Per anni e anni è stato la faccia e la voce ufficiale di Microsoft. Con la sua verve e la sua energia ha pubblicizzato prodotti come Windows 1.0 e animato tante convention nel corso delle quali la casa di Redmond presentava i suoi prodotti. Insomma, è stata un po' l'icona dell'azienda creata da Bill Gates tanto nei suoi momenti migliori, quanto in quelli più bui. Questa sua presenza costante gli ha consentito anche di scalare le gerarchie internet e arrivare a ricoprire la carica di CEO, anche se la sua reggenza non godrà di giudizi unanimi.
Certo, Microsoft si trovava in un periodo di piena transizione, ma anche Steve Ballmer ci ha messo un po' del suo, non riuscendo a intercettare (per tempo) alcuni dei trend che hanno caratterizzato il mondo dell'alta tecnologia a cavallo tra vecchio e nuovo millennio.
Chi è Steve Ballmer
Imprenditore, investitore "seriale" e filantropo, Steven Anthony Ballmer è nato a Detroit (Stato del Michigan, USA) il 24 marzo 1956. Dal 2000 al 2014 ha rivestito la carica di CEO di Microsoft, consentendo alla società di triplicare le vendite e raddoppiare i profitti, ma non è stato in grado di intercettare trend che hanno poi dominato il mondo dell'hi-tech negli anni a venire. Forte del suo patrimonio personale di quasi 40 miliardi di dollari, Ballmer è oggi proprietario della squadra NBA Los Angeles Clippers, acquistata nell'agosto 2014 per 2 miliardi di dollari.
Infanzia e carriera universitaria
Nato a Detroit da papà immigrato svizzero (ingegnere presso Ford) e madre d'origine ebrea (la famiglia materna arrivava dalla Bielorussia) Ballmer cresce facendo spola tra diverse città statunitensi e Bruxelles, dove il padre era stato trasferito per motivi lavorativi. Tornato negli Stati Uniti, frequenta la Lawrence Technological University, una scuola preparatoria in materie scientifiche.
Steve Ballmer, sin dalla più tenera età, dimostra una vera e propria predilezione per materie tecniche e scientifiche, matematica su tutte. Si inscrive ad Harvard, dove si laurea nel 1977 in matematica applicata ed economia. Nel corso dei suoi studi ottiene sempre altissimi risultati in tutti i test che coinvolgono numeri e calcoli: nel William Lowell Putnam Mathematical Competition, competizione sponsorizzata dalla Mathematical Association of America, ottiene un risultato superiore a quello di Bill Gates, suo compagno di studi nella celebre università statunitense.
Successivamente si iscrive alla Stanford Graduate Schoold of Business, ma abbandona gli studi nel 1980 dopo la chiamata di Bill Gates all'interno di Microsoft.
La storia di Ballmer in Microsoft
La carriera di Steve Ballmer all'interno di Microsoft inizia l'11 giugno 1980, 30esimo dipendente in assoluto della società e primo business manager dell'allora piccola software house. Inizialmente, Ballmer guadagna 50 mila dollari e una percentuale sulle azioni dell'azienda. Ballmer arriva così a possedere fino all'8% del capitale societario. Nei 20 anni seguenti la sua assunzione, il compagno di studi di Bill Gates ricopre vari ruoli dirigenziali all'interno delle divisioni e dei dipartimenti più svariati, sino a ricoprire il ruolo di vice presidente dell'area vendite e assistenza. Tra il luglio 1998 e il febbraio 2001 Ballmer è Presidente di Microsoft, diventando di fatto il numero 2 della società.
Un regno a "responsabilità limitata"
La "scalata" di Ballmer alle gerarchie di Microsoft si conclude nel 2000, quando Bill Gates decide di rinunciare alla carica di CEO ma di non abbandonare completamente la sua creatura. Com'era naturale che fosse, l'allora Presidente della società di Redmond viene designato CEO, anche se inizialmente le sue responsabilità e il suo raggio d'azione non è così espanso come vorrebbe. A guidare la "visione tecnologica" della società resta lo stesso Bill Gates, che aveva voluto mantenere per sé il ruolo di Chief Software Officer. Ballmer, dunque, si "limita" all'amministrazione finanziaria dell'azienda, in attesa che il fondatore si faccia definitivamente da parte e si goda la pensione. In questo periodo Ballmer analizza attentamente ogni nuovo progetto per valutare se è economicamente sostenibile e "accompagna" Microsoft verso la trasformazione da software house a fornitrice di servizi online.
Prima di tutto, chiuse alcune cause pendenti – per scarsa concorrenza – intentate da alcuni Stati degli USA e da alcune associazioni di consumatori, cercando un accordo tra le parti. Poi si dedica a ristrutturare l'azienda, cambiando diversi dirigenti in alcuni ruoli chiave e rivedendo l'organizzazione interna del colosso del software.
CEO a pieni poteri
L'interregno si concluse nel 2006, quando Bill Gates decise di? appendere la tastiera al chiodo e di godersi la meritata pensione. Da quel momento in poi Ballmer ha pieni poteri non solo sul fronte finanziario, ma anche su quello più prettamente strategico. Grazie anche al riassetto portato avanti negli anni precedenti, Microsoft si trasforma da una società di sviluppo "computer-centrica" in un fornitore di servizi informatici a 360°.
Sotto la sua guida nascono divisioni dedicate allo sviluppo di servizi cloud e aziendali, prodotti e software funzionanti non solo sul singolo PC ma anche sul web (si pensi a Office 365 e Office Online). Microsoft, insomma, strizza l'occhiolino alla Rete, ma non solo: in questi anni la casa di Redmond lancia sul mercato il primo modello di Xbox, entrando nel mondo del gaming (e dell'hardware).
Questa capacità nel diversificare gli interessi e i prodotti regala soddisfazioni a livello economico: grazie all'azione intrapresa da Ballmer, la società di Redmond triplicare le vendite e raddoppiare i profitti, facendo segnare risultati migliori di quelli di Google, IBM e General Electric (tanto per citare tre aziende comparabili con Microsoft per grandezza e importanza).
Occasioni mancate
Se la matematica è fortemente dalla sua parte (come potrebbe non esserlo, visto il passato scolastico), un po' meno lo sono gli umori degli investitori. Nonostante i grandi risultati finanziari ottenuti sotto la sua gestione, il prezzo delle azioni Microsoft resta stabile: qualche analista inizia così a storcere il naso e levare qualche critica nei confronti della gestione del vulcanico CEO Microsoft.
A preoccupare maggiormente, però, è l'apparente "cecità" di Ballmer nei confronti alcuni nuovi trend che si stanno sviluppando nel mondo dell'alta tecnologia. Mentre l'erede di Bill Gates è stato bravo a intercettare la domanda in settori come quello del cloud e del gaming, si è lasciato sfuggire quello della telefonia mobile. Così, mentre Apple e Google rafforzavano la loro posizione sul mercato degli smartphone e dei tablet, Microsoft correva ai ripari con la presentazione di una versione mobile (poco fortunata) di Windows e, soprattutto, con l'acquisizione della divisione telefonia mobile di Nokia. Entrambi i tentativi, però, non danno i frutti sperati e Ballmer si dimette da CEO Microsoft il 4 febbraio 2014 per fare posto a Satya Nadella.