Pro. Per attivare Siri è sufficiente pronunciare la parola di attivazione.
Altro assistente vocale che non ha bisogno di presentazioni è Alexa, sviluppato e lanciato sul mercato da Amazon con i dispositivi Echo nel 2014, precisamente il 6 novembre. Le potenzialità si sono dimostrate fin da subito. L’assistente vocale era in grado di riprodurre musica, controllare alcuni elettrodomestici, impostare sveglie e promemoria e tanto altro ancora.
Lo sviluppo dei dispositivi Echo e dell’assistente vocale Alexa stimolano la competitività di Google, che non poteva restare indietro in un settore così proficuo. Nel 2016 annuncia Google Home, competitor di Amazon Echo, che integra un suo assistente vocale, Google Assistant. Quest’ultimo, rispetto ad Alexa, era in grado di comprendere query complesse e avere conversazioni più naturali.
Cosa aspettarci dal futuro degli assistenti vocali
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In futuro, gli assistenti vocali saranno sempre più intelligenti, grazie all’integrazione dell’intelligenza artificiale. Stanno rapidamente evolvendo, con l’obiettivo di integrare quanto più possibile tecnologie avanzate in grado di soddisfare le nascenti esigenze degli utenti.
Il lavoro sugli assistenti vocali è un punto fondamentale per tutte le aziende del settore che vogliono restare competitive. Con molta probabilità, gli utenti continueranno ad utilizzare questi strumenti, integrandoli nelle proprie abitazioni. Strumenti che saranno in grado di offrire un supporto sempre più efficace e persino di prevedere le esigenze delle persone.
Un nodo cruciale è quello della tutela della privacy. Con l’integrazione di modelli AI, quella della sicurezza è una questione di primaria importanza. Le diverse realtà che operano in questo campo dovranno offrire soluzioni valide, che facciano sentire gli utenti al sicuro e i loro dati protetti.
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