La possibilità di ridurre la quantità di rifiuti che si conferisce in discarica passa attraverso due processi per alcuni versi simili, ma per altri completamente agli antipodi l'uno dall'altro. Il primo, piuttosto conosciuto e “sponsorizzato”, è quello del riciclo: i rifiuti si differenziano in base al materiale di cui sono fatti (alluminio, vetro, carta, plastica, legno e così via) e si avviano verso un procedimento che consentirà di recuperarli e restituirli a “nuova vita”. Il secondo, meno conosciuto ma non per questo meno efficacie del primo: il riuso. Anziché destinarlo al riciclo - che ha comunque dei costi da sostenere -, un oggetto viene “revisionato” (nel caso si tratti di un mobile, ad esempio, può essere oggetto di ristrutturazione) per essere poi riutilizzato nella sua “funzione originaria”.
Lo stesso ragionamento vale per gli e-waste, i cosiddetti rifiuti tecnologici: quando un dispositivo elettronico diventa troppo vecchio può essere riciclato oppure riutilizzato. Ed è proprio partendo dal concetto di riuso di materiale informatico che prende le mosse il progetto Keepod.
Il digital divide
Nato poco meno di due anni fa dalla mente dell'italiano Francesco Imbesi e dell'israeliano Nissan Bahar, Keepod permette di recuperare computer vecchi di 10 anni e restituirli a nuova vita. “Oltre cinque miliardi di persone non possiedono un computer e non hanno i mezzi economici per acquistarlo. Ciò vuole dire che al 70% della popolazione mondiale è preclusa la possibilità di accedere alle funzionalità e ai servizi che un computer metterebbe loro a disposizione. Tutti ciò mentre ogni giorno negli Stati Uniti ne vengono dismessi 85 mila”. Dal recupero di questo materiale - spesso e volentieri inutilizzabile con i sistemi operativi attuali - e dall'utilizzo di Keepod può arrivare la soluzione al problema del digital divide.
Cosa è Keepod
Come accennato, Keepod nasce proprio per questo. Si tratta di una normale chiavetta USB da 8 gigabyte all'interno della quale si trova Keepod OS, sistema operativo open source basato su kernel Linux e piattaforma Android 4.4 KitKat, ultima release del SO mobile di Google. Proprio sfruttando queste caratteristiche, Keepood può adattarsi a - più o meno - a qualunque tipo di hardware, anche il più malmesso. Gli utenti avranno a disposizione un sistema perfettamente funzionante, grazie al quale poter navigare, scrivere documenti e compilare fogli di lavoro Excel, modificare fotografie, controllare i social network e giocare. Il tutto per appena 7 dollari (poco meno di cinque euro).
Come funziona keepod
Il sistema operativo ideato da Imbesi e Nadar non ha bisogno di particolari capacità tecniche per essere utilizzato, se non al primo avvio. Per poter portare Android sul computer (senza dover utilizzare emulatori di alcun tipo), infatti, sarà necessario entrare nel BIOS e modificare le impostazioni di avvio del dispositivo. Anziché da disco rigido, infatti, il computer dovrà effettuare il boot da USB (o supporto di memoria rimovibile, dipende dalla scheda madre), in modo da poter caricare Keepod OS anziché il sistema operativo presente nel disco rigido.
Effettuata questa operazione - va fatta solamente al primo utilizzo - si avrà a disposizione un computer come tanti altri, con Android al posto di Windows, OS X o Linux. Utilizzare Keepod non sarà molto differente dall'utilizzare un qualunque smartphone o tablet Android: si avrà accesso al web grazie a Chrome o qualunque altro browser mobile, si potranno utilizzare applicativi d'ufficio e avere libero accesso alle app (un miliardo circa) presenti sul Google Play Store.
I requisiti minimi
L'utilizzo di Keepod è però legato ad alcuni requisiti hardware minimi, indispensabili affinché Android funzioni su un computer normale. Il computer dovrà avere un processore x86, almeno 1 gigabyte di RAM, un acceleratore grafico che supporti almeno una risoluzione di 1.024x768 pixel e una porta USB 2.0 o superiore. Al momento Keepod non è compatibile con sistemi Mac OS X. Un requisito, però, è più fondamentale di altri: il BIOS della scheda madre, infatti, dovrà annoverare tra le opzioni di boot la voce USB: una conditio sine qua non che potrebbe impedire di riutilizzare il vecchio computer che si ha nello scantinato.
Come ottenere Keepod
Nel caso si volesse iniziare a utilizzare Keepod, è possibile acquistare una chiavetta collegandosi direttamente al portale web dell'iniziativa. Bisogna fare attenzione, però: Keepod basa la propria filosofia commerciale sul dare e avere. Per ogni chiavetta USB acquistata, se ne dovrà regalare almeno un'altra: al costo di 14 dollari (10 euro circa) più spese di spedizione si riceverà una copia di Keepod, mentre la seconda verrà destinata a uno dei tanti progetti solidali legati a questa iniziativa.
Grazie a questa formula, Keepod ha potuto già collaborare con diverse ONG (organizzazione non governativa) operanti in alcune delle zone più difficili al mondo, fornendo loro assistenza informatica, computer e Keepod. Il primo ha preso il via a Mathare, uno slum periferico di Nairobi (capitale del Kenya) dove vivono oltre 600 mila persone.