Spesso è più conosciuto con l'acronimo dei suoi nomi che con il suo vero nome. Richard Mathew Stallman, conosciuto ai più come RMS, è un informatico e attivista politico e civile statunitense che da anni si batte contro il sistema dei brevetti nel settore dei software e per una libera circolazione dei programmi e dei loro codici sorgente. Non a caso è il papà dello GNU project e fondatore della Free Software Fundation, due capisaldi della cultura mondiale del software libero.
L'infanzia newyorchese
Richard Stallman nasce nella metropoli statunitense nel 1953 da una famiglia della piccola borghesia newyorchese. I primi anni di vita del piccolo Richard trascorrono molto tranquillamente ma l'incontro con un libro nel corso di un campo estivo cambierà per sempre il corso della sua vita. All'età di 10 anni gli capitò tra le mani il manuale di un IBM 7094 e fu amore a prima vista con l'informatica. Stallman ne lesse tutta la documentazione nel giro di pochi giorni e, al suo ritorno a casa, iniziò a frequentare l'IBM New York Scientific Center.
Negli anni liceali Stallman divenne un programmatore provetto e scrisse diversi programmi nei linguaggi più disparati. Dovette, però, abbandonare ben presto la carriera da programmatore: per lui si aprivano le porte di Harvard.
Gli anni universitari
Nel 1970 Richard Stallman iniziò a frequentare le lezioni della facoltà di fisica di Harvard. La sua passione per l'informatica, però, non ne risentì dal momento che l'anno successivo entrò a far parte del Laboratorio di Intelligenza Artificiale del Massachusetts Institute of Technology. Qui iniziò a frequentare con una certa regolarità gli ambienti hacker, divenendo famoso con il nickname di RMS. Nel 1974 ottenne il suo Bachelor (equivalente alla nostra Laurea Triennale) in Fisica con il massimo dei voti (magna cum laudae).
La passione per la programmazione e l'informatica, però, erano ormai irrefrenabili e nel 1975 Stallman passò definitivamente al Laboratorio di Intelligenza Artificiale del MIT in qualità di programmatore.
Software libero
Nel frattempo il mondo dell'informatica e della programmazione stava velocemente cambiando e i paletti che venivano innalzati attorno al libero utilizzo di programmi e software erano sempre più alti. Contemporaneamente cresceva in Richard Stallman la consapevolezza che questi paletti fossero “un crimine contro l'umanità” e che tutti dovevano essere liberi di poter utilizzare e scambiare software a loro piacimento, adattandone il codice sorgente alle loro necessità.
Stallman ne ebbe conferma sul finire degli anni '70, quando al suo gruppo venne impedito di accedere al codice sorgente del software di gestione della nuova stampante del Laboratorio di Intelligenza Artificiale. Poco tempo dopo questo fattaccio, Richard Stallman abbandonò il MIT per dedicarsi a tempo pieno alla costituzione dello GNU project.
GNU Project
Il manifesto del progetto GNU (un acronimo che sta per GNU is not Unix) venne rilasciato nella prima metà del 1985 e richiese circa un anno e mezzo di lavoro. Il manifesto conteneva le motivazioni che portarono Stallman a creare un sistema operativo – GNU, per l'appunto – compatibile con Unix e contenente solamente software gratuiti. “Dal momento che ho sempre realizzato sistemi operativi – sosteneva RMS – sono l'uomo giusto per portare a termine questo compito”.
Pochi mesi dopo venne fondata la Free Software Fundation – di cui Stallman è tuttora Presidente non retribuito – con lo scopo di riunire sotto un unico tetto tutti gli sviluppatori indipendenti intenzionati a rilasciare i loro lavoro in maniera gratuita e offrire loro copertura legale.
Nella seconda metà degli anni '80 Stallman si fece promotore del concetto di copyleft come alternativa valida e funzionale al sistema del copyright e dei brevetti. Sul finire del decennio, invece, costribuì in maniera decisiva alla stesura della GNU General Public License, licenza d'utilizzo con la quale iniziarono ad essere distribuiti gran parte dei software open source di quel periodo.
Nei decenni successivi tutti gli sforzi del programmatore newyorchese vennero concentrati sullo sviluppo e la crescita della sue due creature. Sforzi ripagati, data l'ampia risonanza mediatica e culturale oggi posseduta dal movimento per il software libero.
L'inutilità dei Creative Commons
Visto il profilo del personaggio e le lotte portate avanti nella sua vita, si potrebbe (quasi) naturalmente credere che Richard Stallman sia un fermo sostenitore delle licenze Creative Commons. È invece vero l'esatto contrario. Per il papà della Free Software Fundation non solo questo tipo di licenze sono inutili, ma finiscono con il limitare la libertà di diffusione e di utilizzo del software stesso. “La cosa negativa a proposito delle licenze Creative Commons – ha dichiarato RSM nel corso di un'intervista di qualche anno fa – è che hanno creato una grande confusione. Se si leggono con attenzione le varie licenze prodotte e si tenta di capire cosa intendano per libertà di utilizzo e distribuzione non se ne ricava nulla. Per il semplice motivo che hanno poco o nulla in comune l'una con l'altra. […] Per questi e molti altri motivi considero le licenze Creative Commons inaccettabili. Piuttosto che diffondere la cultura del software libero, si fa promozione del brand Creative Commons”.
Per Stallman la differenza tra la cultura del free software e quella propagandata dalle licenze Creative Commons è di ordine filosofico. “Il movimento per il software libero stabilisce delle libertà fondamentali e lotta affinché queste vengano garantite a tutti e rispettate. Le licenze CC aiutano i detentori del copyright ad esercitare i loro poteri in maniera flessibile. Un orientamento filosofico totalmente differente”.
17 settembre 2013