Nel 2021 un problema affligge il settore dell’elettronica e dell’informatica: la crisi dei semiconduttori. Questi materiali sono fondamentali per realizzare qualsiasi componente elettronica e soprattutto dei chip e microchip, che sembrano ormai introvabili. La crisi dei semiconduttori affligge tutti i dispositivi che richiedono un chip per funzionare: smartphone, tablet, PC, smart TV, console e persino i nuovi sistemi per auto.
A provocare la crisi sono state le restrizioni per la pandemia da Covid-19, con le grandi fabbriche chiuse che hanno dovuto interrompere o rallentare la produzione. Con meno componenti elettroniche a disposizione, sono venute meno le scorte necessarie a produrre qualsiasi tipo di device, tanto che acquistare una scheda grafica nel 2021 è diventato molto difficile. Ecco cosa sono i semiconduttori e perché scarseggiano nel 2021.
Semiconduttori: cosa sono e a cosa servono
I semiconduttori sono materiali che hanno delle caratteristiche specifiche, la cui conducibilità elettrica è a metà strada tra un materiale conduttore, come il rame, e un isolante, come la gomma. Un materiale semiconduttore è il silicio, che è tra i più utilizzati per creare tutte le componenti elettroniche come diodi o transistor che servono per realizzare i circuiti integrati, cioè chip e microchip. I semiconduttori vengono quindi utilizzati per la produzione di tutti i tipi di chip che equipaggiano i dispositivi elettronici, come CPU e GPU, che sono in dotazione a smartphone, PC, tablet, console di gaming, smart speaker, ecc.
L’impiego dei semiconduttori non si ferma all’informatica, ma è vitale per qualsiasi settore dell’elettronica di consumo. Gli elettrodomestici smart come lavatrici, frigoriferi e robot aspirapolvere hanno bisogno di chip per funzionare. Anche nell’automotive i chip vengono ormai utilizzati per la realizzazione delle auto, dai sistemi di entertainment a quelli per la guida assistita.
Semiconduttori: perché scarseggiano nel 2021
Il processo di produzione dei chip a partire dai semiconduttori è costoso, complesso e richiede tempo. Le restrizioni e i lockdown imposti dalla pandemia da Covid-19 nell’arco del 2020 hanno portato a pesanti rallentamenti nelle catene di produzione dei semiconduttori. Tra fabbriche chiuse per rispettare le misure anti-Covid e riduzioni degli orari di lavoro, restare in pari con gli obiettivi di produzione non è stato possibile: il numero di chip prodotti è stato nettamente inferiore a quello previsto.
Allo stesso tempo, l’aumento del lavoro in smart working e della digitalizzazione sempre dettati dalla pandemia da Covid-19 ha aumentato la domanda di dispositivi elettronici in modo esponenziale.
Sempre più persone hanno avuto bisogno di nuovi PC, tablet, webcam o altri dispositivi per poter lavorare da remoto e rispettare le misure restrittive. Questo si è tradotto in tante richieste di nuovi prodotti e device, mentre c’erano sempre meno componenti per produrli.
Semiconduttori scarseggiano: le conseguenze
La sfortunata combinazione tra la drastica diminuzione della produzione e l’aumento esponenziale della domanda ha provocato l’effetto che stiamo oggi sperimentando: la crisi dei semiconduttori. Le conseguenze sono principalmente due: la difficoltà a trovare pezzi di ricambio per i dispositivi elettronici, e l’aumento dei costi delle componenti. Ad esempio, chi vuole realizzare un computer da solo o ha bisogno di un ricambio per una riparazione, ha fatto una incredibile fatica a comprare una scheda grafica nel 2021.
Le schede grafiche nuove disponibili non solo sono poche, ma anche costose, tanto che anche i prezzi di quelle usate sono lievitati.
Nemmeno le grandi aziende tecnologiche, che stipulano accordi con i fornitori per i materiali necessari a produrre milioni di pezzi ogni anno, sono riuscite a tenere il passo di produzione davanti ai semiconduttori che scarseggiano. La Sony ha dovuto lanciare solo un certo numero limitato di PlayStation 5 nel 2020 e la produzione continua a singhiozzi, come ha ammesso la compagnia, proprio per mancanza di componenti fondamentali.
Un problema che la accomuna da sempre alla rivale Microsoft, che si trova nella stessa situazione con le sue Xbox Series X. Diversa la strategia di Nintendo, che ha deciso di lanciare un nuovo Nintendo Switch con le stesse componenti del modello precedente, così da trovare meno difficoltà nel reperire nuovi set di chip. Anche Apple nel 2020 ha dovuto rinviare il lancio degli iPhone 12 di un paio di mesi rispetto a quanto previsto, e ha tagliato la produzione degli iPhone 13 di ben 10 milioni di unità proprio per la mancanza dei componenti necessari alla produzione dei dispositivi.
Negli ultimi mesi del 2021 la produzione di semiconduttori è stata riavviata e sta riprendendo a pieno regime, ma il ritorno alla normalità non è dietro l’angolo. Secondo diverse aziende produttrici, bisognerà attendere almeno fino alla prima metà del 2023 affinché la crisi sia pienamente rientrata e la produzione tornata ai livelli pre-Covid.
Alcuni analisti, però, sono più pessimisti e prevedono che la crisi dei chip finirà addirittura nel 2024.