Nel mondo del lavoro, a qualsiasi livello e qualsiasi sia la posizione che si ricopra, è sempre raccomandabile tenere un comportamento adeguato. Si deve seguire una certa etichetta, cercando di non esagerare e magari compiere qualche gaffe che potrebbe costare il posto di lavoro. Mai come in questo caso, ciò che vale nella vita reale vale assolutamente anche nella vita virtuale.
Così, se si dovesse essere tra gli oltre 200 milioni di utenti iscritti a LinkedIn, bisogna sempre ricordare che anche il social network per lo sviluppo di contatti professionali richiede che si seguano regole di bon-ton ed educazione. Insomma, anche LinkedIn ha la sua netiquette (da network ed etiquette, una sorta di galateo di Internet) da seguire se non si vogliono compromettere i rapporti professionali – seppur virtuali – faticosamente costruiti.
La netiquette per chi cerca lavoro
Buona parte degli utenti iscritti a LinkedIn è composta da professionisti alla ricerca di lavoro o alla ricerca di una vetrina dove mettere in mostra le proprie capacità professionali. Fondamentale, quindi, non compiere passi falsi nei rapporti con gli altri.
Aggiornamenti privati, profilo pubblico
Può capitare di iniziare a cercare un nuovo lavoro, nonostante se ne abbia già uno. Mancanza di motivazioni, scarso feeling con i colleghi o voglia di cambiare vita. Queste e molte altre le motivazioni che possono portare ad un passo del genere. L'importante, però, è non compromettere i rapporti prima del tempo.
Per questo è meglio rendere privati gli aggiornamenti che si applicano al proprio profilo LinkedIn in vista della ricerca di un nuovo impiego. Di default, infatti, ogni modifica apportata al proprio curriculum virtuale verrà mostrata sulla bacheca dei propri contatti: non un bellissimo segnale da lanciare al proprio boss o ai propri colleghi.
Per far sì che nessuno riceva aggiornamenti di tale genere bisogna accedere al proprio profilo e, nella parte bassa della pagina, cliccare sul link Attiva/disattiva la diffusione delle tue attività.
Nella finestra pop-up che compare togliere il segno di spunta dal quadratino e cliccare su Salva Modifiche.
Allo stesso tempo, però, è necessario che il proprio profilo sia il più possibile accessibile, in modo che i recruiter possano avervi accesso e visionare tutte le esperienze lavorative pregresse. Può capitare, infatti, di essere “scovati” tra migliaia di altri profili solo perché si è visitato il giusto profilo. In questo caso è necessario essere in qualche modo “reperibili” e mostrare, quindi, i propri dati personali agli utenti cui si fa “visita”.
Accedere al proprio profilo e, sempre nella parte bassa della schermata, cliccare sul link Seleziona le informazioni che gli altri vedono quando visiti il loro profilo. Nella finestra pop-up scegliere l'opzione Nome e sommario.
Niente buchi
Affinché il profilo risulti convincente, non devono esserci improvvisi buchi neri tra un'esperienza lavorativa e l'altra. A tutti è capitato un giro a vuoto o un lavoro di cui si va poco fieri. O, ancora, di esser tornati sui banchi di scuola per migliorare la conoscenza teorica dell'argomento. Se proprio non si vogliono inserire informazioni di questo genere nel curriculum, se ne deve comunque dare spiegazione, magari nell'area Riepilogo. L'importante è tenere un tono semplice e cortese, in modo che il recruiter di turno possa capire il perché dell'improvviso salto temporale tra un'esperienza lavorativa e l'altra.
La netiquette per chi è alla ricerca di personale
L'altra metà del cielo di LinkedIn è rappresentata da quei professionisti in risorse umane alla ricerca di profili utili per l'azienda. Anche per loro ci sono delle regole di bon-ton da tenere presenti se non ci si vuol lasciar scappare una “preda”.
Aggressività
Il recruiter perfetto è aggressivo. Ma non troppo. Secondo LinkedIn, il 60% degli iscritti non è alla ricerca attiva di nuove opportunità lavorative. Ciò non vuol dire, naturalmente, che non siano disponibili a valutare offerte, diciamo così, inattese. Per questo LinkedIn è una vera e propria gallina dalle uova d'oro per tutti gli addetti alle risorse umane.
Bisogna quindi essere intraprendenti, senza però sembrar invadenti e invasivi. Bisogna sapersi giocare per bene le – forse poche – carte che si hanno a disposizione per convincere l'impiegato dei propri sogni a fare il salto verso la propria azienda. Per questo è lecito usare qualsiasi mezzo comunicativo – come ad esempio le InMail – per riuscire a creare il primo contatto con il possibile candidato. Senza, però, esagerare.
Essere gradevoli
Negli approcci non bisogna mai sconfinare nella pedanteria o nella volgarità. Bisogna utilizzare un tono che risulti allo stesso tempo piacevole e convincente. Gli strumenti messi a disposizione da LinkedIn – come ad esempio le mail private – devono essere utilizzate nel migliore dei modi: non tutti hanno un account premium e non tutti, quindi, possono ricevere un numero illimitato di messaggi. Ogni InMail, quindi, deve contenere informazioni di rilievo e non sembrare mail di spam.
Fondamentale, prima di tentare ogni approccio, avere maggiori informazioni possibili sul candidato. In questo modo si potranno creare rapporti più stretti e duraturi in un lasso temporale ristretto.
9 marzo 2014