Nonostante i grandi progressi fatti nel controllo degli utenti su forum, siti web e applicazioni uno dei più grandi problemi di Internet resta la pedofilia. Esistono diversi filtri sui social media, come le segnalazioni, il limite d'età e la pagina d'aiuto, per impedire ai malintenzionati di attuare i loro raggiri ai danni dei più piccoli ma nonostante questo il numero di pervertiti che contatta i minorenni a scopo sessuale è sempre molto alto. Se vogliamo, la Rete ha reso anche più semplice entrare in contatto con i bambini rispetto a quanto poteva accadere un tempo nella vita reale.
Anche perché online è più semplice creare un rapporto di fiducia, specie con una mente controllabile e influenzabile come quella dei bambini più piccoli. La maggior parte dei pedofili agisce in siti web con una chatroom, ossia dove può fare delle conversazioni, in anonimato o usando account fasulli e a volte fingendosi un altro bambino, senza essere scoperto. Ma va detto che molti pervertiti non disdegnano di "agganciare" le loro vittime anche sui social network, nei videogame di ruolo e anche nelle applicazioni più usate dalle ultime generazioni come per esempio Snapchat, Musical.ly o Tik Tok.
Per un genitore vivere con l'incubo che i passatempi preferiti del proprio figlio in Internet possa trasformarsi in un ricatto da parte di un pedofilo è snervante. Alcuni genitori risolvono questa paura impedendo ai più piccoli di usare la Rete e i suoi servizi oppure adottando soluzioni di parental control. Ma al giorno d'oggi, anche solo per scopi didattici, è impossibile pensare di tenere lontano da Internet un bambino. Anche perché la maggior parte dei bimbi già da piccolissimi richiedono ai propri genitori uno smartphone. La soluzione è quella di restare sempre accanto a nostro figlio quando naviga online e in più un'ulteriore mano potrebbe arrivare dall'intelligenza artificiale che grazie ai nuovi passi in avanti fatti dalla tecnologia sa riconoscere i tentativi di raggiro psicologico di un pedofilo su un bambino.
Come l'algoritmo incastra i pedofili
Lo strumento di analisi delle chat, conosciuto con il nome di CATT, altro non è che un algoritmo alimentato dall'intelligenza artificiale. Questo strumento contro la pedofilia online è stato realizzato da un team di ricercatori della Purdue University dell'Indiana, negli Stati Uniti, guidata dal professore Kathryn Seigfried-Spellar. L'algoritmo in questione è stato sviluppato analizzando 4.353 diversi messaggi raccolti in 107 sessioni di chat che hanno coinvolto una serie di molestatori sessuali negli Stati Uniti, arrestati successivamente dalla polizia.
Più specificamente, i ricercatori della Purdue hanno utilizzato un processo noto come analisi del discorso statistico per identificare le diverse tendenze nell'uso delle parole e nei modelli di conversazione e di costruzione delle frasi tipici di un pedofilo che tenta di abbindolare un ragazzino. Dall'analisi è emerso che nella maggior parte dei casi i pedofili tendono a creare un rapporto di fiducia con il ragazzo raccontando loro degli eventi, inventati, molto tristi che li riguardano. Il centro del discorso è quasi sempre l'abuso subito da parte di uno o entrambi i genitori. La speranza del pedofilo è infatti che in un momento complicato come l'adolescenza e la pre-adolescenza giocare sul rapporto di scontro con i parenti possa creare empatia con la vittima. Inoltre, se il pedofilo incontra un ragazzo più fragile che davvero è stato vittima di abusi da parte dei genitori o di un bullo punterà su questo argomento per farlo cadere nella propria trappola. L'intelligenza artificiale quando riscontra un uso eccesivo di storie come questa abbinato a una delle tante parole usate di norma dai molestatori sessuali online si allerta e inizia a mettere in guardia gli utenti.
L'algoritmo studia anche i tempi delle singole conversazioni e in generale il periodo totale nel quale il bambino e il malintenzionato chattano. In questo modo l'AI può distinguere i molestatori sessuali, quelli che cercano a tutti i costi un incontro con il bimbo e sono disposti a chattare con lui anche per mesi o anche un anno prima di ottenere l'appuntamento fisico nel quale abuseranno del piccolo, dai pedofili che passano poco tempo in ogni singola chat e dopo poco chiedono ai bambini delle foto nudi ma non puntano a un incontro fisico.
Come verrà usato lo strumento
L'idea del team di ricerca dell'università statunitense è quello di realizzare un'estensione di sicurezza informatica che possa monitorare tutte le applicazioni con annesse chat, forum e commenti. In modo da garantire un controllo e un'individuazione di potenziali pedofili prima che possano diventare pericolosi per i bambini. Secondo quanto dichiarato dal professore Kathryn Seigfried-Spellar entro la fine del 2018 alcuni strumenti di test che contengono l'algoritmo CATT verranno dati ai dipartimenti di polizia postale degli Stati Uniti per iniziare una prima fase di sperimentazione e vedere le risposte dell'AI nel mondo reale oltre che in laboratorio. Al momento lo strumento funziona con l'analisi statistica e semantica solamente delle parole inglesi ma se la sperimentazione dovesse andare a buon fine dall'Università Pardue hanno già fatto sapere di essere pronti per investire e sviluppare versioni in più lingue dell'algoritmo anti-molestatori in Rete.
27 ottobre 2018