Negli ultimi anni gli studi sulla robotica e sull'intelligenza artificiale hanno fatto passi da gigante. Si assiste sempre più spesso alla presentazione di progetti futuristici o prototipi di robot che, per sembianze e funzioni, somigliano sempre più agli essere umani.
Rientra nella prima categoria il progetto Russia 2045, voluto da uno dei tanti oligarchi plurimilionari russi per creare degli androidi umanoidi in grado di ospitare cervello e coscienza umani e regalarci l'immortalità.
Rientrano nella seconda categoria, ATLAS e Kirobo, due robot umanoidi recentemente presentati alla stampa. Un po' Robocop, un po' Wall-e, questi due droidi dovrebbero fornire un grosso aiuto nelle missioni spaziali e nel corso di pericolose operazioni di salvataggio e recupero vittime.
Atlas
Tra i robot umanoidi più avanzati troviamo Atlas (nome inglese di Atlante, il titano che sorreggeva il mondo sulle proprie spalle), un ragazzone metallico e meccanico alto 1.80 metri per 150 chilogrammi di peso. Sviluppato da DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency, la stessa che negli anni '60 lavorò allo sviluppo di ARPAnet) all'interno del progetto Avatar, Atlas è una “macchina bipede semi-autonoma” che dovrebbe fornire supporto alle truppe di terra nel corso di operazioni militari.
Dotato di un computer di bordo per il controllo in tempo reale; di 28 giunti idraulici; degli arti inferiori e superiori, di un busto e di una testa; di un sensore LIDAR (sistema di controllo laser) e di un sistema di visione stereo. Quello che manca, però, è un cervello (sotto forma di programma e algoritmi) che consenta ad Atlas di avere un'intelligenza artificiale in grado di sfruttare questo immenso potenziale.
A questo penseranno, però, sette team di sviluppatori – provenienti dalle migliori università e centri di ricerca di tutto il mondo – impegnati nel challenge indetto da DARPA. Sarà loro compito, dopo aver avuto occasione di controllare Atlas grazie ad un simulatore, realizzare un software che permetta una perfetta interazione con il mondo circostante. La gara terminerà a dicembre, quando l'agenzia di sviluppo militare statunitense annuncerà il vincitore.
Kirobo
Se Atlats ricalca molti degli stereotipi sugli statunitense – grande e grosso, amante delle armi e con una propensione a difendersi energicamente – Kirobo somiglia in maniera impressionante al popolo che l'ha progettato e creato. Alto poco più di 30 centimetri e con occhioni un po' a mandorla, Kirobo – il cui nome deriva dall'ideogramma giapponese Ki, speranza, e dalla parola robot – ricorda molto da vicino i robot umanoidi dei cartoni giapponesi che, a cavallo tra gli anni '80 e gli anni '90, invasero le emittenti televisive europee e italiane.
L'androide, recentemente sparato nello spazio con destinazione la Stazione Spaziale Internazionale (ISS, Internationa Space Station), avrà una missione molto particolare. Intrattenere delle conversazioni con l'astronauta giapponese Koichi Wakata, che arriverà a bordo della Stazione tra novembre e dicembre. Si tratta del primo esperimento del genere e gli scienziati giapponesi sperano di ricavare preziose informazioni sull'interazione tra uomo e robot umanoidi dotati di un'intelligenza artificiale avanzatissima.
Il futuro
Questi due esempi ci aprono gli occhi sulle strade future che la robotica potrebbe intraprendere. Nei prossimi anni robot umanoidi sempre più tecnologicamente evoluti sostituiranno l'uomo sui campi di battaglia e nelle spedizioni spaziali più pericolose, permettendo di risparmiare la vita a migliaia e migliaia di persone. Non solo: i droidi umanoidi verranno impiegati anche in pericolose operazioni di recupero di vittime e superstiti in caso di catastrofi naturali (come terremoti) o nucleari.
21 settembre 2013